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Si guardarono intensamente e Han tremò sentendo le mani del corvino scendere sulla schiena
"Baciami e non ti fermare" Disse prima di spingerlo sulla poltrona.
Minho si lasciò andare ad un lascivo gemito quando sentì il giovane sedersi su di lui, impaziente. Pensò che sarebbe stato il caso di trattenersi e forse di fermarsi, ma non poteva resistere a quel giovane, che in un attimo si liberò del camice rimanendo solo in boxer.
Osservò il suo fisico immaturo, ancora acerbo, accarezzò i morbidi muscoli del ventre piatto, risalendo fino alle labbra, attirandolo in un bacio bagnato, dove le loro lingue si scontravano impazienti. Han infilò le dita nei capelli morbidi del dottore e con la mano libera gli sfilò il camice, facendolo scivolare sulla sue spalle.
La bocca dell'adulto scese sul suo collo, mordendolo. Stringendogli possessivamente i fianchi.
Han gemette eccitato, non voleva la dolcezza, voleva essere desiderato. Era insano, ma lo faceva stare bene.
Quelle mani lo incendiavano e presto iniziò a sbottonare freneticamente la camicia del medico, poi scese a mordergli un capezzolo, lasciando i segni dei suoi denti sulla pelle diafana, gli graffiò il petto scolpito e privo di peluria.
Scese con la mano fino alla patta dei pantaloni, slacciandola con un solo gesto, per poi toccare distrattamente l'erezione dell'amante.
Dalle labbra uscì un gemito stozzato, mentre quest'ultimo afferrò la sua mano guidandola sulla sua erezione.
"Se vuoi che ti tocchi, prima dovrai accontentarmi, Minho"
"Cosa desideri?" Chiese eccitato dall'autorità del minore.
Minho si ritrovò solo con i pantaloni, inginocchiato a terra, mentre leccava le dita lisce e profumate dei piedi del giovane, che dall'alto lo guardava soddisfatto.
Minho risalì con le labbra lentamente, fino alla sua erezione nuda, che pulsava eccitata.
"Prendila in bocca" Disse ansimando Han, avvertendo il respiro caldo del corvino sulla sua dote.
Senza battere ciglio, la prese nella sua bocca bollente, e Han tremò per la sensazione, i capelli lisci e lunghi dell'altro che gli solleticavano il pube.
Si sentì affondare le unghie nella schiena, graffiandola al contrario: Partendo dalla metà risalendo fino al collo, provocandogli una forte sensazione di bruciore, morse la sua erezione, continuando a pomparla, ricevendo un mugolio e sentendosi strattonare i cappelli.
Han attirò il viso del medico contro il suo, mordendogli le labbra. Allungò la mano finalmente sulla sua erezione che reclamava attenzioni, e Minho ribaltò le posizioni.
"Sei proprio crudele, Alice" Sussurrò sulle labbra gonfie dell'altro, imprigionando i polsi in una mano dietro la sua schiena.
"E lo hai capitolo solo ora, Cappellaio?" Sorrise maliziosamente il ragazzo.
Portò un dito alla sua entrata iniziando a penetrarlo, godendosi la sua espressione contratta.
Era sbagliato, era insano, e se fosse stato scoperto ci avrebbe rimesso la carriera, ma poco gli importava. Voleva annegare nella pazzia con Han.
Affondò un secondo e poi un terzo dito, ignorando i lamenti dell'altro che ringhiava frustrato.
"Sei pronto ad entrare nel paese delle meraviglie?" Chiese con voce suadente, accostando la sua erezione all'entrata pulsante, e senza aspettare una risposta, affondò nel suo corpo bollente.
Han si inarcò, gemendo di dolore, ma quel trattamento non gli dispiaceva.
Era lui a volerlo, e Minho lo sapeva. Se fosse stato un altro momento lo avrebbe psicanalizzato: si trattava infatti di una reazione agli abusi subiti in passato. Doveva avere il controllo. Doveva soffrire per punirsi di quello che aveva permesso di fargli e allo stesso tempo, si lasciava amare dal suo cappellaio.
Lasciò i polsi del giovane, che artigliò le mani sulle sue spalle, conficcando le unghie nella sua carne, ferendolo.
Minho gli morse il collo, gli graffiò la schiena e sculacciò con forza una natica senza mai smettere di spingere.