2. Love me

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Domenica.

Il giorno più odiato da me, odiavo il non fare nulla per tutto il giorno e non sentire nemmeno i miei amici per tutto il giorno.

Mi sentivo sempre così solo e inutile. Ma forse lo ero e davo la colpa alla domenica.

A casa la situazione era tranquilla, mio padre aveva il turno in ospedale mentre mia madre dormiva al piano di sotto, ero il padrone del salone.

Misi un programma di musica iniziando a ballare su una canzone di Troye Sivan, il mio cantante preferito.

Amavo le sue note basse e tutte le sue canzone descrivendo la verità e amori nascosti dietro baci e morsi.

Durante una gira volta la vibrazione del mio telefonino richiamò la mia attenzione interrompendo la mia coreografia.

Oggi.
- D

Di domenica?? Non mi aveva mai scritto di domenica, perché proprio quella domenica??
Iniziai ad andare nel panico sedendomi con le gambe incrociate sul divano e presi coraggio per rispondergli.

Dove?
- J

Era la prima volta che gli rispondevo, meglio firmarsi per evitare che mi confondesse con qualcun altro.

Casa mia.
- D

Non so dove abiti.
- J

Sbuffai mangiandomi le unghie in attesa di ricevere una risposta. E se lo avessi già seccato? E se non avesse intenzione di sentire obiezioni? La mia testa stava iniziando a rispondere quando lo sentii vibrare ancora.

Ti passo a prendere io, mandami il tuo indirizzo.
- D

Gli mandai in fretta l'indirizzo sentendo le guance tingersi di rosso, era il messaggio più lungo che mi avesse mai mandato. Scesi di sotto e andai a cambiarmi per uscire, dato che non mi aveva detto un orario ed io non avevo intenzione di mandargli altri messaggi.

Optai per dei pantaloni chiari ed una maglietta azzurra. Mi specchiai più e più volte notando come i capelli blu facessero schifo con la maglietta azzurra.

"Serve una mano?" Domandò mia madre bussando alla porta aperta della mia stanza. Purtroppo sì erano rotti i collegamenti e se volevo guardare la televisione nella mia stanza dovevo far passare un filo dalla porta, impedendole la chiusura.

"N-No." Risposi sorridendo forzatamente per evitare di farle capire quanto importasse il mio aspetto fisico.

"Esci?" No mamma, mi sono fatto bello per passare la serata con te e quello scorbutico di papà.

"Passo da Tae per aiutarlo a studiare." Mentii prendendo dei vestiti e mettendoli nel mio zaino." C'è la possibilità che Tae mi chieda di restare a dormire da lui."

Non usai Jeongguk come scusa, nonostante abitasse affianco a me, per evitare che i miei genitori parlassero con i suoi, essendo entrambe le coppie grandi amici.

"Fa attenzione bimbo." Mi sorrise la donna prima di sbadigliare un'altra volta e salire le scale. Sbuffai guardando il mio zaino pieno dai libri e dai vestiti e sentii la suoneria del mio telefono.

"Pronto?" Chiesi non riconoscendo il numero sullo sfondo illuminato del telefono.

"Esci." Era lui. Il mio battito si fermò per qualche secondo. Salii in fretta le scale ed Urlai a mia madre qualcosa come "io esco", non ricordo. Ma quanti telefoni aveva? Sorrisi aprendo il cancello e cercai la sua macchina nel buio delle strade illuminate dai pochi lampioni.

Problem ; Yoonmin ; Namjin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora