Capitolo 4

17 1 0
                                    


Il dì seguente Zeno fu accolto da un risveglio turbato. In lui aveva sede una perpetua ansia, che non ebbe alcuna esitazione a manifestarsi neppure durante la celestiale colazione di Berenice. Tutti appresero l'inquietudine di Zeno, ma nessuno - oltre a Lucrezia - osò fare alcuna domanda. Anzi: i coniugi Lombardi, molto più posati della loro figliuola, si avvalerono d'una compassione nei confronti dei suoi sentimenti irrequieti degna del loro nome.

<<Gradiresti altro latte?>> domandò Berenice al ragazzino, porgendogli l'elegante lattiera di ceramica.

<<No, vi ringrazio.>> rispose Zeno con un lesto cenno della mano.

<<Hai dormito bene?>> proseguì Antonio, guardandolo apprensivo.

Improvvisamente gli venne in mente la scena della sera prima, dunque distolse lo sguardo imbarazzato.

<<Uhm... Be', se ciò che potrei trovare a casa di mio padre potesse farmi tornare indietro... Diciamo che l'agitazione mi ha tormentato per tutta la notte.>> rispose lui <<Ma è tutto a posto.>>

Purtroppo, per quanto tentasse di non mostrarlo apertamente, tutti avevano notato la sua ansia. Durante la notte un pensiero l'aveva per pochi minuti abbrancato nelle sue morse.

Dunque, dopo un'estesa pausa, riprese la parola e si rivolse alla famiglia.

<<Voi sapete se l'abitazione di mio padre è stata occupata da qualcun altro?Dopo il suo esilio, naturalmente.>>

<<Non v'è alcuna anima viva.>> rispose Antonio <<Le finestre sono rotte e le pareti son rimaste abbrunate, nessuno s'è preso la briga di riverniciarle, dunque posso supporre che non vi siano nuovi proprietari.>>

<<Allora... So che potrebbe sembrare una proposta assai assurda, ma penso che dovrei vivere lì. Non posso assolutamente recar tale disturbo e rovinare la vostra armonia familiare...>>

<<Zeno, non dire così.>> lo interruppe Berenice <<Noi ti accogliamo ben volentieri, non sei un peso.>>

<<Lo so, signora Lombardi, e per questo vi ringrazio. Ma, dal momento che dovrò trascorrere tutta la vita a Sirano, devo imparare ad essere una persona indipendente e adulta. Me la dovrò cavare da solo.>>

<<Ti sentirai tanto solo lì...>>

<<No, verrò spesso a trovarvi, se non tutti i giorni. Sempre che la cosa v'aggrada.>>

<<Lo dico per te, davvero.>> rispose la donna con un'espressione inquieta. Anche Lucrezia e Antonio lo guardavano stralunati.

<<Be', ad ogni modo non ho alcuna fretta nel pensarci.>> la tranquillizzò il ragazzo, con un sorriso. Berenice riprese a mangiare la torta alle mele silenziosamente, rimuginando sulle sue parole. Si stava affezionando a Zeno, sebbene lo conoscesse da così poco, quasi fosse parte della sua prole.

Il cielo, quella mattina, era turbato come il suo animo. Le nubi erano compatte, cinerine e preannunciavano un temporale estivo. Fortunatamente i due ragazzi riuscirono a raggiungere la meta in tempo. Quantomeno avrebbero avuto un tetto sotto al quale ripararsi. La casa all'esterno pareva alquanto normale, come tutte le altre. Le pareti erano marroncine, e le finestre erano serrate. Prima di raggiungere, avevano richiesto una copia delle chiavi alla Fabbrica Generale, visto che Giovanni conservava quelle originali.

Zeno non si spiegò come mai fosse tutto chiuso. D'altronde i siranesi non avevano nulla da rubare, potevano ottenere tutto ciò che la loro volontà potesse concepire.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 25, 2018 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

La Città Meccanica - La Pietra RossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora