Roberta era una di quelle tante persone che fin da piccola aveva avuto tante passioni ma non ne aveva portato a termine neanche una. A partire da quando aveva quattro anni, con la danza, a finire con la seconda laurea iniziata e mai presa. A scuola era sempre stata bravina, nulla di particolarmente eclatante; aveva scelto di fare il linguistico, poiché amava e ama lo spagnolo, e l'inglese (ma di meno).
All'età di 15 anni sapeva già cosa fare del suo futuro: andarsene da qui.
Non che non le piacesse l'Italia, anzi, ma era una che cercava sempre qualcosa di nuovo,così come nei suoi quadri, cercava sempre qualcosa di innovativo, forse per compiacere i suoi genitori, forse perché aveva il bisogno di sentirsi diversa.
Come appunto detto, dipingeva. Si tratta di quadri soprattutto astratti, sull'universo e talvolta sugli animali; suo padre gli aveva trasmesso la passione per i cani e i cavalli, gli animali per lei, più belli e dolci che possano esistere.
Il padre, Filippo Noro,era alto ma nella media, di pelle poco scura e gli occhi chiari. Era un medico dell'ospedale di Pisa, dove erano nate Roberta e sua sorella Luisa.
La mamma, Rita Bisca, era slanciata, poco meno alta del marito, chiara di carnagione ma occhi scuri e profondi come pochi. Era una delle segretarie di una grande azienda di abiti di moda, ma infondo non aveva nessuna carica importante per la sua società.
Poi c'era Luisa, un po' pienotta ma carina, era più piccola di Roberta di qualche anno, ma si portava grande; lei era sempre stata la grande studiosa della famiglia. Aveva la specialistica in oculistica, probabilmente avrebbe poi aperto con un suo amico un negozio di occhiali, una volta terminati tutto gli studi.
In fine,Roberta.
Forse era la più bella tra tutte le cugine e anche della sorella, ma di una bellezza disarmante: i suoi parenti sarebbero stati contenti se si fosse iscritta ad un qualsivoglia concorso di bellezza ma la sua timidezza, non la faceva mai mettere in primo piano, non le piaceva per niente.
Solo per la pittura, tanto amata, a volte si metteva in risalto: avrebbe voluto avere una carriera, come sua zia di secondo grado che, in Germania, negli anni '50 aveva avuto tanta fortuna.
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¡Delitto al negozio!
AcakUna ragazza qualunque, in una famiglia qualunque, in un omicidio qualunque -da terminare