Capitolo 5

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-Papà! Papà è arrivata! La lettera è arrivata!!!- gridò di gioia Draco, mentre entrava nello studio di Harry.
 
Dopo la chiacchierata di Blaise, era passato un altro anno ed ora Draco correva per la casa, sventolando la lettera d’ammissione per la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
 
-Lo so tesoro, la preside mi ha avvisato, la settimana prossima andremo a Diagon Alley a comprare le cose per la scuola. –disse sorridendo Harry, vedendo la felicità e l’emozione dipinta sul volto del suo Draco.
……………………………
Una settimana dopo, Draco ed Harry si teletrasportarono tramite camino a Diagon Alley.
Draco non faceva altro che rimirare la pergamene con la lista delle cose da comprare.
 
 –Allora Draco per prima cosa andiamo a comprare, le divise e i mantelli. –disse Harry, entrando nel negozio di Madame McClan.
 
-Buon giorno Signor Potter, è un piacere rivederla… sono passati tantissimi anni da quando anche lei è venuto nel mio negozio, per comprare le divise scolastiche. –disse una donna tozza dai modi burberi.
 
-Salve Madama, è sempre un piacere vederla. –rispose di conseguenza Harry, esibendosi in un baciamano.
Draco osservava imbarazzato il comportamento di Harry.
 
-Signor Potter in cosa posso esserle utile? –chiese la donna, scrutando il ragazzo al suo fianco.
 
-Dovremmo ordinare… -iniziò a spiegare Harry prendendo la lista dalle mani di Draco –Tre completi da lavoro in tinta unita, un cappello a punta da giorno in tinta unita, un paio di guanti di protezione in pelle di drago e un mantello invernale con alamari d’argento … tutto rigorosamente nero. –ordinò l’Auror, mentre una penna prendiappunti scriveva l’ordine.
 
-Forza ragazzo sali sopra lo sgabello, che devo prendere le misure. –disse la donna, mentre Draco eseguiva l’ordine, un metro da sarta incantato prese a vorticargli attorno, prendendogli le varie misure.
 
Dopo dieci minuti di misure finalmente quella prima tortura era finita.
 
-Signor Potter, tra un paio di giorni il suo ordine le verrà recapitato a casa. –lo informò la donna, mentre l’Auror, seguito dal ragazzo, uscivano soddisfatti dal negozio.
 
-Papà finalmente, non ne potevo più di stare fermo, mentre mi prendevano le misure. –sbuffò Draco, facendo ridere il moro. –Bene ora dove andiamo Papi? –chiese ritrovando il buon umore.
 
-Dunque, credo che sia più logico andare al Ghirigoro, così depenniamo anche tutti i libri di testo. –rispose Harry, mentre camminava per le strade.
 
-Harry! Draco!! – urlò Neville, attirando l’attenzione dei due interpellati.
 
 –Zio Neville!! –rispose Draco, correndo ad abbracciarlo.
 
 –Ciao Nev, Complimenti! Ho saputo dalla McGranitt che da quest’anno prenderai la cattedra di Erbologia e sarai Capo-Casa dei Grifoni. –si congratulò il moro sorridendo.
 
-Già alla fine ho ceduto e quest’anno sarò nel team scolastico pure io, voi invece in giro per acquistare il materiale scolastico? –chiese Neville, notando la pergamena tra le mani di Draco.
 
-Si zio, siamo appena usciti dal negozio di vestiti e ora papà ha detto che mi porta a comprare i libri al Ghirigoro. –fu il ragazzo a rispondere, con gli occhi che gli brillavano.
 
-Bene, allora vi accompagno, devo prendere dei libri di testo anche io. –propose Neville.
 
 –Si, dai zio andiamo!! –disse euforico Draco, mentre seguiva i due adulti all’interno della libreria magica.
 
Recuperare tutti i libri di testo richiese più tempo del previsto.
Dopo tre ore buone finalmente il trio riuscì ad uscire “indenne” dalla libreria.
 
-Wow un'altra mezz’ora lì dentro e avrebbero dovuto mandare una squadra Auror a recuperarci. –disse Neville ridacchiando, mentre rimpiccioliva i suoi acquisti, mettendoli nella tracolla.
 
-Zio ora che devi fare? Resti con noi? –chiese Draco, mentre mangiava un pacchetto di gelatine tutti gusti +1.
 
-No tesoro, devo andare a recuperare alcuni semi di piante rare a Nocturne Alley, e non è un posto dove un ragazzo come te dovrebbe trovarsi. –spiegò Neville sorridendo.
 
-Concordo con Neville e poi noi dobbiamo andare da “Calderoni & Farmacia” per prendere calderoni e provette. –li informò Harry, seguendo la lista.
-D’accordo, allora ci salutiamo qui, buon proseguimento. –disse Neville congedandosi.
 
-Papà guarda che belle scope!! –disse ad un tratto Draco, conducendolo davanti alla vetrina di “Tutto per il Quiddich”.
 
-Si tesoro sono molto belle…- rispose Harry, soffermandosi sul nuovo modello di scopa.
 
 –Su papà andiamo a completare la lista, così dopo andiamo a comprare un gelato. –disse euforico il ragazzo, spingendo il padre nel negozio.
 
Dopo che anche calderone e provette furono acquistati, Harry era leggermente stanco, mentre Draco era tutto su di giri, mentre sfogliava uno dei suoi libri di testo.
 
-Coraggio Draco andiamo al serraglio stregato, dobbiamo procurarti un tuo gufo personale per quando andrai ad Hogwarts. –lo informò Harry conducendolo all’interno del “serraglio stregato”.
 
-Ohhhh bello, papà prendiamo questo!! –chiese il ragazzo, mostrando all’Auror una Piccola civetta Bianca e nera.
 
-Va bene tesoro, prendiamola – assentì Harry, mentre il proprietario prendeva la civetta con tutti i finimenti per mantenerla.
 
-Papà manca solo una bacchetta e poi abbiamo preso tutto. –disse il ragazzo, mostrando la pergamena all’uomo.
 
-Tieni tesoro, mi raccomando usala con giudizio. –disse l’Auror porgendo al ragazzo un cofanetto di legno, finemente lavorato, con un fiocco rosso.
 
-Che cos’è papà? –chiese curioso, mentre apriva la scatola –Wow è una bacchetta ed è tutta mia? –chiese al settimo cielo per quel regalo inaspettato.
 
-Si Draco è tutta tua, bacchetta di biancospino, 12 pollici con nucleo di Crine di unicorno. –spiegò Harry, rimettendo la bacchetta nel cofanetto.
 
-Grazie papà, ma quando l’hai comprata? Io non me ne sono accorto. –chiese Draco, abbracciando il genitore.
Aveva conservato la bacchetta di Draco per tutto questo tempo, ora era giunto il momento di restituirgliela.
 
-Non ha importanza tesoro, basta che non me ne faccia pentire. –disse l’uomo, mentre portava il figlio in gelateria.
…………………………………………………………
 
Finalmente era il 1° settembre, Draco era eccitato per il suo primo giorno alla scuola di Magia di Hogwarts, Harry al contrario era un po’ preoccupato.
Draco avrebbe passato nove mesi lontano da lui, tutto da solo, la cosa non lo faceva stare tranquillo per niente.
Per fortuna che pochi giorni prima si era messo d’accordo con Neville, nel caso qualcosa fosse andato storto, per tenerlo d’occhio.
 
Erano le 7:30 e l’espresso diretto ad Hogwarts partiva alle 10:00.
 
-Draco hai preso tutto? Possiamo andare… -chiese l’uomo aprendo la porta della camera.
 –Si papà tutto, solo volevo portare anche queste foto, posso? –chiese Draco mostrando due cornici, una raffigurante i suoi veri genitori in compagnia di Piton e l’altra raffigurava tutta la sua nuova famiglia.
 
-Certo tesoro…dai andiamo che zia Hermione e gli altri ci aspettano alla stazione. –disse il moro sorridendo, mentre prendeva la gabbietta di Sparrow (la piccola civetta di Draco), e la portava giù.
 
Harry parcheggiò la porche nera all’esterno della stazione di King’s Cross, da quando Draco aveva iniziato ad andare a scuola, si era deciso a prendere la patente babbana, in modo da poter guidare indisturbato senza ricorrere alla smaterializzazione.
 
-Dai papà muoviamoci… -dicesse euforico il ragazzo, mentre Harry prendeva un carrello per i bagagli.
 
