three

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Le unghie di Jimin si stavano facendo sempre più corte e irregolari.
Con la schiena appoggiata allo stipite della porta della sua classe, il ragazzo era in attesa del suo hyung, Namjoon, e nel frattempo sfogava il notevole stress di quei giorni.
Non aveva la più pallida idea di cosa sarebbe successo; forse gliela avrebbe riconsegnata senza esitazioni, o forse lo avrebbe ricattato in qualche modo.

Da quel poco che sapeva, Namjoon era un ragazzo molto intelligente e popolare, il classico tipo che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, considerato da tutti gli studenti della scuola un esempio da seguire.
Probabilmente era per questo motivo che il minore non si aspettava un semplice scambio, ma una mossa astuta da parte sua.

Finalmente, distinse la sua sagoma avanzare verso di lui, così si ricompose e si preparò a convincere Namjoon a ridargli la sua erba.

"Hey, guarda un po' chi si vede in giro" lo scherzò il più grande quando finalmente giunse di fronte a Jimin.

"Hyung, ascolta."

Jimin avvicinò le labbra all'orecchio di Namjoon, prestando attenzione a farsi sentire solo ed esclusivamente da lui.

"Non so dove tu ce l'abbia, ma ti prego, se i miei amici scoprono che l'ho persa come minimo mi castrano."

"Sarà un tuo problema allora."

"Namjoon-ah, per favore cazzo. L'hai portata con te? Sono disposto a darti degli ulteriori soldi se necessario."

"Jimin, non me ne frega nulla dei soldi. Te la ridarò solo ad una condizione."

"Sarebbe?"

"Tu e i tuoi amici dovete venire venerdì alla riunione del Club Doposcuola. Yugyeom e Jungkook ci tengono molto e per ora solo 5 persone hanno confermato la loro presenza."

Jimin intuì che per quelle 5 persone si intendeva il gruppo dei due ragazzi.
Però, quando si ricordò dei pessimi rapporti che correvano tra il suo migliore amico e Jungkook picchiò le nocche della mano sulla porta accanto ed imprecò.

"Dai, non è possibile, lo stai facendo apposta! Sai benissimo che Taehyung non vorrà mai venire, e nemmeno gli altri due perché sono degli scansafatiche!"

"Vedi di convincerli allora, altrimenti ciao ciao erba!"

"Ma vaffanculo!"

"Jimin, non dire così. Ci sarà pure un modo per..."

Ma lo sguardo e l'attenzione di Jimin caddero ben oltre Namjoon, precisamente alla finestra della sua classe, dalla quale potè scorgere un gruppetto di ragazzi che stava fumando.
Tra loro, il misterioso ragazzo del giorno prima.
I capelli corvini e leggermente spettinati gli incorniciavano il volto tanto angelico quanto demoniaco, mentre congiungeva le dita affusolate alle labbra, per poi aspirare e soffiare.

Lo stomaco di Jimin era in subbuglio. Non capiva cosa gli stava accadendo, non aveva mai provato attrazione nei confronti di un ragazzo, considerando che quattro sere prima aveva baciato una ragazza ad una festa.
Era sempre più confuso su se stesso e sui suoi gusti.
Aveva trascorso una vita convinto di essere eterosessuale, e nonostante i suoi amici gli avessero sempre parlato di ragazzi non gli era mai saltato in mente che potesse esserlo pure lui.

Anche se il suo cervello non riusciva più a comprendere la situazione, il suo cuore gli stava suggerendo di continuare ad ammirare quel ragazzo, perché era una creatura meravigliosa.
Avrebbe tanto desiderato di potergli parlare e udire la sua voce, per constatare se fosse così magnifica quanto il suo aspetto.

"D'accordo?"
Namjoon lo riportò nel mondo reale, schioccando le dita.

"Che stavi guardando?" disse lo hyung, notando lo sguardo di Jimin fisso sulla finestra della classe. Si voltò per vedere se ci fosse qualcosa di interessante, ma non notò nulla di particolare, quindi alzò le spalle.

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