Trascorsi l'ultima serata con James ed andò tutto perfettamente. Mi piacquero soprattutto i 50,000 dollari sul mio conto personale.
Non c'era niente di bello in quel mestiere ma tutti quei soldi avrebbero aiutato la mia causa: garantire un futuro a mia figlia, viziarla, come nessuno aveva fatto con me, darle un'istruzione che la facesse diventare una persona importante, autorevole. L'avrei mandata al college, qualsiasi college lei volesse perché io non c'ero andata e non doveva finire come la madre, non l'avrei mai permesso.
Il mattino seguente mi svegliai sempre in quell'albergo e feci la mia solita chiamata mattutina. "A casa tutto bene, torna presto, Aria è a scuola, come stai, ti sento triste." Mia zia ripeteva in loop quelle parole, l'avrei ringraziata a vita per quello che si era prestata a fare per me ma doveva avere solo un altro po' di pazienza, anche se ne aveva avuta fin troppo anche con me.
Mi sedetti al mio solito posto fuori, al sole, e cominciai a scrivere sul mio quaderno. Parole a caso, parole forti, parole mie e solo mie, che nessuno avrebbe mai letto. Mi aiutavano a capire chi fossi, a tenermi con i piedi a terra e a non farmi risucchiare da quel vortice in cui mi ero addentrata.
-Ehi, vagabonda, sei ancora qui?- sentii la voce di Alex dall'altra stanza.
Alzai lo sguardo ed era con la camicia bianca sbottonata, la sigaretta perennemente tra le labbra ed i capelli tirati perfettamente all'indietro.
-Ehi, si, solo per oggi. Domani vado via.-
-Dove vai?-
-A casa.-
-Di dove sei?-
-Di New York.-
-Wow, bellissima. Ti invidio.-
-Tu? Il tuo accento inglese è abbastanza marcato.- gli chiesi chiudendo il mio quaderno e accendendomi una sigaretta.
-Si, sono di Sheffield ma mi sono trasferito qui da poco con la mia band.-
-Band? Sei un musicista?-
-Si, sono il frontman degli Arctic Monkeys.-
-Cazzo, si vi conosco ma non mi sono mai impegnata a conoscere i vostri volti.- rise. -Figo, siete bravi.-
-Grazie. Quindi te ne ritorni a New York ed io non potrò più vederti.-
-No, in verità ho un appartamento qui, in centro.-
-E perché eri qui con quell'uomo?-
-Storia lunga.-
-Ci rivedremo?-
-Alex...-
-Si, è complicato. Se non ti piaccio... dillo, siamo adulti.-
-Non capisco perché debba giustificarmi con uno sconosciuto.-
-Hai ragione, sono stato impulsivo ma... non posso farci niente, mi attrai.-
-Ci rivedremo forse... un giorno... chissà.- dissi alzandomi per avvicinarmi a lui. -Mi affascini Alex Turner ma non è possibile uscire insieme.-
-Non ci scommettere.- sorrisi e lo guardai divertita.
-Ciao Alex, è stato un piacere conoscerti.-
-Ciao Elizabeth, non scordarti di me.- gli sorrisi ed entrai in camera. Non mi sarei dimenticata di lui, non mi sarebbe stato possibile.
Nel pomeriggio chiamai la mia agente chiedendo se ci fosse qualche cliente in vista ma mi disse che al momento ero libera. Potevo oziare nel mio appartamentino alla Carrie Bradshaw fin quando qualche ricco ed annoiato uomo richiedesse la mia presenza.
Appena entrai in casa mi sentii grata per avere qualche momento che fossero ore o qualche giorno soltanto per me stessa. Potevo scrivere, rilassarmi ed uscire dal personaggio di sexy donna elegante e sicura di se perché ero tutto fuorché quelle cose.
Il giorno dopo mi dedicai un po' a me stessa, andai dall'estetista di fiducia, mi rilassai nella spa e feci un po' di shopping. Nel tardo pomeriggio mi chiamò la mia agente dicendomi che un cliente aveva chiamato per me ma non voleva svelarmi ancora l'identità quindi il mio ritorno a New York fu rimandato. Fortunatamente il cliente era a Los Angeles e non mi sarei dovuta spostare. Ci saremmo incontrati in un ristorante per cena, uno molto rinomato in città.
