Capitolo 1

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Primo giorno di scuola. Ansia totale. La sveglia suona e io non esito ad alzarmi dal letto con la mia solita voglia di vivere pari a zero. La prima cosa che faccio è guardare l'orologio, ero in anticipo di un sacco di tempo quindi scendo le scalette del mio letto a castello tranquillamente e mi dirigo verso la cucina.
Sul tavolo trovo già la colazione, preparata con amore da mia madre. Forse Lei era una delle pochissime persone in grado di farmi ridere, Anche perché era la prima persona a cui mi affidavo davvero.
Mi siedo e man mano che faccio colazione guardo l'ora per non essere in ritardo. Finito, vado a lavarmi, mi faccio una doccia velocissima e vado a vedere cosa mettermi. Opto per un semplice leggins nero e una maglietta bianca con le strisce rosse, accompagnato il tutto da una felpa nera molto larga e delle scarpe da ginnastica. Mi trucco un po' , mi metto la cartella sulle spalle e saluto mia mamma per poi avviarmi verso la scuola.
Nel tragitto ero totalmente sommersa da pensieri... dicevo tra me e me :
so come andrà a finire quest'anno , tutti gli anni é lo stesso. Non voglio sentirmi io quella sbagliata... Anche se non ne ho colpe.

Coscienza:
Smettila di essere così tanto negativa, anche se ogni anno è uguale, non puoi sapere se questo sia loro sosia. Devi smetterla.

Io:
Ah... Dicono tutti così, poi dopo si dimostra anche peggiore la situazione. E stai zitta coscienza! Tanto se qualcosa deve succedere lo farà comunque. Non posso fermare il destino...

Coscienza:
Io ti ho avvertita, poi non ti lamentare. A proposito, invece di perdere tempo a pensare queste cavolate, pensa al fatto che sei arrivata a scuola!

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Faccio un bel respiro ed entro in classe. Tutti gli occhi ricadono su di me che, il primo posto libero che trovo, vado a sedermi. Scelgo il posto più vicino alla cattedra  ma più lontano dai compagni, in modo che, se mi facessero o di dicessero  qualcosa, avrei potuto replicare il gesto più facilmente al/alla prof.
Avevo parecchia paura dei mei compagni di classe, specialmente perché mi hanno minacciata più volte. Ho sempre tenuto tutto nascosto. Ero consapevole che non era una cosa giusta da fare ma alla fine, ho sempre ascoltato la mia mente dato che nessuno, oltre ai miei genitori, mi aveva mai dato un consiglio. Mi sentivo sola. Non accettata e, ancora peggio, rifiutata e isolata dalla maggior parte della mia classe. Ero sicura. Ormai non ci sarebbe stato più nulla da fare.
Uscita da quello stato di pensiero profondo, inizio a guardarmi attorno. Non vedo nulla di interessante così prendo un foglio e comincio a disegnare.
Disegno una figura in posa con delle ali da Angelo nero e un abito che gli cala Morbido sul corpo.

«Allison, stai ascoltando?!»
«ehm... S-si prof»
«non mi pare proprio, o ascolti o sarò costretta a metterti una nota! »

Decine di occhi e risatine stupide mi assalgono. Decido allora di mettere il disegno in cartella e cercare di capirci qualcosa della lezione.

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Alla Ricreazione...

Beh... Non mi restava che provare a parlare con qualcuno. Così mi avvicino al gruppo di ragazze più vicino. Saluto gentilmente e cerco di scambiare qualche parola . Quel gruppo di oche decide di dire un'altra delle loro scuse per allontanarmi. Perché, si Lo avevano già fatto altre mille volte... E ancora, per speranza, ho deciso di riprovarci.

Io: «ciaoo, come vaa?»
X : «ragazze andiamo in bagno?»
X: «certo tesoro»

Ero rimasta lì  a guardarle con disprezzo mentre loro con gusto e aria altezzosa se ne andavano. Sconfortata e malediciendomi per quel gesto torno al mio posto. Tiro fuori un altro foglio e comincio a disegnare. Questa volta metto su carta un bozzetto di una bambina che ha un chupa chups in una mano e
Un vestitino carinissimo. Disegnare mi tranquillizzava. Lo fa tutt'ora.
Nonostante questo La mia testa scoppiava. Non riuscivo ad accettare che la gente mi dovesse lasciare esattamente come uno straccio a fare la polvere in un angolino, senza curarne la minima presenza. Ero stanca di quella situazione ma, non potevo fare altro che aspettare che finisse Tutto. Non potevo nemmeno ribellarmi perché sarebbero stati tutti tentativi alla grande falliti...

Più passano i giorni più sento il bisogno di essere capita... Tornavo a casa piangendo. sempre. Il culmine della mia rabbia la raggiungo in una giornata di rientro a scuola per un'ora d'inglese in mensa.

Io: «per favore ragazzi potete ascoltarmi un secondo....?»
Dopo vari minuti....
X: «dipende»
Io «perché dipende?»
X: «se dici qualcosa di interessante forse ti ascoltiamo.»
Io: « ehm.. Volevo solamente dirvi di non escludermi. Perché lo fate? Cos'ho di sbagliato? Cosa vi ho fatto di così brutto per farmi cose del genere?!»

Beh la risposta che ho ricevuto poco dopo è stata
X: «boh. Perché sei tu.»

Inizio a grattarmi molto forte il dorso della mia mano facendomi quasi uscire il sangue dalla rabbia. Ad un certo punto sento una frase che mi fa  talmente arrabbiare che....

___________________________________scusate per gli eventuali errori__

Helloooooh
Spero che questo primo capitolo non sia stato troppo noioso
E che vi abbia interessati :3 ❤️

Zaohh!

Un Amore Così Lontano Ma Così Vicino //COMPLETA//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora