The kidnapping

5 0 0
                                    

"Reznikov, hai una visita." 
                              
« Non so chi ti abbia suggerito di recarti da me, da quale vagina sia uscito, che cosa ti frulli in quel cervelletto ammuffito, ma non voglio altri guai. Come vedi, sono già incattivita dietro le sbarre. »
« Sono venuto per metterla al corr- »
« Non mi sembri un avvocato. Non mi ridurranno la pena. La risposta è no. »
« Noi abbiamo qualcosa in comu-- »
« GUARDIA. Mi riporti in cella. Ho poca pazienza, отродье. »
« Le dice qualcosa? »
                            
Galina Reznikov, vedova di un ex paziente in cura dallo stesso medico di Maynard, impallidì. Una bieca ruga le solcava la fronte mentre socchiudeva le palpebre. Era carica d'odio e vendetta, constatò collidendo la mente con la donna. Entrarvi in sintonia fu pura magia.                             
« Хотеть не вредно. »
« Non comprendo il russo, signora Reznikov. »
« Significa "voler non nuoce". È bello che una persona abbia dei piani per il futuro, delle ambizioni. E se unissimo le forze non ti cacceresti nei guai. Per la mia famiglia sono solo "Red". »
« Perché sta accettando la proposta senza conoscerne i dettagli, Red? Io non sono la sua famiglia. »
« Potresti diventarne parte. Pensaci, ragazzo. »
« Per gli amici sono solo Dranyam. »
                            
Tre incontri nella sala visite della prigione di Litchfield bastarono per riscoprire un'indomabile armonia tra le galassie della detenuta e il giovane britannico. Red era l'addetta alla cucina del carcere e proveniva dalla Russia, dalla quale era scappata durante il regime comunista grazie al marito Dmitri, all'epoca militare. Gli confidò soffrisse di disturbo post-traumatico e ne fosse stato colpito proprio di ritorno dal fronte.                               
« Si suicidò tredici anni fa, di notte. Al mattino seguente penzolava come un salame nel nostro salotto. La colpa fu di quel maledetto tritacervelli. Doveva aiutarlo a vivere, non ad ammazzarsi. »
                              
Covava un chiaro desiderio di regolazione dei conti nei confronti dello psichiatra, innescando meccanismi grezzi ed impulsi, trasversali, primitivi ed incatenati alla legge del taglione. Restituire l'offesa, per Red, equivaleva a scivolare in una spirale di violenza automatica e totalmente irriflessiva. E nel turbine alternativo del torto subito, ci avrebbe trascinato Maynard, già plagiato dai sintomi del disturbo schizoide da cui era affetto e, facilmente corruttibile.
Reznikov dispensò consigli, sussurrò nomi, pianificò l'intero rapimento e soprattutto, reclutò un soldato. Coleman non lo sapeva, ma la rispettabile e sfrontata rossa aveva intessuto rapporti con la mafia russa scalando rapidamente le fila dell'organizzazione. 
                              
« Non deludermi, Dranyam. »
« Non accadrà. »  

In te non fiorisce nulla.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora