Capitolo 3

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 Erano appena le otto di mattina, quando Hermione fece irruzione nel salotto di Grimmund Place.
-Harry sei già sveglio? –chiamò la ragazza, sentendo un aroma di caffè appena fatto.
–Herm sono in cucina… vuoi un caffè? –chiese Harry, porgendo una tazzina di caffè zuccherato, non appena la testa castana dell’amica sbucò nella stanza.
-Grazie tesoro, come è andata la prima notte nella casa nuova? –chiese Hermione, sedendosi su una sedia, sorseggiando il suo caffè.
-Bene Herm, pensavo peggio, ho capito che devo portare a dormire Draco più presto –iniziò a parlare il moro.
–Perché che è successo Harry? –chiese un po’ in apprensione.
-Niente, ieri sera prima di andare a dormire ha fatto dei capricci e io ho perso la calma, urlandogli contro, forse ho un po’ esagerato, perché si è messo a piangere. –spiegò Harry, sedendosi di fianco all’amica.
-Harry, è un bambino, che si è trovato in una casa nuova, con un genitore nuovo, circondato da persone, che non conosce… ha bisogno di tempo per abituarsi. – spiegò, mentre riponeva la tazzina nel lavello. –Comunque sono venuta a ricordarti che oggi sono due giorni che Draco è uscito dall’ ospedale, e alle 10 hai l’appuntamento col primario per il controllo. –gli ricordò la ragazza sorridendo
-Si, lo ricordo Herm, ma grazie lo stesso. –sorrise il moro, dandole un bacio sulla guancia.
-Bene tesoro, ora vado a trovare i miei e dopo torno alla tana, ci vediamo lì? –chiese la ragazza, avviandosi verso la porta.
-Non lo so, vedremo come va al San Mungo. –disse il ragazzo sorridendo.
-D’accordo tesoro, tienimi aggiornata. –salutò la ragazza, chiudendosi la porta alle spalle.
………………………………………
 
Erano le nove e mezza e Harry aveva preparato tutto il necessario da portare al San mungo.
-Cucciolo svegliati… -bisbigliò Harry, mentre accarezzava i capelli scompigliati del bambino.
–Ho sonno…tanto sonno papà –biascicò il bambino, continuando a dormire.
-Lo so piccolo, lo so –disse, prendendolo in braccio ancora dormiente.
Harry iniziò a vestire il bambino ancora addormentato, portandoselo in camera.
–Papà dove andiamo? –chiese nel dormiveglia, mentre alzava le braccia, per permettere ad Harry di mettergli la maglia.
-Andiamo al San Mungo, devi fare un controllo. –disse calmo il moro, mentre finiva di mettergli le scarpe.
-Non voglio, io mi sento bene –disse sicuro il bambino, mentre scendeva dal letto.
 –Lo so piccolo, ma noi ci andremo lo stesso, il dottore ti visiterà solamente, e io resto lì con te tutto il tempo va bene? -disse il moro baciandogli la fronte.
-Va bene. –rispose mogio il piccolo, facendosi prendere in braccio da Harry, prima di entrare nel camino e sparire.
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Erano fermi nel reparto pediatria da circa mezz’ora.
-Papà tutti questi bimbi devono fare il controllo come me? –chiese Draco seduto sulle gambe del suo papà.
-Non lo so piccolo, ma tu non devi avere paura, perché ci sono io, d’accordo? –ripeté Harry, accarezzando i capelli del piccolo.
-Signor Potter, scusi il ritardo, prego si accomodi. –lo chiamò il pediatra, facendolo entrare nella stanza.
-Grazie dottore. –disse cordiale, rafforzando la presa sul bambino.
-Bene vediamo come se la cava questo giovanotto. –disse sorridendo il medico, prendendo Draco dalle braccia di Harry.
-Papà… -disse spaventato il piccolo, allungando la manina verso il ragazzo.
-Calmati piccoletto, il tuo papà non scappa. Ora faremo un Catch-up –disse sorridendo il medico, mentre lo privava dei vestiti, lasciandolo in mutandine.
Dopo vari controlli di rutine il medico finalmente riprese a parlare.
-Signor Potter, il bambino sta bene, io avrei pensato di fargli il secondo richiamo del vaccino contro il morbillo, la rosolia e l’epatite, se per lei va bene. –chiese il medico, mentre continuava a visitare Draco.
-E’ lei il medico signore. –rispose calmo Harry, avvicinandosi al piccolo.
-Papà cosa deve fare il dottore? –chiese preoccupato il piccolo.
–Draco, ora il dottore ti farà il vaccino, sentirai solo un pizzicotto, che passerà presto, te lo prometto cucciolo. –tentò di spiegare Harry, accarezzando la manina di Draco.
-Siamo pronti piccolo, mi dai il braccino così facciamo la punturina?  -chiese tranquillo il medico, mentre il bambino ancora un po’ titubante gli allungava il braccio, senza smettere di fissare il suo papà.
-Draco ora sentirai un pizzicotto, farà male solo per un po’. –disse il medico, mentre con calma gli iniettava il vaccino –Fatto!!  Abbiamo finito piccolo. –disse l’uomo, lasciando il braccio del bambino.
-Papà!!! –disse Draco tentando di trattenere i singhiozzi contro la felpa del ragazzo, mentre con un colpo di bacchetta il pediatra gli rimise i vestiti.
-E’ finita cucciolo, che ne dici di andare a prendere un bel gelato? –cercò di calmarlo, stringendolo a sé.
–Signor Potter è possibile che tra 2 massimo 24 ore al bambino salirà un po’ di febbre, non si deve preoccupare è solo un effetto collaterale del vaccino. Le ho prescritto delle vitamine – spiegò il medico porgendogli la ricetta.
-Grazie Dottore, arrivederci. –salutò il ragazzo, prima di uscire, con ancora Draco arpionato al collo.
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-Draco è tutto finito, ti va di andare a prendere un gelato a Diagon Alley? – chiese di nuovo Harry, non appena furono fuori dal San Mungo.
-No, non lo voglio, voglio andare a casa. –disse asciugandosi gli occhi con le mani.
–Va bene piccolo, torniamo subito a casa. –asserì Harry, smaterializzandosi direttamente nel salotto di Grimmund Palace n 12.
-Padron Potter Signore, Kreacher deve andare a fare la spesa a Diagon Alley per la cena, a lei serve qualcosa? –chiese L’elfo, alzando le orecchie bitorzolute.
-Si Kreacher, prima di tornare passa a prendermi questa medicina e un bel po’ di gelato per Draco. –chiese Harry porgendo la ricetta del medimago.
–Kreacher farà subito signore. –disse prima di smaterializzarsi.
-Draco, ti va di giocare un po’ sul divano, mentre telefono a zia Hermione? –chiese amorevole il moro, accarezzando la schiena del bambino, ancora arpionato al suo collo.
 
Il bambino non rispose, ma in compenso fece un gesto di diniego con la testa, senza lasciare la sua posizione. Rassegnato prese il cellulare dalla tasca, componendo il numero dell’amica.
-Pronto Harry? -
 
 –Ciao Herm, volevo informarti che oggi io e Draco non ci saremo alla tana. –dichiarò il moro attendendo la risposta della ragazza.
 
 –Tesoro che è successo? Draco sta bene? Che ha detto il medico… -chiese apprensiva la ragazza.
 
 –Herm calmati, Draco sta bene, ma il dottore ha deciso di fargli il secondo richiamo del vaccino, visto che ha 4 anni ed il primo era già stato fatto. –iniziò a spiegare il moro.
–Capisco e scommetto che Draco a questo non era preparato, ha fatto molte storie? –chiese ancora Hermione.
 –Un po’, inoltre il medico mi ha informato che nel giro di massimo 24 ore potrebbe salirgli la febbre, e io non vorrei esporlo troppo. –spiegò il moro.
 
 –Si credo sia la cosa migliore da fare tesoro. Senti se ti va dopo passo da voi prima di raggiungere Ron alla tana. –si invitò Hermione.
 
 –Grazie Herm ne sarei felice, allora ti aspetto. -
 
–Ciao Harry, a dopo – disse la ragazza prima di staccare la telefonata.
 
Durante tutta la telefonata, il bambino era rimasto nelle medesima posizione, con la testa poggiata sulla spalla di Harry, una mano chiusa intorno al girocollo della maglia e l’altra poggiata sulla spalla.
 
Harry si accomodò lentamente sul divano, in modo da posizionare meglio il bambino contro il suo corpo, poiché non voleva saperne di lasciare la presa.
 
-Draco, staccati così ti sistemo meglio. –tentò Harry senza successo.
 
–No! –fu il flebile rifiuto del bambino.
 
-Draco non voglio lasciarti sul divano, voglio solo sistemarti più comodo. –riprese il moro, con voce più calma.
 
-Va bene, ma io non scendo. –disse staccandosi dalla spalla del moro, che in un primo momento se lo mise sulle ginocchia con il viso rivolto verso di sé.
 
-Non vuoi mangiare almeno qualcosa? È quasi ora di pranzo. –chiese Harry preoccupato, per lo strano comportamento del piccolo.
 
-Non ho fame –rispose a tono Draco, poggiando la testa sul petto del papà.
In risposta Harry, prese uno dei suoi libri di incantesimi, che Hermione gli aveva gentilmente fatto recapitare, iniziando a leggerlo attentamente.
Mezz’ora dopo, la pendola segnava le 12.30 passate.
 
–Draco vado a preparare qualcosa per pranzo tu… -bloccò la frase, notando che il bambino si era placidamente addormentato.
Lentamente si alzò adagiandolo sul divano, evocò una coperta e gliel’appoggiò sulle spalle. Aveva le gote rosse e la fronte un po’ calda.
Si appuntò, mentalmente di misurargli la febbre.
Mentre era ai fornelli intento a preparare per Draco un po’ di brodo e per lui della pasta al sugo, il citofono suonò.
 
-Herm! Ciao prego entra, stavo preparando il pranzo. –disse il moro facendo entrare la ragazza.
 
-Harry, dov’è il bambino? –chiese curiosa.
 
– Si è addormentato sul divano, credo abbia un po’ di febbre. –disse il moro, mentre insieme ad Hermione si avvicinava a Draco.
 
-Effettivamente è un po’ caldo, ma contando il vaccino è normale. –disse la ragazza posando la mano fresca sulla fronte del bimbo.
 
-Herm hai per caso, notizie da Hogwarts? A che punto sono i lavori? –chiese Harry, tornando in cucina.
 
 –La McGranitt ci ha informato ieri che la parte est del castello è a buon punto, mentre Neville, che è a capo di un piccolo gruppo, sta gestendo la rinascita delle piante attorno al castello. –spiegò la ragazza con sguardo fiero.
 
-Fantastico, vorrei esseri lì con loro per dare una mano. –disse il moro, mettendo in tavola due piatti di pasta al sugo.
 
-Beh se ti può far piacere, io posso restare un paio d’ore con Draco, mentre tu fai un salto al castello. –buttò lì Hermione sorridendo.
 
-Sarebbe stupendo Herm, ma tu non dovevi andare alla tana? –chiese,  iniziando a mangiare in compagnia della ragazza.
 
-Tranquillo li ho avvisati che passavo per un po’ da te e che li avrei raggiunti nel tardo pomeriggio. –confermò la ragazza, continuando a mangiare –Quindi se dopo pranzo vuoi andare, resto io con il piccolo. –si offrì per l’ennesima volta, riponendo entrambi i piatti, vuoti nel lavello.
 
-Grazie Herm, allora io vado –disse prima di smaterializzarsi fuori dal cancello di Hogwarts.
 
Dopo che il padrone di casa se ne fu andato, Hermione con un incantesimo prese a lavare ed asciugare le stoviglie, mentre finiva di preparare il brodo per Draco.
 
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Camminare di nuovo per quei viali, che solo poche settimane prima avevano ospitato la seconda guerra magica, fu più difficile del previsto.
 
Le continue immagini della battaglia si rifacevano vivide nella sua mente, i corpi dei maghi che cadevano sotto le maledizioni, le risa e gli scherni dei Mangiamorte, le urla di dolore e di paura di tutte quelle persone, che inconsapevolmente si erano trovati al centro della battaglia, tutto gli arrivava come dolorose stilettate nella testa.
 
Forse non era stata una delle sue idee migliori tornare su quei luoghi.
 
-Harry!!! –le urla di Neville e Seamus lo ridestarono da quei dolorosi pensieri.
 
–Ciao Nev, ciao Seamus, come state ragazzi? –disse abbracciandoli entrambi.
 
-Ancora un po’ scossi, ma non ci lamentiamo, la bonifica della valle ci tiene impegnati più del dovuto. –rispose Neville, spostando il peso da un piede all' altro.
 
-Come mai da queste parti, tu più di tutti dovresti evitarlo … sai dopo tutto quello che hai passato… –intervenne Seamus, indeciso su che parole usare.
 
-Diciamo che avevo voglia di vedere tutti voi ragazzi. –rispose Harry, abbozzando un sorriso.
 
-E Draco come sta? Come mai non è con te? - intervenne Neville, spostando il discorso a tutt’altro argomento.
 
-E’ a casa con Herm, non mi sembrava il caso di portarlo su un luogo ancora intrisa di magia oscura. –spiegò il moro.
 
-Ehi amico ti stai trasformando in un padre modello, quando i lavori saranno terminati ti verrò a trovare… puoi giurarci. –disse euforico Seamus, annuendo vigorosamente con il capo.
 
-D’accordo vi aspetto, sentite avete per caso visto Ron o Ginny? –chiese infine Harry.
 
-Ron si sta occupando di rimuove le macerie crollate all’ingresso della scuola, mentre Ginny dovrebbe essere a riparare la guferia con un altro gruppo.
 
-Capito, grazie ragazzi, a dopo. –si congedò il moro, avviandosi verso il castello.
 
 
-Harry!!! Che ci fai qui e Draco dov’è? –chiese Ginny, saltandogli letteralmente tra le braccia.
 
–Ciao Ginny, Draco è a casa con Hermione, ha un po’ di febbre… - la informò il ragazzo.
 
-Allora è vero che Harry Potter ha adottato Draco Malfoy? Ed io che non ci credevo. –disse civettuola una ragazza, facendogli gli occhi dolci.
 
-Si è la verità e se vuoi sapere l’ultima: non si chiama più Malfoy, ma Potter adesso!! –intervenne Ginny a protezione di Harry.
 
-Beh io ora vado a trovare Ron e la McGranitt… ci vediamo!!! –disse il ragazzo sopravvissuto, congedandosi –Grazie Gin! –sussurrò passando vicino alla sua ex fiamma.
 
–Figurati Harry –rispose dandogli un bacio sulla guancia.
 
-Potter, mi avevano avvertito del suo arrivo, a cosa devo la sua visita? –gli venne incontro la McGranitt, accompagnandolo tra le macerie.
 
-Preside, ero venuto a dare una mano, per quanto possibile – asserì Harry, guardandosi attorno.
 
-Ti ringrazio ragazzo, ma non ce n’era bisogno, piuttosto come sta Draco? –chiese la preside, conducendolo tra le macerie.
 
-Bene ha qualche linea di febbre, ma niente di preoccupante. –rispose il moro sorridendo.
 
-Visto che vuole aiutare, venga con me. - Disse la donna, imboccando il corridoio dell’ala est.
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-Draco, per favore mangia un po’ di brodo. –provò per l’ennesima volta Hermione, prendendo l’ennesimo cucchiaio di brodo e porgendolo al piccolo.
 
-No! Voglio Harry, voglio il mio papà. –ripeté imbronciato il piccolo, incrociando le braccia al petto e sbuffando.
 
-Dai Draco, mangiane solo un poco, così quando torna Harry gli fai una sorpresa. –provò di nuovo la ragazza senza successo.
 
-Ho detto di no! –urlò il bambino iniziando a piangere.
 
–No Draco ti prego non piangere!! – provò senza successo la ragazza demoralizzata.
 
-Kreacher, per favore potresti andare ad Hogwarts a chiamare Harry?  Digli che Draco si è svegliato e che sta facendo i capricci. –chiese esasperata Hermione con gli occhi lucidi, mentre l’elfo spariva dopo un doveroso inchino.
 
-Ehi piccolo, ho mandato a chiamare il tuo papà sei contento? –chiese la ragazza, avvicinandosi a Draco per asciugargli il viso.
 
-Quando viene il mio papà? -chiese tra le lacrime, mentre si accovacciava in un angolo della stanza.
 
Proprio in quel momento, tra le fiamme verdi del camino, la figura di Harry entrò nella stanza.
 
-Herm! Che succede? - fu la prima cosa che il ragazzo chiese non appena rimise piede in casa.
 
–Papaaaaaà!!! –urlò in lacrime il bambino correndogli in contro.
 
-Ehi piccolo, che succede? Perché piangi? –chiese il moro accarezzandogli i capelli.
 
-Mi fa male qui tanto tanto! –disse il piccolo portandosi le mani alla testa.
 
–Cucciolo, hai male alla testa, perché hai pianto tanto, vieni qui –disse prendendolo in braccio, iniziando a cullarlo.
-Herm non sei riuscita a fargli mangiare nulla? – chiese il moro notando il piatto praticamente intatto.
–Mi dispiace Harry, ci ho provato. –spiegò la ragazza mortificata.
 
-Tranquilla Herm, non fa niente dopo ci provo io, grazie! –la consolò Harry, dandole un bacio in fronte.
 
-Grazie tesoro, allora io vado alla tana, ci sentiamo più tardi, per qualsiasi cosa non esitare a contattarmi. –disse Hermione, sparendo tra le fiamme del camino.
 
-Ehi gattino, ti va di bere un po’ di succo di zucca? E poi ti porto a letto? – chiese Harry, riportando l’attenzione su Draco.
 
-Lo beviamo nel tuo letto grande? –chiese asciugandosi gli occhi.
 
–Certo, lo beviamo con la cannuccia nel letto di papà. –lo assecondò Harry, chiedendo subito a Kreacher di portare in camera un succo di zucca per il piccolo.
 
-Papà, dove sei andato? Mi sono svegliato e non c’eri. –chiese semi addormentato Draco dopo aver bevuto il suo succo di zucca.
-Ero andato a Hogwarts, scusami non dovevo lasciarti da solo. –si scusò il moro, mentre il piccolo ricadeva nel mondo dei sogni in seguito alle amorevoli carezze, che Harry continuava ad elargirgli.
………………………………………………………
I tre giorni successivi furono per Harry forse i più stancanti, ma anche i più belli.
 
Draco, con ancora addosso un po’ febbre, dormiva e quando non dormiva passava inesorabilmente tutto il tempo a seguire il suo papà, facendo moine fino a quando Harry non si arrendeva e giocava con lui.
 
Quel giorno, Harry stava rovistando nel ripostiglio di Grimmund Palace, quando la voce di Draco lo raggiunse dall' altra parte della stanza.
 
 –Papà! Papà guarda cosa ho trovato? –disse euforico il bambino, sventolando una fotografia.
 
-Che cos’è Draco? –chiese Harry fermandosi un momento.
 
–Sono la mia mamma e il mio papà e c’è anche un altro signore. –disse con un sorriso il bimbo, osservando i suoi genitori, che lo salutavano all’interno della foto.
-Piccolo, quel ragazzo affianco a tuo padre e alla tua mamma, si chiama Severus, era il nostr…il mio insegnante di pozioni ad Hogwarts, era anche il tuo padrino e amico del tuo papà –iniziò a spiegare il moro, mentre mentalmente le immagini della morte di Severus si rifacevano vive.
-E ora dove abita l’amico del mio papà? –chiese stringendo la fotografia tra le mani.
 
–Tesoro vieni qui –disse Harry, sedendosi sul pavimento polveroso, tirandoselo sulle gambe –Severus adesso è insieme alla tua mamma e al tuo papà, capisci piccolo? –chiese il moro, tirandogli indietro con la mano un ciuffo di capelli biondi.
Draco non parlò più, ma assentì mogio posando, di nuovo la fotografia nella scatola.
Harry, notando il gesto del piccolo, decise che per il momento il ripostiglio poteva aspettare.
 
 –Su piccolo, usciamo da qui…andiamo a comprare un gelato. –uscì dalla stanza, trascinandosi il piccolo dietro non prima di aver preso all’insaputa di Draco la foto.
 
Per tutto il tragitto casa- gelateria Draco non parlò, seguendo mogio Harry.
 
–Ehi cucciolo, che succede? Ti fa male da qualche parte? –chiese, fermando la loro passeggiata e accovacciandosi all’altezza del bambino.
Il bambino fece di no con la testa, continuando a fissarsi le scarpe.
-Allora vuoi dirmi cosa ti fa essere così triste, ho fatto qualcosa che ti ha fatto piangere? –chiese Harry tentando di capire, mentre allungava la strada, passando attraverso il parco.
 
-No! Io…io… -biascicò il piccolo, prima di abbracciarsi alle gambe del moro, iniziando a singhiozzare.
 
Harry adocchiò una panchina, poco distante e ci si sedette sopra, trascinandosi sulle ginocchia anche il bambino.
 
-Draco! È per la fotografia che hai trovato a casa? –chiese il moro, alzando il viso del piccolo verso di sé, per farsi guardane in viso.
 
-Un po’… sono triste, perché se ne sono andati tutti e io sono rimasto da solo. –disse tra un singhiozzo ed un altro.
 
–E io? Che ti ho detto, quando ci siamo incontrati, te lo ricordi? –disse serio Harry.
 
–Che eri il mio nuovo papà e che mi volevi bene. –disse con il viso rosso.
 