Scelsi cosa mettere per la serata e cercai di entrare di nuovo nel personaggio. Mancava poco per completare il gruzzoletto che avevo deciso di mettere da parte per me e per Aria. Un milione. Avevo da parte già per noi
500.000 dollari e a parte le tasse e le spese avrei raggiunto l'obbiettivo in poco più di un anno o un anno e mezzo. Tutto dipendeva da quanto erano disposti a pagare per avermi.Scelsi un vestito bianco, con scollo a barca e con gonna svolazzante, tacchi alti rossi e borsetta Chanel bianca. Arricciai i capelli e il trucco lo lasciai sobrio, solo eyeliner e rossetto rosso.
Chiamai un taxi e gli comunicai la direzione. Un ristorante italiano vista mare. Arrivata lì restai incantata dall'atmosfera romantica e suggestiva.
Entrai nel ristorante e chiesi per il tavolo numero 4. Era in una terrazza. Vidi l'uomo che avrei dovuto accompagnare ma era di spalle. Aveva una figura esile, fasciata da una giacca nera. Mi avvicinai per conoscerlo e gli misi una mano sulla spalla. Girò la testa e mi guardò negli occhi ed io non potei credere ai miei. Sussultai.
-E tu cosa diavolo ci fai qui?-
-Non è questo il modo di accogliere e conoscere un cliente. Prego, siediti.-
Mi sedetti incredula e cercai di capire perché avesse speso dei soldi per avermi.
-Mi spieghi cosa sta succedendo Alex? Hai sborsato una cifra per venire a letto con me? E come fai a sapere che lavoro faccio?-
-Una cosa per volta.- disse bevendo un po' di vino bianco. - Mi piacevi e non sapevo come fare per conoscerti meglio visto che eri così sfuggente. Poi, una sera, sentii un cameriere dell'albergo dire di preparare la cena per la signorina Grant nella stanza 505, quella accanto alla mia, così ho cercato il tuo nome su Google.-
-Stalker livello centomila.- rise.
-Ho visto le tue foto eleganti e sobrie rispetto alle altre sicuramente molto più spinte. Mi hai attratto dal primo momento in cui ti ho vista sola in quel bar. Hai un'eleganza che mi smonta, che mi fa sentire inadeguato e mi piace. -
-Bene, grazie, sono lusingata. Adesso quindi ho l'obbligo di essere tua. Ti sei tolto lo sfizio.- dissi con un po' d'amaro in bocca.
-Non ho intenzione di venire a letto con te fin quando tu non lo deciderai.-
-Cosa? Che senso ha?-
-Voglio solo conoscerti.-
-Allora non posso accettare i tuoi soldi, mi dispiace.- mi sentii lusingata davvero, in imbarazzo, ma un imbarazzo buono, quello che ti fa arrossare le guance e abbassare lo sguardo.
-Se tu non li accettassi vorrebbe dire che qualsiasi altro uomo potrebbe averti e... sai, sono molto possessivo, andrei in bestia.-
-Quindi tu mi stai dicendo che hai sborsato una cifra assurda per conoscermi e non l'hai fatto "normalmente" perché ti fa ribrezzo il fatto che io sia una escort e solo il pensiero che un altro uomo mi tocchi, pur essendo solo una conoscenza tra di noi, ti da fastidio?-
-Non mi fa ribrezzo che tu sia una escort.-
-Beh se non fosse così mi avresti invitata ad uscire come tutte le persone normali.-
-Ti ricordo che l'ho fatto in svariate occasioni ed il tuo "NO" secco mi è sbattuto in faccia peggio di un cazzotto.-
-L'ho fatto perché il mio lavoro è... questo e mi imbarazza dire ad un uomo che sto conoscendo "ehi, faccio l'escort di lusso, mi raccomando non guardarmi disgustato", ho una situazione familiare un po' difficile e tutto questo mi preclude di conoscere un ragazzo.-
-Lo posso immaginare ma a me non interessa voglio solo conoscerti e se non andrà bene, sempre se tu vorrai, le nostre strade si separeranno.-
-Cosa dovrei dire, mi stai mettendo in difficoltà.-
-Vai ad istinto, fai quello che senti di fare senza pensare. Buttati, ti va di fare questa cosa con me?-
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Lust for Life.
FanfictionAttenzione! Contiene contenuti per adulti e scene di sesso descritte esplicitamente. La vita è terribilmente dura se non hai nessuno a cui aggrapparti, un paracadute che ti salvi o semplicemente un amico. Bella da far paura, spigliata, gentile ma...