Parte 3

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Parte 3

Erano passati due mesi da quando Allison e Robert erano tornati insieme, lei aveva ripreso a lavorare al PPHT e si trovava benissimo a essere il capo di se stessa, era poi un lavoro stimolante, impegnativo ma decisamente consono per le sue corde, aveva parecchio tempo per le ricerche immunologiche, per pubblicare articoli, cosa che aveva fatto spesso in quei due mesi, informandosi sempre su nuove patologie. Amava la sua vita e amava Robert ogni giorno di più, come amava il piccolo esserino che portava in grembo, il quale cresceva ogni giorno di più e iniziava a scalciare e farla sentire male, aveva la nausea spesso, soprattutto la mattina, ma nonostante ciò era felice e lo si vedeva dagli occhi.
Proprio quel giorno avevano appuntamento con la ginecologa per scoprire il sesso, finalmente era giunto il tanto atteso momento, avrebbero scoperto il verdetto finale e chi avrebbe pagato la scommessa.
Decisero di comune accordo di non andare dalla ginecologa dell'ospedale in cui lavoravano, ne avevano scelta una suggeritoli da un'amica di Allison.
«Robert sono le 14.» fece il suo ingresso nell'ufficio dove lavorava suo marito per ricordargli che dovevano uscire per il loro appuntamento.
«Ah ma allora il tuo é diventato un vizio eh. Non é perché ora dirigi il reparto di immunologia ti puoi prendere tutte queste libertà» le lanciò una frecciatina House vedendola comparire per far sì che suo marito potesse uscire prima.
«Mi serve per un consulto» ironizzò lei, aspettando che Robert fosse pronto per uscire.
«Cam poi facci sapere chi vince» esclamò Foreman, anche lui puntava sulla femminuccia come Cameron, mentre Tredici per il maschietto e Taub si era astenuto dal dire la sua a riguardo, sperando però che avesse ragione Allison.
«Ehi lo voglio sapere anch'io su cosa scommettete» piagnucolò House, sembrava veramente un bambino di due anni in quel momento, gli mancava solo la lecca lecca in bocca a completare il quadro, strano infatti che non ne avesse rubata una all'ingresso, come era suo solito fare.
«Abbiamo l'ecografia che ci dirà se é maschio o femmina» rispose Allison ridendo a quel suo modo di fare, tipico di lui quando veniva escluso da qualcosa.
«Oh, io punto su femmina.» disse guardando i due coniugi, per poi aggiungere: «Non perché mi interessi, ma solo perché mi preoccupo di quella povera creatura se dovesse venire con i capelli afflosciati di Chase. Meglio bella come la mamma.»
«Ma se li ho tagliati i capelli» ribatté l'uomo, che puntualmente veniva preso di mira da House, sembrava divertirsi a punzecchiarlo più di quanto faceva con gli altri, in effetti era sempre stato il suo bersaglio preferito e questo non sarebbe mai cambiato.
«Bé ma se è maschio potrebbe amare i capelli flosci per tanto tempo e sarebbe un problema... insomma capelli a parte, verrebbe brutto quanto te, meglio evitare no? Lo dico per il piccolo, sarebbe preso in giro di continuo»
«Veramente sei solo tu che mi prendi in giro» disse il ragazzo di rimando, guardandolo male.
House fece finta di piagnucolare di nuovo, stavolta per prendere in giro il suo collaboratore e fare la sua imitazione.
Fu Allison a riportare suo marito sul motivo per cui era andata da lui così presto.
In realtà la visita era tra un'ora prima voleva passare in un negozio per bambini che aveva visto arrivando a lavoro e comprare qualcosa, anche se ancora non sapeva il sesso, voleva farlo perché si sentiva che avrebbe portato bene fare shopping prima della visita.
Una volta in macchina lo disse a suo marito.
«Mi ricordavo infatti che la visita fosse alle 16:30» disse lui sorridendo, non gli dispiaceva affatto di essere uscito prima per passare il pomeriggio insieme a sua moglie e per fare shopping in un negozio per bambini.
Si ritrovano nel negozio poco dopo, a girare per gli scaffali. Cameron raggiunge subito il lato dedicato alle femminucce, rimanendo piacevolmente incantata davanti a una tutina color crema con sopra disegnato un unicorno e tanti fiorellini disegnati nella parte dei piedini della piccola. Chase era andato nel lato maschile invece, trovando subito una tutina celeste, colore che gli piaceva tanto, stava per proporla ad Allison, quando vide i suoi occhi luminosi, raggianti e pieni d'amore, immaginando perfettamente i suoi pensieri: vedeva già la loro bambina con indosso quella tutina e sinceramente adesso nel vederla intenta in quelle sue fantasticherie, se la immaginava anche lui una piccola Allison, perché sarebbe stata uguale a sua mamma, con quella piccola tutina e si ritrovò anche lui a sorridere come uno scemo, uno scemo innamorato di sua moglie e della loro vita insieme. Si avvicinò a lei e la guardò ancora per un po', prima di esclamare: «Amore, tanto vincerò io!» con lo sguardo furbo di chi ha sempre ragione e Allison riprendendosi dai suoi sogni ad occhi aperti era scoppiata a ridere.