-Esatto, tesoro tu non sarai mai solo, io non ti lascerò mai da solo, mi prenderò sempre cura di te piccolo, tu mi vuoi con te? –chiese Harry, mentre gli asciugava le lacrime con un fazzoletto.
-Si, mi prometti che non te ne vai via anche tu? –chiese serio Draco, smettendo di piangere.
 
–Te lo prometto piccolo. –rispose Il ragazzo, abbracciandolo forte.
 
-Ti voglio bene papà! Ora andiamo lo stesso a prendere il gelato?  –chiese con sguardo malandrino il bambino, sorridendo.
 
-Non saprei, tu lo vuoi ancora o vuoi continuare a piangere? –chiese ricambiando lo sguardo malandrino del piccolo.
 
-No, voglio il gelato, dai andiamo. –scese dalle ginocchia, iniziando a tirarlo per la manica della maglia.
 
Ritornarono a casa ricoperti di macchie al cioccolato.
 
–Harry Caro! Dove eravate finiti? Stavo iniziando a preoccuparmi. –disse a voce alta Molly, mentre Ron, Hermione, George e Ginny facevano capolino dalla cucina di Grimmund Place.
 
-Ciao Molly, eravamo andati a prendere un gelato al parco dietro l’angolo, come mai tutti qui, è successo qualcosa? –chiese, mentre Draco finiva di mangiare il suo cono gelato, impasticciandosi tutta la faccia.
 
-No, caro siamo venuti a trovarvi, il camino era aperto ed eccoci qui. –disse la donna, mentre si apprestava a ripulire il viso di Draco col suo grembiule.
 
-Sono contento di vedervi, ora chiamo Kreacher e faccio preparare la cena. –disse Harry avanzando verso la cucina.
 
–No caro, stasera cucinerò io. –disse solenne la donna, tornando in cucina.
 
-Padrone, Kreacher non ha potuto evitarlo, la donna si è appropriata della cucina. –si scusò l’elfo mortificato.
 
–Non fa niente, anzi ti andrebbe di accompagnare Draco nella sala da bagno e dargli una ripulita dal cioccolato? –chiese sapendo di far felice l’elfo con quell’ordine.
 
-Certo padrone Kreacher sarà onorato di compiere il suo dovere. –disse l’esserino prima di avvicinarsi al piccolo e smaterializzarsi in bagno.
 
-Harry, che stai facendo? –chiese Hermione, mentre vedeva il moro frugare dentro un cassetto.
 
-Sto cercando una cornice. Prima nel ripostiglio abbiamo trovato una foto di Narcissa, Lucius e Severus, voglio incorniciarla mettendola nella camera di Draco. –spiegò Harry, mentre stringeva tra le mani la famigerata foto.
 
-Oh! Harry è un’idea fantastica!! –dissero in coro le due ragazze sorridendo.
 
-Amico potresti far decorare a Draco la cornice, con gli adesivi e i colori che abbiamo comprato l’altro giorno. –intervenne George, mentre Ron sgranocchiava delle noccioline.
 
-Si perché no! Almeno sarà occupato per un po’ –asserì il moro, venendo spinto da un piccolo uragano biondo.
 
-Papà!! Adesso che facciamo? Giochiamo un po’? –chiese saltellando Draco, ignorando tutti gli altri, avendo occhi solo per Harry.
 
-Ehi pulce, che ne dici di giocare un po’ con noi? –Intervenne George, mostrando al piccolo la sua nuova creazione.
 
-Che cosa è? –chiese curioso, ma restio a staccarsi dalla gamba del moro.
 
–Vai a vedere Draco, io resto qui –disse rassicurandolo, tirando un respiro di sollievo, quando il piccolo prese ad avvicinarsi a George.
 
-Harry, da quando fa così? –chiese Hermione, affiancando l'amico insieme a Ron.
 
-Da quando l’ho lasciato da solo con te, da quel giorno non mi molla più… -spiegò Harry, osservando il bambino, che comunque preso dal nuovo gioco continuava a cercarlo con lo sguardo, come a sincerarsi che non scappasse.
 
-Ragazzi, credo di sapere i motivo di tale comportamento. –intervenne Molly, mentre si asciugava le mani su uno straccio.
 
-Venite con me in cucina. –disse la donna, mentre i tre ragazzi la seguivano.
 
 –Papà, dove vai? Vengo pure io. –Disse Draco correndo al fianco di Harry.
 
-Draco, devo andare un attimo in cucina, dopo torno…vuoi andare a giocare con George e Ginny? –chiese il moro accovacciandosi.
 
-Ma se tu te ne vai… io con chi resto? –chiese, nascondendo gli occhietti tristi sotto la frangetta.
 
 –Draco non me ne vado, tranquillo…anzi perché non porti Ginny a vedere la tua cameretta? –chiese il moro, facendo cenno a Ginny di avvicinarsi.
 
-Va bene, ma dopo vengo da te. –rispose serio il piccolo prima di prendere la mano, che la ragazza gli porgeva.
 
-Harry che sta succedendo al piccolo? –intervenne George avvicinandosi, mentre Draco e Ginny salivano al piano superiore.
 
-Ragazzi ve lo spiego io, sedetevi. –interruppe Molly, facendoli accomodare attorno al tavolo.
 
Quando tutti furono seduti, la donna iniziò a spiegare.
 –Vedete ragazzi, il comportamento di Draco si chiama “Sindrome d’abbandono”, il fatto di aver perso i genitori e il ritrovarsi solo e spaventato in ospedale, non ha aiutato molto…in fin dei conti, l’unico adulto che veramente si è interessato a lui è stato Harry. Vedete a quell’età un bambino ha bisogno di un punto di riferimento, un adulto da seguire, da prendere come esempio, Draco vede tutto questo in Harry, in quanto ha preso il posto dei suoi genitori ed è di questo che il piccolo ha paura… quando lo hai lasciato ad Hermione per andare ad Hogwarts, si è sentito di nuovo abbandonato… -spiegò la donna, osservando soprattutto Harry.
 
-Ma Harry non lo ha lasciato solo, c’ero io con Draco. –intervenne Hermione.
 
–Questo è vero, ma per quel bambino noi tutti siamo degli estranei, vedendosi solo con te, gli ha fatto pensare di essere stato di nuovo abbandonato, capite quello che voglio dirvi? –chiese la donna, mentre passava lo sguardo su tutti i ragazzi.
 
-Molly, ma a lungo andare, questo può diventare un problema, dovrà pure iniziare ad andare a scuola, alle gite, e sono tutte cose che deve fare da solo. Io non posso essere sempre con lui. –intervenne Harry leggermente preoccupato.
 
-Harry ha ragione, mamma, cosa possiamo fare? –intervenne George realmente preoccupato.
-E’ semplice ragazzi, Harry deve lasciare gradualmente il piccolo a varie persone nell’ambito famigliare… in modi che se vi sia  un qualsiasi problema, questa persona possa avvicinarsi al piccolo senza apparire come un rimpiazzo del padre, mi capite?  Draco deve capire che se Harry lo lascia con noi o qualcun altro, non è perché lo vuole abbandonare. –finì la donna sorridendo amorevolmente –Su ora andate in salotto, la cena è quasi pronta. -li congedò la donna, sbattendoli fuori dalla cucina con il sorriso sulle labbra.
 
-Papà! Guarda cosa ho fatto con zia Ginny…-urlò Draco, correndo verso Harry, mostrandogli una cornice tutta decorata.
 
-Tesoro, ma è bellissima. –disse Harry, prendendolo in braccio.
 
-Bene ragazzi la cena è pronta, su filate a lavarvi le mani e a mangiare. –urlò Molly dalla cucina.
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Erano passati due mesi da quando Molly aveva spiegato il problema, che affliggeva Draco e in quel periodo, Harry aveva cercato in tutti i modi di farlo abituare anche alla presenza di altre persone in casa.
 A volte provava a lasciarlo in compagnia della famiglia Weasley, trasferendosi solo qualche stanza più in là, ma ordinariamente dopo nemmeno mezz’ora, il bambino cominciava a cercarlo, diventando scontroso con tutti fino a quando non lo trovava e allora gli correva tra le braccia e passava il resto giorno, avvinghiato al suo papà.
 
Quel giorno c’era la festa per la riapertura del castello di Hogwarts e erano stati invitati tutti ai festeggiamenti.
 
-Draco, cucciolo sei pronto? Tra un po’ andiamo alla tana e poi andiamo a Hogwarts. –disse Harry, affacciandosi nella stanza dove il bambino stava giocando.
 
-Papà posso portare anche Toy? –chiese Draco, tenendo stretto il suo draghetto di peluche.
 
–Va bene piccolo, ma adesso dobbiamo andare, Nonna Molly ci sta aspettando. –disse il moro, porgendo la mano al piccolo.
-Buona sera a tutti – salutò Harry, attraversando il camino con Draco in braccio.
 
-Harry, come al solito sei in ritardo, dai andiamo la passaporta si attiverà tra qualche minuto. –lo ribeccò Hermione nel suo bellissimo vestito da sera.
 
-Zia Mione sei bellissima, sembri una principessa… ma il mio papà è più bellissimo di tutti. –disse orgoglioso il piccolo, sorridendo al suo papà.
-Certo piccolo, il tuo papà stasera è bellissimo, vedrai quante ragazze e ragazzi vorranno conoscerlo, forse potresti ritrovarti con una nuova mamma o un secondo papà, non si può dire. –disse Ron inconsapevole del guaio appena compiuto nel dire al piccolo quella frase.
 
-Ron!!!! Ma che stai dicendo? Non dire fesserie dai andiamo – lo richiamò Hermione, tirandolo per la manica.
 
Draco intanto, dopo quella frase, si era stretto inconsciamente alla gamba del suo papà, mentre mille paure gli invadevano il corpo.
 
-Papà andiamo a casa, non ci voglio andare alla festa. –disse mogio il piccolo, mettendo un delizioso broncio.
 
-Dai Draco non fare i capricci adesso, andiamo. –disse serio il moro, prendendo il piccolo in braccio e conducendolo alla passaporta.
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Il castello di Hogwarts era tutto acceso a festa, i tre quarti del castello era stato ricostruito e la preside attendeva i suoi ospiti al portone.
 
-Benvenuti ragazzi, prego entrate, mancate solo voi…Ciao Draco!! –salutò da donna accovacciandosi di fronte al bambino, che senza ricambiare il saluto tentava di nascondersi dietro le gambe di Harry.
 
-Draco, non fare il maleducato, saluta. -Lo riprese il moro, scostando di poco la gamba.
 
 –Lascialo stare Harry, è solo molto timido, non fa niente. –disse sorridendo la McGranitt accarezzando i capelli del bambino.
 
-Harry, dentro ti stanno aspettando il Ministro e il capo Auror, vorrebbero salutarti e scambiare due parole con te dopo cena, ora vi lascio, divertitevi ragazzi. –si congedò la preside, andando ad attendere gli altri ospiti.
 
-Wow e pensare che questo posto era andato completamente distrutto, avete fatto un ottimo lavoro ragazzi, davvero. –disse Harry, mentre si congratulava con i suoi amici.
 
Mentre Harry conversava con diverse persone a Draco sconosciute, il piccolo sentendosi messo da parte iniziò ad agitarsi, iniziando a diventare scontroso persino con i Weasley, che cercavano in tutti i modi di trattenerlo con loro.
 
-Buona sera Potter, è un piacere rivederti. –disse Blaise Zabini, tendendo la mano al Salvatore del mondo magico.
 
-Zabini anche per me è un piacere rivederti, ma per favore chiamami Harry. –rispose di rimando Harry ricambiando la stretta di mano.
 
-Potter allora tu devi chiamarmi semplicemente Blaise, inoltre …posso chiederti una cosa? –chiese il Serpeverde curioso.
 
-Certo, che vuoi sapere? – sorrise Harry.
 
 –E’ vero che hai adottato Draco e che adesso vive con te? Sai dalla guerra non ho avuto occasione di rivederlo. –disse leggermente imbarazzato il ragazzo.
 
-Si Blaise, Draco vive con me, è laggiù con George e Ginny –disse il moro,  indicando il bambino seduto al tavolo Grifondoro.
 
-Ti dispiace se vado da lui? –chiese titubante.
 
 –Certo vai pure… -disse Harry, mentre salutava il Ministro della magia.
 
-Ciao Draco, ti ricordi di me? –
Draco vide quel ragazzo di colore avvicinarsi, ostruendogli la visuale del suo papà.
Senza rispondere, Draco andò a nascondersi dietro la gamba di George, che stava parlando con una ragazza mora.
 
-Ehi Draco che succede? –chiese il rosso accovacciandosi.
 
Draco non rispose, limitandosi ad indicare col ditino Blaise, che lo guardava sconcertato.
 
-Ciao Zabini! –salutò George scrutando il Serpeverde.
 
 –Ciao Weasley, sono venuto a salutare Draco, non lo vedevo dalla battaglia, mi avevano detto che era tornato bambino, ma non pensavo in tutto e per tutto. –disse Blaise, indicandolo con la testa.
-Già e come ben saprai ora è Harry, che se ne occupa…piuttosto hai visto dove si è cacciato? –chiese il rosso, notando l’effettiva mancanza dell'amico.
 
-Non saprei, prima stava parlando con Ministro e il capo Auror, ora non li vedo più –rispose il Serpeverde, adocchiando Neville che si stava avvicinando.
 
-Salve ragazzi, che si dice di bello? Ciao piccoletto –disse infine, scompigliando i capelli di Draco.
 
Mentre i grandi parlavano, Draco decise di andare a trovare Harry da solo, allontanandosi dai ragazzi.
Stava girando tra i vari tavoli e le varie persone, senza prestare attenzione, quando andò a sbattere contro una ragazza mora.
 
-Ehi nano stai attento se non vuoi che ti affatturo. –disse Pansy, riconoscendo subito Draco.
 
 –Pans hai visto chi è? Il traditore. – intervenne un ragazzo, mettendosi alle spalle del piccolo, che li guardava terrorizzato.
 
-Che c’è nano, il tuo protettore ti ha abbandonato? - disse acida la ragazza, accovacciandosi per guardarlo negli occhi.
 
-Chi? –chiese semplicemente il bambino, non capendo a cosa quelle due persone si stessero riferendo.
 
-Fai pure finta di non capire nanerottolo! Harry –Sfregiato-Potter ti ha abbandonato! –intervenne il ragazzo affiancando Pansy.
 
-Theo, non possiamo biasimare Potter, chi vorrebbe avere una palla al piede come Draco, perfino i suoi genitori e Severus hanno preferito morire, piuttosto che stare con lui. – prese a schernirlo Pansy, accertandosi che il bambino assorbisse tutte quelle informazioni.
 
- Pans, sai non mi meraviglio che Harry se ne sia disfatto, dopotutto ha una vita e con un piccoletto frignante non riuscirebbe a divertirsi. Probabilmente starà parlando con qualche ragazza. –gli diete corda Theo, notando il labro di Draco, che aveva preso a tremare.
 
-N…Non è vero…siete cattivi. –disse a bassa voce Draco timoroso di farsi sentire.
 
–Che hai detto nano? –chiese Pansy spintonandolo, facendolo cadere a terra.
 
-NON È VERO!!! SIETE CATTIVIIIIIIIII!!!! –urlò il bambino, prendendo a piangere a dirotto.
 
-Draco!!! –urlarono George, Blaise e Neville avvicinandosi al bambino urlante –Piccolo cosa è success… –Neville, insieme a tutte le persone che erano accorse, venne sbattuto contro il muro da una barriera potentissima.
 
 Quelle emozioni unite, innescarono una reazione a catena, che portarono la potente energia, che sentiva scorrergli dentro, ad esplodere creando una magia!
 
“No! No! No! Vattene! VATTENE!” Gridò Draco con tutta la voce che aveva in gola, mentre intorno a lui si creava una potentissima barriera protettiva.
 
Draco aveva appena fatto una magia involontaria, ma non gli importava, voleva il suo papà e nessuno doveva toccarlo.
 
-VOGLIO IL MIO PAPA’…PAPAAAAA’ –continuava ad urlare tra i singhiozzi, rafforzando lo scudo ed impedendo a chiunque di avvicinarsi, sfregandosi i pugnetti sugli occhi.
 
