L'aria leggera, il vento sottile e quel poco sole che illuminava le strade, rendeva la giornata un po' meno pietosa del solito.
-Ricordami perché siamo in giro dalle 7 del mattino quando la scuola inizia alle 8-
Joseph era l'unico che poteva aiutarmi, non parlavo con Gab già da due giorni, due interminabili giornate.
-Dobbiamo trovare il regalo perfetto-
Il mio migliore amico sospirò ancora ma questa volta con lo sguardo rivolto verso alcuni ragazzi.
-Tua sorella ha ragione, fai colpo su tutti-
-Piccola, voi avete le tette noi lo charme-
Risi alla sua battuta notando un briciolo di verità nelle sue parole.
-Beh io non ho entrambe quindi-
Sorrise anche lui e dopo avermi strinto in un caldo abbraccio ci dirigemmo verso il centro.
Era da molto che non ci andavamo, ma non era cambiato molto, vetrine con abiti da sogno, il solito carrettino degli hot dog, la solita canzone d'amore suonata dal violinista e i soliti turisti che applaudivano senza neanche capire. Capire la tristezza di quell'uomo che suonava le solite canzoni per la stessa donna da ben 10 anni, la donna che lo faceva sognare come neanche una stella può fare, la donna che lo ha reso felice nonostante le difficoltà, quella stessa donna che non era riuscita a vincere un male maggiore, il cancro. Il violinista si chiamava Salvatore, era italiano ma viveva qui da circa 30 anni, aveva 45 anni ma ne dimostrava di meno. L'aria trasandata e il cuore a pezzi gli davano quell'aria di disperso. Io e Jo gli avevamo chiesto una volta del perché della monotonia della sua musica e lui ci aveva raccontato la storia d'amore più bella di sempre. Ci avvicinammo e lasciammo la solita mancia a Salvatore, che ci ringraziò con il solito occhiolino.
-Credi che ameremo mai una persona come l'amata lui?-
-l'amore è distinto, non troverai mai qualcuno come loro perché nessun amore si ripete-
Joseph aveva ragione, niente poteva ripetersi, niente era uguale, tutto andava avanti e cambiava.
-Hai qualche idea per Gab-
-Non ancora-
-Ti conviene sbrigarti, 20 minuti e poi abbiamo scuola-
Non avevo alcuna idea, avevo solo una gran fame, per andare da Jo avevo saltato la colazione e la mia pancia proclamava cibo.
-Ho fame-
-Ma se mangi sempre! Dolci al cocco, cioccolata e schifezze di ogni genere-
-Smettila-
Tirai uno schiaffo sul suo braccio anche se aveva ragione, era una gran mangiatrice soprattutto di dolci, soprattutto quelli di Coco's. Io e Gab avevamo scoperto quel posto alla nostra prima uscita come amici ed era diventato il nostro preferito.
Se non avessimo litigato.
-Ma certo come ho fatto a non pensarci!-
-A cosa?-
-Andiamo da Coco's-
-Ma sono almeno 15 minuti a piedi-
-Vuol dire che salteremo la prima ora-
Presi Jo dalla manica e lo trascinai con me. Gab adorava i cupcake al cocco, avevo trovato la soluzione a due problemi, la mia fame costante e la missione "recupera amicizia".
Caminammo per circa 20 minuti, con le continue lamentele di Jo e le sue continue pause per provarci con chiunque.
-Arrivati-
Entrammo da Coco's e fortunatamente nulla era cambiato. La solita cassiera bionda dal tenero sorriso di chi aveva il lavoro migliore del mondo, i dolci perfettamente posizionati e ricoperti da ogni tipo di decorazione e lei, Mama Coco.
Era la donna più allegra al mondo, aveva circa 70 anni ma ne dimostrava almeno la metà. Sempre felice e spensierata, con il viso sporco di farina e cioccolato.
-Coco!-
Dissi quasi saltandole adosso e abbracciandola.