-Draco siamo in orario, prendi Sparrow mentre io carico il baule. –chiese il moro, mentre lontano da occhi indiscreti praticava un Wingardium Leviosa sul baule.
 
-Harry, Draco siamo qui! –urlò Hermione, scuotendo la mano per farsi vedere.
 
 –Zia Herm! Zio Ron… -salutò il ragazzo, mollando la gabbietta del pennuto sul baule.
 
-Ehi pulce, guarda che ci siamo pure noi! –dissero Ginny e George sorridendo.
 
-Ehi piccoletto, quando inizierai con le uscite ad Hogsmade, passa a trovarmi al negozio. –disse ghignando George, porgendo al ragazzo un pacco colorato con lo stemma dei “Tiri Vispi Westley” disegnato sopra.
 
-Grazie Zio George, ma cosa c’è dentro? –chiese curioso Draco, rigirandosi il pacchetto tra le mani.
 
 –Aprilo quando sarai da solo in camera, è un segreto! –gli sussurrò all’orecchio il rosso.
 
-Tieni Draco, questi sono per te da parte di nonna Molly e mia. –disse Ginny, porgendogli una borsa piena di Cioccorane e dolci vari.
 
-Wow! Grazie Zia Ginny. –esultò il biondino, abbracciando la donna.
 
 –Sai Draco, io, Harry ed Hermione ci siamo conosciuti sul treno, io ed Harry stavamo mangiando una ciocco rana, quando tua zia ci è piombata addosso, iniziando a parlare della storia di Hogwarts. –interruppe Ron, beccandosi uno scappellotto dalla moglie.
Mentre i Weasley, continuavano a raccontare aneddoti al ragazzo, Harry si allontanò in disparte osservandoli.
 
-Harry che succede tesoro? A che pensi? –chiese Hermione, raggiugendolo.
 
-Pensavo alla prima volta che vidi Draco da Madama McClan, era il bambino più arrogante e spocchioso che avessi mai conosciuto, ed ora eccolo di nuovo a prendere il treno per Hogwarts, del tutto cambiato, ma in un certo senso uguale a prima. Non so se capisci cosa intendo. –spiegò il moro, notando uno sguardo di comprensione negli occhi della sua migliore amica.
 
-Harry, capisco invece, hai paura che possa succedergli qualcosa, tu, in un modo o nell’altro, gli hai voluto bene sia quando era grande che ora, sono due tipi di amore…prima era amore quello vero, anche se tu hai sempre negato, il secondo invece è amore paterno, un amore tanto forte quanto pericoloso…Draco sta crescendo ed è giusto che faccia le sue esperienze da solo, l’importante è che in qualsiasi momento, lui abbia bisogno di te, tu ci sia sempre per lui. –disse la donna, dandogli un bacio sulla guancia.
 
-Herm forse dovevo raccontargli tutta la storia, riguardo i mangiamorte e il ruolo suo e della sua famiglia-mormorò sovrappensiero Harry.
 
 – No Harry, non è ancora il momento, quando arriverà glielo diremo insieme, ora non possiamo mandarlo ad Hogwarts con queste informazioni. –replicò Hermione, abbracciandolo –Andrà tutto bene Harry, e poi Neville ci terrà informati su tutto… su ora va’ da lui tra un po’ dovrai lasciarlo andare. –finì la donna, spingendolo verso il ragazzo.
 
-Papà! Gli zii mi hanno aiutato a mettere le mie cose nel treno… -disse Draco incupendosi.
 
-Draco che succede? –chiese Harry, mentre il gruppo li lasciava soli.
 
 –Nulla... – mentì il ragazzo, facendosi scappare una lacrima, che non sfuggì ad Harry.
 
-Ehi tesoro, va tutto bene… Hogwarts è stupenda, ti farai tanti amici… sarà un’esperienza fantastica. –disse il moro, asciugandogli gli occhi.
 
-Non è questo, ho paura di deluderti –disse serio il ragazzo, guardando il padre negli occhi.
 
-Perché dovresti deludermi Draco? –chiese Harry, accarezzandogli i capelli biondi leggermente lunghi.
- Tu sei stato un Grifondoro, così come gli zii, Zio Blaise era un Serpeverde…tutti voi avete combattuto una guerra e avete vinto… ed io ho paura di prendere un maledetto treno. –disse mogio Draco, stringendo tra le dita la fibbia della tracolla.
 
