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Sabato sera. Una casa nel centro di Busan era colma di adolescenti che urlavano e si scatenavano al ritmo di una musica martellante.
Coppie che si baciavano ai lati dei corridoi e negli angoli, ragazzi che bevevano vodka a testa in giù ed altri che si strusciavano l'uno contro l'altro. In tutto ciò, un forte odore di tabacco ed erba impregnava l'aria.

Uno dei molti ragazzi presenti stava camminando lungo un casuale corridoio di quell'immensa villa, appartenente ad una ragazza del terzo anno di cui non ricordava neanche il nome, nel tentativo di trovare il bagno nel quale i suoi amici gli avevano detto di raggiungerli.

Indossava un paio di jeans aderenti e slavati, che gli cadevano a pennello sulle cosce muscolose, una t-shirt ed una felpa grigia, in tinta con i suoi capelli, nella quale cercava di nascondere il motivo per cui si era allontanato da loro. Nella sua vita, non era mai stato il tipo di persona che fa queste cose.
Era un ragazzo diligente ed educato, non aveva mai trasgredito le regole nemmeno una volta, o forse qualcuna sì.
Tuttavia ad una festa, durante una sera in cui l'unico problema a cui pensare sarebbe stato quello di ricordarsi qualcosa ciò che è avvenuto, non ci trovava nulla di male.

Svoltò l'angolo e finalmente notò la porta che separava il giovane e il suo gruppo. Si avvicinò e prima di aprirla, controllò che non vi fosse nessuno nei paraggi. Mise la mano sulla maniglia e la abbassò.

"Oooh guarda, il ragazzo si è fatto vivo!"
"Stai zitto Taehyung, che la prossima volta ci vai tu a prenderla" rispose irritato al castano. "Non hai idea di cosa io abbia passato per non farmi beccare, stronzo."

"Calma Jimin, l'unica cosa che voglio fare oggi è sballarmi così tanto da dimenticare tutti i casini che ho fatto."
"I tuoi problemi non sono cose che ci riguardano, frocetto." si intromise un ragazzo dai capelli rosso scuro.

"Frocetto io? Ha parlato l'etero, Hoseok" rispose Taehyung tirandogli un pugno sulla spalla.

"Stai zitto, sono eterissimo." contestò a quel punto il maggiore tra i due.
I ragazzi erano soliti insultarsi tra di loro, dandosi dei gay a vicenda, senza che però nessuno di loro lo fosse per davvero.

Jimin li raggiunse nella vasca da bagno dove erano seduti, o meglio stravaccati, e si accomodò davanti al più grande di loro, Seokjin.
Tirò fuori il braccio dalla felpa, estraendone il contenuto, che distribuì a tutti i suoi amici.
"Non possiamo mica fumare senza questi." disse Seokjin, frugando nella tasca posteriore dei suoi jeans, mostrando poi delle cartine ed un accendino al resto della combriccola.

"Siamo organizzati stasera da come vedo" parlò Taehyung, ammirando gli oggetti. Il grigio afferrò una cartina dalla mano sudata di Jin, vi fece cadere delicatamente qualche grammo di erba, la avvolse e la accese, portandola alla bocca.
Ispirò e lasciò uscire del fumo, mettendo le labbra a forma di u, con le palpebre socchiuse ed il mento alzato.
Il suo viso di profilo aveva davvero un tocco artistico, quasi poetico, qualità che tuttavia Jimin non riusciva ad apprezzare.

Il suo gruppo di amici era lo stesso ormai dall'inizio del liceo. Jimin e Taehyung avevano la stessa età, frequentavano entrambi il terzo anno ed erano in classe insieme; Hoseok era del quarto e si conobbero in prima, durante la festa di Halloween, da loro rammentata anche come la loro prima sbronza. Infine c'era Seokjin, quinto anno, bocciato. In verità nessuno ricordava nemmeno come fosse riuscito a capitare proprio nella loro cerchia, sta di fatto che essendo il maggiore, era una sorta di punto di riferimento per tutti quanti, dato che possedeva più esperienza di vita del grigio e di Taehyung messi insieme e ne aveva passate letteralmente di tutti i colori.

Il loro momento di calma fu di colpo interrotto da una figura che entrò nel bagno, si voltò e che li squadrò ad uno ad uno, con uno sguardo critico e penetrante.

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