Alla fine decisero di prendere delle tutine con colori e disegni nutri in modo che sarebbero andate bene sia per una bambina e sia per un bambino.
Ma Robert in un momento di distrazione di Allison, immersa a guardare altri vestitini, completamente rapita dalla maestosità di cose che c'erano e che avrebbe voluto comprare; si avvicinò alla commessa per chiedergli di fingere un problema al sistema delle carte di credito, sapendo che presto sua moglie si sarebbe stancata di stare in piedi ad aspettare che si risolvesse l'inconveniente e sarebbe andata in macchina ad aspettarlo. La commessa capendo le sue intenzioni, ovvero che volesse fare una sorpresa a sua moglie accettò ben volentieri, soprattutto avendo notato lo sguardo di quell'uomo nei riguardi della donna al suo fianco, desiderando anche lei un uomo così dolce, romantico, bello e innamorato.
Come previsto il piano escogitato da Robert andò a buon fine, la commessa fingendo un problema al sistema, disse che dovevano solo aspettare circa dieci minuti affinché si risolvesse e Allison che era stanca dalla giornata lavorativa e dal suo stato di gravidanza, gli disse che lo avrebbe aspettato in macchina. Robert una volta uscita, si avvicinò alla tutina con l'unicorno e la diede alla commessa da mettere nel conto. Non sapeva ancora se sua moglie avesse avuto ragione a riguardo al sesso, ma si era sentito di prenderla e se lei avesse avuto ragione, avrebbe fatto in modo che la loro bambina indossasse proprio quella tutina al momento della nascita, facendo così una sorpresa alla sua meravigliosa moglie. Si ritrovò a pensare che era il minimo che potesse fare per lei. Lei che l'aveva perdonato, lei che ora l'amava forse più di prima, lei che gli stava facendo il regalo più bello del mondo: donargli la felicità di essere padre.
Robert uscì dal negozio soddisfatto, prima di uscire aveva nascosto la tutina nello zainetto che aveva in spalla, ancora più soddisfatto che quel giorno avesse deciso di portare lo zaino invece che la borsa da lavoro.
Arrivarono dalla ginecologa, nonostante la tappa shopping, con anticipo ed entrarono anche prima dell'ora prevista per la visita.
Sia Robert che Allison si ritrovarono ad essere nervosi, sapevano che qualunque fosse stato il sesso avrebbero amato loro figlio, ma soprattutto erano emozionati perché dopo quella visita avrebbero potuto decidere un nome, dargli una vera identità, invece di continuare a chiamarlo "bambino", ciò gli avrebbe ancora di più identificati come genitori. Allison aveva il cuore che batteva forte e quello di Robert non era da meno, nonostante ciò prese la mano di sua moglie e la strinse nella sua con dolcezza, per farle capire che non era sola e che lui stava provando le stesse identiche sensazioni, le stesse identiche emozioni. Lei lo guardò negli occhi e sorrise, era bello averlo al suo fianco e sentirlo vicino, ancora più bello sarebbe stato se lei avesse vinto.
La ginecologa era già stata messa al corrente della loro scommessa da Robert stesso che appena entrato disse: "Mi dica che posso gongolare e portare mia moglie allo stadio e non che io debba andare a teatro" facendo scoppiare a ridere sia la dottoressa che sua moglie.
«Mi dispiace deluderla signor Chase, ma dovrà portare sua moglie a teatro. Avrete una bambina e adesso pesa già la bellezza di due chili.» dichiarò poco dopo, avendo esaminato attentamente per dieci minuti abbondanti il monitor.
Gli occhi di Allison brillarono per la seconda volta in quella giornata e nemmeno stavolta sfuggì la cosa a Robert e lui anche se aveva perso la scommessa, era felice perché voleva dire che il suo acquisto di pochi minuti prima era stato azzeccato e che avrebbe visto nuovamente al momento del parto gli occhi di sua moglie illuminarsi come due stelle nella notte, stavolta perché lui era riuscito a sorprenderla. Non vedeva l'ora di quel momento, come non vedeva l'ora di stringere la loro piccola tra le sue braccia. Sarebbe stato geloso pazzo di lei, l'avrebbe protetta da qualsiasi uomo si sarebbe avvicinato, era pazzo geloso di Allison, figurati della sua bambina, non era ancora nata ma già si sentiva il classico papà geloso e iperprotettivo.
Allison invece non smetteva di guardare il monitor e se il suo cuore poco prima batteva forte, adesso era quasi incontenibile, sembrava quasi che stesse per uscirle dal petto. Avrebbero avuto una bambina, tra tre mesi esatti sarebbe nata la loro bambina e lei già si immaginavano insieme al parco, si immaginava a giocare con lei, a pettinarle i capelli, a regalarle milioni di vestiti diversi, immaginava già i suoi occhioni azzurri tendenti al verde, proprio un mix perfetto dei loro, se la immaginava bionda come il suo papà e si ritrovò a sorridere raggiante come non mai nella sua vita. Si immaginava già Robert pazzo geloso di lei e a quel pensiero sorrise ancora più raggiante. Strinse ulteriormente la mano a suo marito e incrociò il suo sguardo, anche lui aveva gli occhi che brillavano e sprigionava gioia, vera e pura. Era tutto perfetto, sì, quello poteva essere davvero considerato il momento perfetto.

Due giorni dopo aver ricevuto la notizia che era una bambina, si ritrovarono ad dover ridipingere la camera.
Foreman intanto gongolava in ospedale perché aveva vinto una bel gruzzolo puntando sulla femmina e Cameron gli disse che essendo sua figlia che l'aveva fatto vincere, come minimo doveva offrigli una cena, anzi due cene, una per lei e una per la piccola Charlotte, era così che lei e Robert avevano deciso di chiamarla, come la nonna di quest'ultimo. Foreman aveva accettato, sapendo che la sua collega avesse ragione.
Quel week end era tutto pronto per dipingere, Robert aveva portato dalla cantina la vernice bianca per togliere il colore precedente e altri diversi colori tendenti al rosa, come viola, lilla, rosa cipria, fucsia, in modo che avrebbero deciso sul momento di che colore verniciarla nuovamente.
Allison si era offerta di aiutarlo dispiaciuta che lui dovesse fare tutto da solo, ma dopo solo un'ora di lavoro era già stanca e si era seduta sulla sedia che Robert previdente le aveva portato, sapendo già come sarebbe andata a finire: lui a lavorare e lei comodamente seduta a guardarlo dipingere.
«È così che volevi aiutarmi tu?» le disse ridendo e guardandola scuotendo la testa e dicendo la sua.
«Senti, voglio vedere te con due chili di bambina dentro alla pancia...» rispose di rimando.
«Certo accusa la nostra piccola Charlotte, in realtà ti diverte a guardarmi sgobbare come un mulo.»
«Accidenti, mi hai scoperta!!!» scoppiando a ridere di gusto.
Robert rise a sua volta e poi tornò a concentrarsi sul suo lavoro, ne aveva ancora da fare.
Perfezionista com'era però Allison contestava ogni cosa, facendo notare al marito i punti che non erano stati pitturati bene e puntualizzando su qualsiasi cosa lui dicesse. Robert finto spazientito, immerse il pennello nel secchio di vernice come a far finta di prendere colore per continuare a dipingere, ma poi schizzò sua moglie, facendole finire la vernice bianca sulla sua maglietta, in faccia e suoi capelli. L'espressione di Allison in quel momento era tra il divertito e il sorpreso, non si aspettava certo che suo marito fosse capace di farlo e Robert scoppiò a ridere di gusto nel vederla conciata in quel modo e con quella espressione sul volto, sapeva altrettanto bene che aveva appena scatenato sua moglie e che ora si sarebbe vendicata.
Allison infatti prese l'altro pennello velocemente e schizzò a sua volta Robert, iniziando così una vera e propria guerra di colori. Loro erano completamente ricoperti di vernice, come lo era il pavimento e mezza parete della camera di Charlotte, per schizzarsi avevano usato tutti i tipi di colori a loro disposizione e ora sembrava una camera di un pittore futurista. Erano consapevoli di ciò, ma non si fermarono e continuarono a fare la guerra di colori, finché non fu Allison che distrutta, si fermò un attimo, trovando subito dopo le braccia di Robert ad avvolgerla, sigillando la tregua. I loro vestiti erano completamente ricoperti di colore e in quell'abbraccio le loro maglie diventarono ancora più sporche di quello che già non fossero, ma a loro poco importava e si unirono in un bacio mozzafiato.
«Sai vero che adesso la lasciamo così...» disse Robert separandosi di poco da lei.
«Ti dirò che così mi piace molto, avremo un aneddoto da raccontare a Charlotte, gli dirò che ha un papà molto spiritoso che si diverte a schizzare le persone» gli rispose Allison scoppiando a ridere.
«E io che ha una mamma vendicativa» ridendo a sua volta.
Si scambiarono un bacio, da prima delicato e leggero, ma poi sempre più passionale e coinvolgente, al punto che Allison si ritrovò con le spalle al muro e Robert a giocare con i suoi capelli. Le mani di Allison si spostarono verso il bordo della maglietta di suo marito per sollevargliela, quelle di Robert lentamente scesero lungo la sua schiena provocandone i brividi a sua moglie, nonostante la stesse accarezzando ancora da sopra la maglietta, il suo tocco era comunque deciso ma estremamente delicato, quasi da provocarle il solletico.
«Questo non lo raccontiamo a Charlotte però eh» disse Robert ridendo, separandosi solo leggermente dalle labbra di sua moglie.
Allison scosse la testa e tornò a baciarlo con foga. Ben presto si ritrovarono stesi per terra, con ancora il colore fresco di vernice a bagnare il pavimento e per questo ancora più sporchi, ma non li importava, dopo quel piacevole momento magari ne avrebbero avuto un altro sotto la doccia insieme.

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