-Draco ora ascoltami bene, tu non devi eguagliare nessuno di noi… devi fare le tue esperienze, senza esagerare, qualsiasi cosa farai, e in qualunque casa andrai, io sarò sempre fiero di te!! Così come i tuoi zii. Mi capisci tesoro? Siamo noi a crearci il nostro destino e non dobbiamo lasciare che sia il passato a decidere chi siamo. –disse Harry, non notando lo sguardo confuso di Draco.
 
-Papà che vuol dire, “Non dobbiamo lasciare che il passato decida chi siamo?” –chiese confuso il ragazzo.
 
-Per ora non vuol dire niente tesoro, un giorno quanto sarà il momento capirai. –rispose criptico Harry, baciandogli la fronte.
 
-Su è ora di salire Draco, fa’ buon viaggio e quando arrivi in camera, non dimenticare di scriverci… -disse Hermione, che era riuscita a captare l’ultima frase del moro.
 
-Anzi peste, scrivici ogni volta che puoi, a tuo padre in primis, ma anche a noi…- disse Ginny sorridendo.
 
-Ok Zia, non ti preoccupare vi scriverò appena mi sarà possibile, ora vado ci vediamo. –rispose Draco salendo sul treno, che era in procinto di partire.
 
Trovato uno scompartimento vuoto, si sistemò alla ben e meglio abbassando il finestrino.
 
–Ciao papà, farò il bravo te lo prometto e tu fai attenzione, quando vai in missione e non dimenticare di scrivermi come avevi promesso. –disse Draco, sporgendosi dal finestrino, mentre il treno partiva.
 
-Ciao tesoro! –rispose il moro, mentre il treno prendeva velocità, portandosi via il suo Draco, per 9 lunghi mesi.
-Harry starà bene tranquillo!! Non dimentichiamoci che sotto sotto è sempre un Malfoy. –disse George, avvicinandosi posando un braccio sulle spalle del moro.
 
-Hai ragione George, in un modo o nell’altro, Draco cadrà sempre in piedi. – replicò sorridendo Harry, mentre scrutava il binario 9 ¾.
………………………………………………………
L’espresso viaggiava velocemente sui binari, erano passate già due ore da quando aveva salutato suo padre.
Non sapendo come comportarsi, Draco si era trovato uno scompartimento vuoto e si era seduto in attesa.
 
-Ciao, scusa se ti disturbo, posso dividere con te la cabina? Le altre sono tutte occupate. –disse una ragazza dai lunghi capelli neri.
 
-Certo, prego. –disse il ragazzo sorridendo.
 
– Grazie, io mi chiamo Sunshine, piacere! –disse la ragazza, sedendosi di fronte a Draco.
 
-Piacere, io mi chiamo Draco Potter! –rispose il biondino, tendendogli la mano.
 
-Wow tuo padre è quell’Harry Potter? L’Auror per eccellenza. E Tu devi essere il bambino, che il salvatore del mondo magico, ha adottato dopo la guerra… -affermò la ragazza sbalordita.
 
-Beh credo che si possa dire così, mio padre è quell’Harry Potter. –affermò fiero Draco, offrendo alla nuova arrivata una cioccorana dalla busta, che gli aveva portato Zia Ginny.
 
-Dio sono emozionata e spaventata allo stesso tempo –disse dopo un po’ di silenzio la ragazza.
 
 –Per cosa? –chiese soprappensiero il biondino, alzando gli occhi dal libro, che stava leggendo.
 
-Tra qualche ora saremo ad Hogwarts, ho paura di non farcela a superare l’anno… e se non riesco a studiare? Se i professori non mi sopportano? Se non riesco a farmi degli amici? –iniziò a parlare a raffica.
 
 –Ehi calmati, respira…vedrai andrà tutto bene, sarai bravissima e renderai fieri i tuoi genitori. –cercò di calmarla Draco, ripensando a suo padre.
 
-Grazie Draco… ti va bene essere amici? –chiese la ragazza tenendogli la mano.
 
 –Si certo, amici! –disse sorridente il ragazzo, mentre guardava il cielo imbrunirsi e il paesaggio cambiare.
 
………………………………………………………
-Harry, sta tranquillo, durante la sua permanenza ad Hogwarts lo terremo d’occhio noi! – confermò la preside tramite il camino dell’ufficio di Harry.
-Grazie preside, ora sono più tranquillo, a risentirci. –salutò Harry sorridendo.
 
 –Potter spero di non doverla contattare per qualche guaio! Ricordo che ai tempi vostri, lei e Draco ne combinavate parecchie. –disse sorridendo la donna, chiudendo la chiamata.
 
Quando la chiamata terminò, Harry tirò un sospiro di sollievo, dopo la partenza di Draco era tornato a casa per cambiarsi, dandosi appuntamento al ministero con Ron.
Durante le prime ore era stato impegnato a firmare carte e documenti ufficiali, non la smetteva di pensare a Draco, dopotutto era la prima volta che stava lontano da lui per così tanto tempo.
Decise quindi di chiamare la preside di Hogwarts, per rassicurarsi.
 
-Amico hai finito di assillare la McGranitt? –disse ridendo Ron, accomodandosi sulla sedia di fronte alla scrivania.
 
-Ron non ho assillato nessuno, volevo solo accertarmi che andasse tutto bene con Draco–ribatté il moro.
 
-Harry, Draco è un ragazzo e sta sicuro che farà le stesse cose che facemmo noi. Solo non avrà Voldemort a minacciarlo… pensa a tutte le volte che sia tu che io siamo finiti dalla preside… Draco saprà cavarsela, poi non dimenticarti che ha gli occhi della preside e di Neville incollati addosso. –disse il rosso, mentre gli offriva un caffè dalla macchinetta.
 
-Hai ragione amico, dopotutto la guerra è finita da un pezzo e Hogwarts è sempre stata un luogo sicuro –asserì Harry, prima di passare metà dei documenti da firmare a Ron.
 
-Grazie amico … e stasera sei invitato a cena alla tana, la mamma non ammette rifiuti. –comunicò il rosso prima di iniziare a leggere la sua parte di rapporti.
 
……………………………………………………
 
-Tutti quelli del primo anno mi seguano prego, tutti quelli del primo anno da questa parte!!! –urlava Hagrid, mentre una massa di ragazzi di ogni età scendeva dal treno.
 
-Sunshine, andiamo. –disse euforico Draco, trascinandosi dietro la sua nuova amica.
 
 –Draco aspetta, non correre, rischiamo di farci male. –urlava la ragazza, continuando a seguirlo.
-Ciao Hagrid! –salutò il ragazzo, fermandosi di fianco al mezzo gigante.
 
-Ciao scricciolo, finalmente quest’anno sarai dei nostri. –disse l’omone, alzando senza fatica il ragazzo.
 
 –Già, papà mi ha chiesto di salutarti e di dirti che presto verrà a farti visita. –riportò il biondino, mentre l’uomo lo rimetteva con i piedi per terra.
 
-Draco, chi è questa stupenda signorina che è con te? –chiese curioso Hagrid, vedendo la ragazza impaurita, nascondersi dietro al ragazzo.
 
-Oh scusa, lei è Sunshine, una mia amica, l’ho conosciuta sul treno, mentre venivo qui. –rispose Draco, facendo spazio alla ragazza.
 
-Buona sera signore! –esordì con un inchino la ragazza.
 
 –Piacere signorina, prego accomodatevi sulla barca, tra poco partiamo. –disse Hagrid, prendendo di peso i due ragazzi, posandoli su una barca poco distante.
 
 
 
Il viaggio in barca durò poco, i ragazzi erano tutti rimasti di sasso di fronte alla maestosità del castello.
………………………………………………………
-Benvenuti ragazzi, prego seguitemi che tra un po’ inizieremo con lo smistamento –disse una donna anziana con un cappello a punta.
 
-Quella è la professoressa McGranitt ed è anche la preside della scuola. –disse sottovoce Draco all’indirizzo della sua amica.
 
-Draco, la preside ti sta fissando. –disse sottovoce la ragazza.
Draco si girò di scatto, incontrando gli occhi indagatori della preside.
 
 –Preside McGranitt! –salutò educatamente, facendo spuntare un sorriso sul volto della donna.
 
 –E’ un piacere rivederla Draco. –rispose la donna prima di aprire le porte della sala grande.
-Bene ora aspettate qui, quando chiamerò il vostro nome vi siederete su questo sgabello, io vi poggerò il cappello parlante sul capo e lui vi indicherà la vostra casa d’appartenenza. –disse la donna, mentre nella stanza regnava il silenzio.
Man mano che la preside chiamava i ragazzi, questi si avvicinavano titubanti in attesa di indicazione.
 
-Sunshine Wengel! –la ragazza diede un ultima occhiata a Draco prima di avvicinarsi, il ragazzo ricambiò l’occhiata con un sorriso.
 
-Bene, ragazza molto intelligente, un grande spirito combattivo e una buone dose di lealtà, so io dove mandarti bambina…GRIFONDORO!!! –urlò il cappello, mentre un ovazione proveniva dal tavolo rosso oro.
Draco guardava la sua nuova amica avviarsi verso la sua tavolata, un senso di abbandono si impadronì di lui, i suoi pensieri volarono ad Harry, al suo sorriso rassicurante, le sue braccia forti e il suo petto largo, che lo accoglieva ogni qualvolta che aveva paura.
 
Invece lì non c’era nessuno.
 
 Era solo, suo padre non c’era.
 
-Draco Potter!! –lo chiamò la McGranitt, indicandogli lo sgabello.
 
Alla pronuncia del suo nome, l’intera sala Grande sprofondò nel silenzio più assoluto.
Neville prese l’iniziativa, alzandosi dal banco dei professori, avvicinandosi alla preside, osservando preoccupato la reazione del ragazzo.
Loro erano gli unici a sapere del problema dell’abbandono di Draco
Draco si mosse verso la donna, cercando di mantenere la calma.
 
“È solo un cappello” si ripeteva, mentre con finto coraggio si accomodava sullo sgabello.
 
-Ci rivediamo ragazzo… vediamo dove posso collocarti allora sei ambizioso, ma anche tenace e propenso per il duro lavoro…Tassorosso o Serpeverde, dove ti colloco? – disse il cappello incerto.
 
-Ti prego no Tassorosso! No Tassorosso! – ripeteva come un mantra Draco.
 
–No Tassorosso… va bene credo che ti smisterò in SERPEVERDE!!! –urlò il cappello, mentre Draco si dirigeva verso il tavolo della sua casa.
I vari membri della casa lo accolsero tutto sommato con calore, tutti tranne due ragazzi, uno del secondo e uno del quarto, che lo osservavano disgustati.
 
-Ehi Johan, hai visto chi ha trovato il coraggio di presentarsi? –chiese un ragazzo moro con gli occhi castani, mentre scrutava Draco.
 
-Calmati Carton, abbiamo nove mesi per rendergli la vita impossibile… dopotutto se i Malfoy non avessero tradito Voldemort, non si sarebbe divertito ad uccidere le nostre famiglie. –rispose ghignando Johan.
 
-Ma si hai ragione, dopotutto è solamente il primo giorno. –rispose il ragazzo, tornando a mangiare.
 
 
La cena era stata fantastica, Draco, abituato a non dividere la camera, si era trovato a dividerla con altri tre ragazzi.
Sembravano ragazzi apposto, prese una pergamena e una penna e si avvicinò alla scrivania.
 
-Ehi Potter, che stai facendo? –chiese un compagno di stanza curioso.
 
–Nulla Jim, sto solo scrivendo a mio padre, gli avevo promesso di farlo il prima possibile.
………………………………………………………
 
La cena a casa Weasley era stata come al solito caotica, Molly si era data da fare come sempre, aiutata da Ginny ed Hermione.
Harry, Ron e George erano in salotto a bere un bicchiere di Firewisky.
–Harry, vieni c’è Sparrow con una lettera di Draco. –urlò Ginny, mentre la piccola civetta volteggiava sulle loro teste, tenendo gelosamente la lettera tra le zampe.
 
-Sparrow!! –la piccola civetta sentendosi, chiamare, con grazia andò a posarsi sulla spalla dell’uomo, porgendogli la lettera.
 
-Harry che dice? –chiese Molly curiosa, mentre tutti gli altri si sedevano in attesa.
 
Harry, con la civetta ancora appollaiata sulla spalla, aprì la lettera.
 
