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𝔉𝔞𝔫𝔱𝔞𝔰𝔱𝔦𝔠𝔞𝔯𝔢

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Punto di vista di Arianna.

La grande porta dello studio privato di Aro si staglia imponente davanti a me. Dovrei trovare il coraggio di bussare, di dirgli che cosa ho in mente di fare per festeggiare il mio compleanno, ma sono già entrata nell'ottica che la mia proposta verrá bocciata.
Prendere contatto con gli umani e addirittura organizzare una cena con loro è un rischio che non posso correre, ma andare a ballare in un pub non mi sembra un'idea folle.
Dopo aver preso un respiro profondo, e aver preparato un buon discorso per persuadere il leader dei Volturi, busso e attendo con ansia una qualche risposta.
Dopo una manciata di secondi, Aro apre la porta personalmente e mi sorride , mostrandomi il suo solito ghigno indefinito che tanto mi spaventava quando ero più piccola.

«Arianna, magnifica creatura, come posso aiutarti?» dice il vampiro millenario, facendomi accomodare all'interno della stanza. Varcando la porta d'ingresso, vengo accolta dallo sfarzo con il quale Aro ama circondarsi.
Due splendide armature si stagliano ai lati dell'ampio studio e dei drappi color porpora coprono le lunghe finestre che , un tempo, facevano trapelare i tiepidi raggi solari, ma che ora sono chiuse, coperte e dimenticate, per celare una sconvolgente realtà.

Spade medievali , antichi arazzi, quadri preziosi e talismani sono esposti come trofei in ogni angolo della stanza, quasi a sottolineare che l'arte , come i vampiri, è imperitura.

«Maestro, non volevo disturbarla, ma avrei bisogno di parlarle» esordisco, guardandomi intorno intimorita dall'affascinante austerità di questo posto.
Il vampiro annuisce e mi invita a prendere posto in una delle poltrone in pelle poste davanti all'imponente scrivania in mogano.
«Cara Arianna, tu non mi disturbi mai. Avanti, dunque, esponimi pure la questione» incalza il vampiro, sedendosi davanti a me e studiandomi meditabondo.

«Io vorrei festeggiare il mio compleanno in un modo alternativo» dico, incatenando il mio sguardo a quello di Aro.
Il vampiro accenna quella che sembra una parvenza di sorriso ed inclina la testa di lato, cercando forse le parole esatte per rifiutare una mia possibile proposta.
«Voglio uscire dalla fortezza... Intendo festeggiare tra gli umani» affermo poi, con voce tremante.

«Vedi, cara Arianna, il fatto che tu sia simile ad un'umana non ti rende affatto una di loro. Il tuo mondo non è lo stesso a cui appartengono gli esseri umani» inizia il nostro leader, cercando di fuorviarmi. Forse non ha ancora idea di chi ha davanti. Non mi arrendo così facilmente. Conosco molto bene Aro, so che sfrutta i nostri punti deboli a suo vantaggio.
È un ricattatore.

«Maestro, non ho delineato i dettagli e le condizioni della mia escursione. Come può categoricamente negare la mia richiesta di lasciare il palazzo senza sapere cosa vorrei fare?» ribatto, corrugando la fronte e stringendo i braccioli della poltrona fino al punto di farli scricchiolare.
Sto giocando con il fuoco e finirò per bruciarmi. Aro , se vuole, sa fare del male.

Pure bloodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora