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Il nulla circonda Il Salvatore. È un nulla bianco e candido. I suoi amici sono spariti improvvisamente e lui è rimasto da solo con Le Fou; un pazzo urlante. Ma appena Mikah è uscito di scena, la maschera si è calmata. 

Si può definire una persona, quella maschera?

“Apparentemente i tuoi amici si sono svegliati.”

Il Salvatore incrocia le braccia. “Almeno stai facendo silenzio. Mi dispiace averti dato fastidio”

La maschera lo fissa. 

“Io sognavo di essere un eroe. L’eroe che avrebbe salvato il mondo dalle catastrofi.” L’eroe lo guarda scettico.

“Strano detto da uno che fa parte dellOroboro.”

La maschera si muove come se fosse un corpo che scuote la testa. Un segno di umanità.

“La Maison Dieu è un uomo deplorevole, ma ha un grande carisma e crede ciecamente nei suoi ideali. Ci crede tanto che spinge anche gli altri a crederci. Ha convinto il papa e tutto l’Oroboro che la morte sarebbe stata un dolce e nobile viaggio. Ma dopo anni di studi, come tutti gli umani dotati di intelletto, ho cominciato a farmi delle domande. E le domande hanno portato ad altre domande. Così che ho cominciato a convincermi.. che la fine non sarebbe stata così necessaria. Ma nessuno la pensava come me, e da solo non sarei mai stato capace di andare contro, fino ad arrivare a usare la forza, l’Oroboro.”

“Quindi” Prosegue Il Salvatore meditabondo “Hai cercato potere. Hai fallito e sei arrivato a.. questo.”

“Oh.” La maschera sembra mostrare sempre più sentimenti. E in questo momento sembra.. triste. “Sì.”

“E ne sei pentito?”

La maschera esita. “Sì, ma non per le motivazioni che ho avuto bensì per il risultato scadente e autodistruttivo. Ho passato la mia vita ad allenarmi, e la mia ricerca della perfezione e di un potere sempre maggiore mi ha bloccato, reso immobile come uno storpio dalle larghe e oniriche vedute.”

Ma Il Salvatore non sembra impietosirsi. Anzi, sorride. Il sorriso a trentadue denti è la specialità del monaco. È l’espressione che gli si addice di più.

“La tua storia non è ancora finita. Anzi, non è nemmeno cominciata.”

La maschera lo guarda in silenzio.

“Io credo nel destino. Credo nel fatto che tutti al mondo hanno un ruolo. Non hai ancora trovato il tuo momento, ma non sei morto e il mondo non è ancora finito. E non finirà finché tutti noi non abbiamo dato la nostra parte, adempito al nostro ruolo e permesso al fato di proseguire nel suo percorso.”

Corpi senza testa si avvicinano ai due ragazzi. Corpi del Generale, che si vergogna della sua incompletezza come un uomo di fronte a un ragazzo che si limita a essere sincero con lui.

Cerca di richiamare i corpi ma non ci riesce. Perché la sua anima è come uno specchio in frantumi, la sua volontà e i suoi desideri si riflettono deformi e inconcludenti.

“Come sai tutto questo? Io dovrei saperlo, io dovrei sapere tutto meglio di te trovandomi in una posizione superiore alla tua. Sono un Dio fatto a pezzi, ma sono comunque più in alto di te.”

Il Salvatore scrolla le spalle. “Lo so e basta. L’ho sempre saputo, perché il destino è vicino al mio elemento.”

“Stolto. Il destino non ha elemento.” Il nulla attorno a loro prende forma. È sempre tutto bianco, con vaghe sfumature di grigio. M sono comparse palafitte, alberi radi, capanne e un immobile mare.

“Questa è Venexia” dice il monaco. È molto simile a come Il Salvatore se la ricorda, ma resta comunque imprecisa. Come se fosse un disegno a matita. L’acqua è immobile, finta, e manca quella brezza marina onnipresente e rinfrescante piena di salsedine.

Gaia: Elemental WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora