Minho fissava il caffè salire lentamente nella macchinetta, emettendo il caratteristico rumore e invadendo la cucina con quell'aroma a lui tanto familiare.
Quella mattina sarebbe stato il suo primo giorno di lavoro nel nuovo stabile, un ospedale psichiatrico, dove aveva chiesto il trasferimento l'anno precedente.
Finalmente il tanto atteso giorno era giunto.
Indossò la camicia bianca e i pantaloni di tessuto nero, le scarpe di cuoio e mise nella borsa il camice ben ripiegato insieme al ricettario, penne e altri documenti, tra cui le cartelle cliniche dei pazienti che gli erano stati assegnati .
Avevano tutti delle storie e trascorsi sicuramente interessanti, ma uno in particolare colpì la sua attenzione. In un certo senso non vedeva l'ora di conoscere quell'internato dall'età così giovane per trovarsi in posto del genere.
Il suo passato traumatico comunque, rendeva chiaro ciò che gli aveva portato a perdere la ragione.
Uscì dal suo nuovo appartamento, dirigendosi a piedi verso le scale che portavano alla metro.