Alcuni bicchieri si ruppero in mille schegge di vetro, che presero a vorticare tutte attorno al bambino.
 
–Draco smettila subito, calmati piccolo mi senti? –urlò Hermione, tentando di abbattere la barriera con la magia.
 
-Signorina Granger, presto andate a chiamare Potter! Stava parlando col ministro e il capo Auror fuori in giardino. –intervenne Madama Chips, cercando di tenere al sicuro, dai vetri volanti tutti gli ospiti, aiutata da tutti i professori.
 
Una finestra si ruppe in grossi pezzi di vetro, che andarono ad unirsi a quelli dei bicchieri attorno al bambino.
 
-Draco, apri gli occhi! Fermati. –urlò Blaise, proteggendo Neville da una scheggia volante.
 
-Blaise, è sconvolto, non ci ascolta. –disse Neville rialzandosi.
 
 -E’ solo scena, vuole sempre attirare l’attenzione. –intervenne Pansy, venendo fulminata da molti sguardi arrabbiati.
 
-Pans, per favore dimmi che tu non c’entri niente e che il piccolo non sta reagendo a causa di una tua cattiveria. –la minacciò Blaise, affiancato da Neville e George, che avevano sentito.
 
-Blaise non rompere!!! –disse con disinvoltura la ragazza, allontanandosi con un ghigno.
 
-Oh Santa morgana, Draco!!! – interruppe la voce di Harry, mentre correva per la sala Grande.
 
 –Harry fermalo, rischierà di farsi del male da solo. –lo chiamò Molly con le lacrime agli occhi
 
 -Sono qui, Draco! Sono qui! Non ti lascio più solo! -Sospirò Harry, che si era inginocchiato accanto alla barriera, fregandosene del pericolo.
 
 -Vieni qui, piccolo! - Disse poi dolcemente, tendendo le braccia e attraversando incolume la barriera protettiva senza riportare danni. 
 
-Vieni da me cucciolo, sono qui. - Sussurrò con calore, mentre il bambino accoglieva con uno stupendo e tenue sorriso il suo invito e si stringeva forte al suo petto, accoccolandosi a lui sereno come avrebbe fatto tra le braccia amorevoli della sua mamma e del suo papà.
 
-E’ vero che resteremo sempre insieme? E che non mi lascerai anche tu da solo? –chiese con il corpo ancora scosso dai singhiozzi.
 
-Piccolo, certo che non ti lascio solo e che staremo sempre insieme… -disse Harry abbracciandolo, mentre lentamente, in proporzione ai sentimenti del piccolo, la barriera si dissolveva.
 
Il pianto del bambino si era attenuato, ora era tra le braccia del suo papà ed era sicuro che non lo avrebbe mai lasciato da solo.
 
Il suo papà era Harry Potter e lui manteneva sempre le sue promesse… ora aveva solo voglia di piangere sulla spalla del suo papà.
 
Mentre il piccolo singhiozzava, guardandosi attorno, un terribile pensiero gli passò nella mente.
 
–Draco, chi ti ha detto tutte quelle bugie sul rimanere da solo? –chiese serio Harry, inchiodando con i suoi occhi verdi la maggior parte della gente ancora attorno a loro.
 
-Loro… -disse, indicando Pansy e Theo poco distanti, prima di riportare la testa sulla spalla del moro.
 
-Tesoro vuoi andare un attimo in braccio a Blaise? Devo fare una cosa e poi torno subito da te… te lo prometto non sarò molto lontano da te cucciolo –disse Harry staccandosi a malincuore il piccolo, passandolo a Blaise.
 
-Vieni Draco. –disse Zabini prendendolo dalle braccia del moro.
 
–Papà! ... – sussurrò il piccolo, trattenendolo per la manica della giacca.
 
-Torno subito, ti va di mantenermi la giacca? –sorrise Harry, sfilandosi la giacca e lasciandola tra le mani di Draco, avvicinandosi poi a Pansy e Theo, che iniziarono a preoccuparsi per la loro vita
 
-Pansy, Theo mi concedete un momento? –chiese con una strana luce negli occhi.
 
-Che vuoi Potter, ma chi ti pensa!  Sparisci!! –lo affrontò Theo, mettendosi di fronte a Pansy, come se Harry volesse farle del male.
 
-Oh, ma io non voglio niente Theo, solo avvertire entrambi –disse indicando anche la Pakinson –Avvicinatevi di nuovo a Draco, per qualsiasi motivo, e vi farò rimpiangere Voldemort. –disse con voce fredda Potter, facendo gelare non solo i due ragazzi ma anche tutte le persone attorno.
 
Nessuno lo aveva mai sentito minacciare così apertamente qualcuno, in quel frangente Harry Potter, Eroe del mondi magico, faceva davvero paura.
 
-Ah Theo, Pansy questa è una promessa, non dimenticatelo. –disse serio prima di scagliare contro i due ragazzi un “Aguamenti” bagnandoli.
 
-Andiamo piccolo, torniamo a casa –disse riprendendo Draco in braccio, che esattamente come prima gli si arpionò al collo, nascondendo il viso sulla sua spalla.
-Buona serata Potter. –lo congedò la preside, permettendogli di lasciare la festa.
 –Harry, noi ci sentiamo domani, buona notte. –disse Hermione affiancata da Ron e Blaise
-Blaise, quando vuoi venire a trovarci, fatti accompagnare da Neville, lui conosce l’indirizzo –disse Harry, facendogli l’occhiolino prima di smaterializzarsi.
 
  


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