 
“Ciao papà,
Scusa se non ti ho scritto prima ma… me ne ero dimenticato….
 Il viaggio in treno è stato fantastico, ho fatto amicizia con una ragazza molto carina, anche lei è del primo anno, si chiama Sunshine Wengel… Lei è stata smistata a Grifondoro purtroppo…quindi non siamo della stessa casa…
Quando la preside ci ha accompagnato in Sala Grande, è stato tutto fantastico, tranne quando hanno chiamato il mio nome…tutta la sala era ammutolita, credo che mi sia venuto un attacco di panico, mi mancavi…volevo correre tra le tue braccia e piangere, ma ad un tratto mi si è avvicinato lo zio Neville…mi sono calmato.
Il cappello parlante era indeciso se smistarmi tra Serpeverde o Tassorosso… io ho chiesto Serpeverde, anche perché mi faceva sentire più vicino a te! Lo so che tu eri un Grifondoro, per questo mi dispiace non essere stato messo nella tua stessa casa, ma Serpeverde mi ha ricordato quando mi parlavi in serpentese…mi piaceva tanto quel suono, per questo ho scelto Serpeverde.
Purtroppo zio Neville è capocasa dei Grifondoro, il nostro invece è il Professor Lumacorno.
Condivido la stanza con altri tre ragazzi del primo anno: Jim, Elliott e Stuart, mi sembrano persone simpatiche, ma non posso dirlo ancora con certezza, li conosco solo da un paio d’ore.
La stanza è molto bella, ma niente a che vedere con la mia camera, dovrò imparare a condividere lo spazio…
Papà salutami la nonna e il nonno Weasley, zia Ginny e Hermione e zio George.
Ringraziali da parte mia per i regali e digli che mi dispiace non essere andato a Grifondoro… ora ti lascio, il coprifuoco è scattato da un pezzo.
Mi manchi tantissimo, non vedo l’ora di tornare a casa da te…
Non ti dimenticherai di me vero? E fai attenzioni nelle missioni al ministero!
Buona notte Papà
D.P.”
 
-Oddio Serpeverde??? –disse semi sconvolto Ron.
 
 –Ron in un certo senso ce lo aspettavamo, è sempre stato “Il Serpeverde”, vero Harry? –chiese Hermione, osservando l’Auror.
 
-Si Herm, ma a me va bene così, in qualsiasi casa si trovi, rimarrà sempre il mio Draco. –rispose sorridendo, mentre Ginny gli si slanciava tra le braccia.
 
-Harry, Draco starà bene… se vuoi per stasera puoi restare a dormire qui, invece di tornare a casa, per noi non c’è problema. –disse Molly, avvicinandosi all’uomo.
 
-Ti ringrazio Molly, ma preferisco tornare a casa, scrivo una risposta a Draco e poi vado a dormire, domani ho il turno di ricognizione a Nocturne Alley. –spiegò l’Auror, salutando tutti, prima di smaterializzarsi a Grimmund Palace, mentre Sparrow se ne tornava ad Hogwarts.
 
 
……………………………………………………….
 
 
La casa era buia e silenziosa, niente a che vedere con il caos, che regnava quando Draco gli si arpionava addosso dopo il lavoro.
 
-Padron Harry, Kreacher ha preparato il bagno caldo. –disse l’elfo, sparendo subito dopo.
 
 –Grazie Kreacher, ora scrivo un attimo a Draco e poi vado, buona notte. –rispose l’uomo, prendendo una pergamena e una piuma.
 
 
“Caro Draco,
Innanzitutto complimenti per la tua casa d’appartenenza, è una casa molto importante e io sono molto fiero di te.
Spero che ora tu stia bene, per ogni cosa puoi riferirlo a zio Neville, lui me lo verrà a dire e io sarò subito a te,
Gli zii e i nonni ti salutano e ti abbracciano forte, anche loro sono orgogliosi di te.
Mi manchi anche tu tesoro, la casa è vuota e fin troppo silenziosa…
Mi raccomando fai il bravo e studia…e cerca di non cacciarti nei guai (almeno per un po’)
Ti abbraccio forte…
H.J.P”
 
Mentre il gufo dell’Auror, prendeva il volo con la lettera, Harry decise che era proprio ora di farsi quel bagno caldo per poi andare a dormire.

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