CAPITOLO 12

8 2 0
                                    


Rimango qui fuori per almeno due ore, da sola, ogni tanto Andrea mi raggiunge per vedere se sto bene, ogni volta lo rispedisco in casa e mi mostro fredda. Li sento parlare per lo più di lavoro, non capisco perché Franco sia venuto stasera, senza moglie, non era mai successo. Cerco di capire se accennano agli incendi, ma nulla evitano l'argomento, sembra che abbiano bevuto molto come loro solito quando stanno insieme. Osservo Andrea, come ha potuto picchiarmi? Mi domando dove io sia stata per tutto questo tempo, come abbia potuto essere così ingenua, proprio io un agente tra i migliori. Come sono caduta in basso, l'ho fatto nel momento in cui mi sono fidanzata con un uomo. Dovevo stare da sola ha ragione Elisa sono uno spirito libero. Entro in casa per prendere dell'acqua. Loro due interrompono i loro discorsi, li guardo.

"che c'è? Che avete? Potete continuare a parlare, non vi ascolto, è roba da uomini" sorrido ad entrambi come se fossi ebbra, sono brava a fingere quella che non sono.

"oh certo, ma non abbiamo molti segreti, ormai" risponde tranquillo Franco, come se fosse il più limpido degli esseri umani.
"se vuoi puoi unirti a noi, ci fa piacere" mi invita Andrea che si avvicina e mi accarezza la guancia. Mi sottraggo di nuovo.

"non ora, magari un'altra volta" gli dico e poi chiedo a Franco: "Michela? Come mai non è venuta?".
"è uscita con le sue amiche, ogni tanto fa serata con il gruppo del golf club". Risponde Franco.

"certo, capisco...".
Esco di nuovo, sorseggio la mia acqua che non allevia nemmeno un po' il dolore alla guancia, avvicino il bicchiere ghiacciato al punto colpito per alleviare un po' il livido, Matteo non deve sapere di questo, non dovrà sospettare di nulla.
Non so quanto tempo stia passando, mentre i due uomini scherzano all'interno, non guardo l'orologio, so soltanto di aver scritto gran parte dell'intervista che dovrà parlare dell'artista e di averla riletta almeno dieci volte.
D'improvviso, inizia a piovigginare, il temporale si sta avvicinando alla nostra zona e tra poco si scatenerà il finimondo. Mentre prendo atto della situazione metereologica suona il telefono di casa. Ho un sobbalzo. Deve essere già l'una? Il cuore inizia a palpitarmi nello stomaco, nella testa, aspetto che Andrea risponda.
Passa pochissimo, Franco ed Andrea si precipitano fuori per avvisarmi.
"Dafne, dannazione, mi ha chiamato quell'artista, mi ha detto che passando per caso vicino all'allevamento ha notato gente strana aggirarsi all'interno dei recinti, dice di essere sicuro di aver visto alcuni animali liberi, qualcuno deve avere aperto i recinti...dobbiamo andare a vedere, ci vorranno almeno due ore per l'ispezione, credo che per sicurezza resterò lì alla tenuta per la notte, tornerò domani mattina". Mi dice Andrea preoccupato.

"santo cielo, cerca di recuperare le bestie, vuoi che venga anch'io?" "no, non c'è bisogno, c'è anche brutto tempo, Franco verrà con me e anche quel Matteo ci darà una mano".

"fatemi sapere allora, sono preoccupata". Gli dico mentre i due fuggono via.
Il temporale si fa avanti impetuoso, entro in casa chiudo tutto e stacco il telefono fisso, se Andrea dovesse chiamarmi penserà che lo abbia staccato per il temporale, oppure, dirò che la linea è saltata, potrà raggiungermi solo sul cellulare.

Aspetto mezz'ora, ora mentre il vento sposta gli oggetti e soffia furioso, esco velocissima e decisa sfreccio finalmente verso il casolare. Guido sotto la pioggia battente nel buio della notte, mentre i fulmini rischiarano il cielo denso di nuvole basse ed inquietanti. Quello che mi fa più paura è il vento che si infrange contro la macchina, ho quasi la sensazione che si sposti, che la possa ribaltare da un momento all'altro. Accelero ora sono contro vento, con questo tempo Andrea non tornerà di certo per la notte, abbiamo tutto il tempo per agire penso tra me. Ora la pioggia si intensifica, non si vede più nulla, spero tanto che Davide sia lì come d'accordo. L'ultima curva e ci sono, non posso parcheggiare nei pressi, nonostante il tempo, lascio la macchina ad un chilometro dal casolare, scendo e mi trovo nella tempesta.

TURCHESEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora