Capitolo 1: I make mistakes

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Alpha Female

Capitolo 1: I make mistakes

Lo ammetto, ho fatto parecchie cazzate da giovane. Sono bisessuale, ma per la maggior parte della mia vita sono stata fidanzata solo con donne, o almeno finché non ho compiuto diciotto anni...ma sto correndo troppo.

Il mio nome è Hestia Aidan Hood, ho lunghi capelli platino e occhi argentati. Hestia viene dalla dea del cuore e della famiglia, mentre Aidan significa piccola o focosa. Sono cresciuta in una famiglia amorevole, abbastanza concorde con le mie indoli ribelli e che mi hanno sempre supportata in ciò che facevo. Non sono mai stata realmente "ribelle" a dirla tutta, se non andavo a scuola avvisavo i miei della cosa, se andavo a una festa avvisavo che non ero a casa di Rachel o chi per lei ma che ero a una festa con alcol e niente supervisione degli adulti. Mi hanno sempre ritenuta responsabile e abbastanza matura per scegliere correttamente e pensare con la mia testa, non ho mai avuto voti bassi o negativi e non sono mai stata una combina guai o almeno non una di quelle davvero preoccupanti. Al tempo avevo diciotto anni, ero fidanzata con Laura una bellissima brunetta che amavo alla follia e stavo insieme a lei da circa...cinque anni credo forse più. Non sono tipo da relazioni strane o che tradisce e questo era risaputo, se stavo con qualcuno era solo quel qualcuno, al tempo Laura mi diceva le stesse cose ma evidentemente non era così. Non ero mai andata a letto con lei, non avevo ancora voluto sperimentare con quel lato della mia sessualità e stavo benissimo come vergine. Non sentivo una necessità di avere quel passo in più né con lei né con altre o altri. Stavo bene nella mia quotidianità e sinceramente pensavo andasse perfettamente tra di noi...finché non mi ha mollato dicendomi che si era accorta di preferire la compagnia di Pamela che a mia differenza amava andare oltre i semplici baci. Il che mi ha lasciato a pezzi. Pamela e Laura erano migliori amiche per ciò che io sapevo ma dopo un paio di mesi dalla mia rottura loro hanno rotto e prima che Laura potesse riallacciare i rapporti con me Pamela mi ha chiesto di parlare. Non ho nulla da dire ora come ora contro di lei, eravamo giovani, stupide e probabilmente non era destino per me rimanere con Laura, ma devo dirlo in quel momento ero molto giù di morale e stressata per tutta la mia vita in generale. Pamela venne da me e mi parlò. Era distrutta...non credo di poter usare altro termine. Era assolutamente uno straccio e devo dirlo...mi fece pena. Ero ferita dalla mia rottura con Laura ma vedere Pamela in quello stato...non lo so avrà attivato la sindrome della crocerossina che ho in me e mi ha fatto praticamente diventare la sua migliore amica e spalla su cui piangere. Prima che potesse dirmi ciò che voleva dirmi l'ho consolata per circa tre ore cercando di tirarla su di morale e ricordarle quanto bella e speciale lei fosse e quante altre possibilità avesse di fronte a sé nella vita. Dopo che fu abbastanza calma iniziò a spiegarmi cosa Laura faceva. Apparentemente non le bastava una ragazza e aveva un'altra e Pamela mi ha confessato di aver avuto il ruolo di amante per anni prima che noi ci lasciassimo...ora non mi sento male per la cosa, al tempo...diciamo che ero distrutta. Pamela andò avanti su dettagli e relazioni che la mia ex aveva avuto e mi avvisò del pericolo che lei potesse tornare da me perché a suo parere "ero la perfetta fidanzata", in quel momento non avevo nulla da dire. Ringraziai Pamela della gentilezza di avermi avvisata e le assicurai che non avevo nulla contro lei o altre ragazze. Sinceramente mi sentivo solo un'idiota per non averlo mai notato. Quella sera avevo bisogno di dimenticare in qualche modo e andai a una festa. Lo dissi a mia madre, avrei bevuto e mi sarei probabilmente ubriacata. Lei non pensò nemmeno al dissuadermi dalla cosa, mi conosceva e sperava non l'avrei fatto ma mi disse che qualsiasi cosa avrei combinato l'importante era che il giorno dopo ero tra le sue braccia viva e vegeta. Non ero al tempo una grande bevitrice. A dirla tutta non bevevo praticamente nulla, analcolici e bibite gasate erano il massimo che avevo nei miei bicchieri, quella fu la prima sera che bevetti alcol e l'ultima. Ero a una festa a casa di un amico che appena gli spiegai la situazione mi diede un bicchiere in mano e mi disse che avrei potuto dormire lì quando sarei andata per l'alcol. Bevetti...molto. Ricordi di quella sera...la voce di qualcuno molto sexy che ci provava e di aver baciato qualcuno. Il giorno dopo ero in un letto della casa della festa, nuda e non più vergine. Già...non ricordo nemmeno con chi diavolo ho avuto la mia prima volta, ricordo però la serata in generale, non il suo volto. Diciamo che avevo scordato Laura e tutti i miei problemi in quel momento. Mi vestii, presi le mie cose e corsi a casa. La faccia di mia madre quando le dissi tutto fu...non era delusa ma si sentiva in colpa per non avermi fermata cosa insensata visto che l'unica deficiente ero io in quella casa. Spiegarlo a mio padre fu...ci pensò mamma per fortuna. Mio padre di sangue era morto per noi praticamente...aveva lasciato mamma da sola a crescermi, il mio patrigno, un armadio di muscoli militare super premiato e dalla pelle dai toni scuri era arrivato in soccorso di mia madre. Mia mamma è una dottoressa e fu la sua dottoressa quando venne sparato, l'amore sbocciò nei corridoi dell'ospedale e finirono all'altare prima che io fossi nata. Mio padre è lui per me. Non poteva avere figli e sapeva benissimo che io non ero sua ma...sono la sua bambina, ero sua figlia e sono ancora la sua piccola principessa. Furono comprensivi e mi lasciarono a casa quel giorno. Avevo il cellulare spento e zero voglia di vedere il sole. Non avevo sonno o altro quindi mi misi a lavorare per gli esami di fine anno, mi sarei dovuta diplomare quell'anno e da stacanovista e perfezionista che sono ero già pronta al primo mese di scuola. Mandai per email le correzioni finali al mio coordinatore, che mi diede l'ok e mi valutò sulla tesina presentata, e mi misi a dormire per il resto della giornata. Il giorno dopo stavo male e di nuovo rimasi a casa, una bella maratona di film e a mangiare schifezze fu la mia giornata. Il terzo giorno stavo ancora male e mia madre mi costrinse ad andare a fare una visita con un suo collega. Fisicamente stavo in perfetta salute e non avevo virus o malattie. Era sinceramente colpito dal fatto che stessi male a quel livello e mi disse che se non mi avesse conosciuto fin da piccola avrebbe creduto che fingevo. Stavo realmente malissimo e avevo una forte nausea. Mia madre chiese di farmi fare un test di gravidanza. Non so nemmeno quanto ho pregato fosse negativo...non lo era. Mia madre era calma quando lesse i risultati, quasi sollevata anzi che fosse quello e non qualche inspiegabile malattia, mio padre invece svenne alla notizia. Un omone di due metri di muscoli che ha visto la morte in faccia e compagni morire per mano nemica è svenuto per la notizia che sua figlia era incinta, avrei riso se non fossi stata disperata. Io piangevo. Avevo diciotto anni, avrei dovuto avere solamente pensieri sull'appartamento che volevo, quale università scegliere, come iniziare a vivere da sola, come convincere papà che potevo vivere da sola...invece ora avevo un bambino che mi aspettava. Un bambino. Avevo in mente ora come tirare avanti senza una laurea o un lavoro nel caso i miei mi avrebbero tolta di casa, cosa avrei fatto per il futuro di lui o lei e cosa avrei fatto del mio futuro. Ho sempre amato i bambini e più volte facendo la babysitter per vicini e clienti, ho ricevuto lodi su quanto brava e gentile e buona fossi con loro, che madre fantastica sarei stata per i miei figli e cose del genere...non volevo però provarlo a diciotto anni. Volevo figli nella mia vita ma non di certo quando ancora dovevo finire il liceo. Fu mia madre a calmarmi in tutto il panico che avevo dicendomi che avrei fatto male al bambino. Mi chiese se volessi avere quel bambino. La risposta fu un sì immediato, non avrei...molte volte mi sono chiesta durante la gravidanza cosa stavo facendo. Nella mia testa si ripeteva una frase però...cosa sarebbe successo se fosse stato l'unico mio erede. Mi ricordo quanto mia madre avesse tentato di avere figli da mio padre dopo le nozze, i pianti quando scoprì di essere sterile e la felicità di sapere che almeno un figlio lo avevano, me. La mia testa pensava a quello. Se abortisco e non avrò mai più figli? Se lo metto in adozione e finisce in mano a qualche perverso o maniaco? Posso davvero decidere di uccidere o rovinare la vita di un essere che non ha colpe per un mio errore? Non avrei mai lasciato il mio bambino questa era la mia unica certezza in quel periodo. Mia madre sistemò tutto con il liceo. Non volevo si sapesse che ero incinta, non ero pronta alle domande e agli sguardi di giudizio e non volevo vedere nessuno a dirla tutta. Parlò al preside, nascondendo la reale ragione della sua domanda dicendo che ero malata, e gli spiegò che io avrei dovuto sostenere entro un mese gli esami di fine anno, mancavano più di cinque mesi per gli esami. Il preside mi conosceva, ero una delle studentesse modello, sempre puntuale, sempre pronta e sempre con i voti perfetti...in due settimane avevo il mio esame fissato. Purtroppo non fu lo studio il più grosso problema ma le mie nausee mattutine...la professoressa di Matematica mi dovette addirittura aiutare nel bagno durante la sua prova...fu...imbarazzante...probabilmente gli sguardi di pietà erano per questa mia presunta "malattia" e più volte il preside mi chiese se volevo accompagnata in ospedale o se mi serviva aiuto per qualcosa. Riuscii a diplomarmi con il massimo dei voti e la benedizione del corpo docenti di avere un futuro brillante. Ero alla terza settimana quando andai per l'ultima volta a scuola a prendere tutte le mie cose dall'armadietto e raccogliere i vari documenti. Ricordo che incontrai molti miei amici in ansia per me e incontrai Laura. Era sinceramente preoccupata perché non le avevo risposto e poi aveva sentito che io mi ero diplomata prima di tutti senza dare una reale spiegazione sui motivi a nessuno. Sinceramente mi ero scordata di lei...con bambino e esami la mia ex era l'ultima delle mie preoccupazioni. Le dissi che erano motivi personali e che non volevo parlarne. A dirla tutta ero molto allegra per via degli ormoni ma ero anche nervosa per via degli ormoni. Quando lei mi chiese di tornare insieme e "darci" una seconda possibilità...sono leggermente scoppiata a ridere...forte e ho attirato lo sguardo di tutto il corridoio. Le ho augurato buona fortuna e me ne sono andata dopo averle detto un diretto no.

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