-Chica! Cosa ci fai qui senza il tuo amichetto?-
-È per lui che sono qui, devo farmi perdonare-
-Allora niente è meglio dei dolci della mamita-
Coco preparò una confezione da sei dei dolci a cocco e me ne offrì uno sapendo della mia voglia infinita per i dolci.
-Buona fortuna-
Salutai Coco con un ultimo abbraccio e io e Joseph ci affrettamo per la seconda ora.
-Sei sicura di non voler saltare anche questa-
-Cammina sfatigato-
Ci dirigemmo verso l'aula di chimica che stranamente era più affollata del solito. Andai verso Emma, la salutai
con un cenno di mano e andai dritta verso Gabriel che era occupato a discutere con un ragazzo della squadra.
-Possiamo parlare-
Gab rivolse lo sguardo su di me o per meglio dire su quello che avevo fra le mani.
-Sbaglio o quella è una confezione di Coco's-
Sorrisi e la posai sul suo banco.
-È per te-
-Mi vuoi corrompere-
Annuì e notai un leggero sorriso sul suo viso.
-Lo sai che non resisto ai dolci al cocco-
-Allora mi perdoni?-
Sorrise, prese uno dei dolci e lo mangiò molto lentamente, assaporando ogni briciola di zucchero e di ansia.
-Mi hai fatto arrabbiare molto, lo sai vero?-
Annuì senza dire niente.
-Sei così rompipalle-
Mi avvicinai a lui mettendosi alla sua destra.
-Così fastidiosa-
Alzò il suo sguardo verso di me e poi sorrise e sorrisi anch'io.
-E ti adoro proprio perché sei la peggiore amica del mondo-
Si alzò e mi abbracciò. E solo in quel momento capì quanto davvero mi era mancato, quanto ero dipendente dalla nostra amicizia e dal suo modo di volerni bene.
-Mi sei mancato-
Lo abbracciai ancora fino a quando non fummo interotti da Jo e Emma che si aggiunsero al nostro abbraccio.
-Finalmente-
-Il gruppo è di nuovo completo-
Esclamò Emma con troppo entusiasmo, tanto da far girare metà classe verso di noi, tranne un gruppetto nel fondo.
-E quelli chi sono? Non sono della nostra classe-
-Non lo sai, bhe la scuola qui vicino ha avuto alcuni problemi così hanno trasferito alcune classi qui da noi-
-Quale scuola?-
Chiesi sempre più curiosa.
-Quella di mio cugino Julian-
-Non è nostro cugino- si intromise Jo -È solo il figlio di un amico di nostro padre, niente di che, il solito ricco rompipalle.-
-Tu lo conosci?-
Chiesi a Gabriel che non faceva altro che guardare il gruppo di ragazzi con rabbia.
-Sono degli stronzi-
Non chiesi nient'altro poiché la professoressa Lisandri entrò con la sua aria dispersa e i soliti 10 minuti di ritardo.
Il gruppo in fondo alla classe venne richiamato e solo dopo alcune battute presero posto dal primo ragazzo dagl'occhi azzurri all'ultimo dagl'occhi nocciola. Sembrava familiare, troppo familiare, lo guardai ancora qualche istante e quando il suo sguardo finì su di me e il sorriso prese forma sul suo viso, lo riconobbi.
Richiamai Jo tirandolo per la manica, il mio migliore amico si avvicinò e quasi sottovoce chiesi chi fosse il ragazzo .
-Quello è Julian-
-È lui-
Dissi convinta attirando la completa attenzione di Joseph.
-È lui il ragazzo dell'altra sera-
Joseph rimase basito mentre io cercavo di evitare i continui sguardi di Julian.
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Carpe diem 🎈
RomanceVi siete mai chiesti quale fosse l'attimo giusto da cogliere? Cosa può essere quell'attimo da essere così importante? Alexandra, detta Alex , cerca da sempre chi ha preferito abbandonarla piuttosto che vivere l'attimo con lei, è testarda e sognatric...