Il Trattato di San Lorenzo

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Sentí immediatamente il cambio di odore nell’aria, e lo sentirono tutti gli altri presenti nella locanda, a giudicare dai loro visi contratti in un’espressione schifata.

Cordelia alzò lo sguardo dal boccale di Birra che stava pulendo, appena in tempo per vedere la sagoma minacciosa di un uomo che occupava tutta la porta d’entrata. Gli occhi dei presenti si accesero come fiammelle nel buio e i loro denti scattarono immediatamente.

«Sedetevi, non voglio risse nella mia locanda» disse la ragazza con voce graffiante, facendo segni agli altri del suo popolo di risiedersi. Cercò di trattenere quella sensazione di uccidere che cominciava a crescere in lei, esattamente come in tutti gli altri. «Cosa ci fate? Vi è proibito lasciare l’Isolotto, tantomeno vi è permesso entrare nel Campo di Marte. Come avete fatto ad arrivare qui, vivo?».

L’uomo dai capelli e la barba incolti e il lungo cappotto di pelle nera, che copriva i suoi indumenti, avanzò sorridendo al centro del locale, per nulla intimorito da coloro che aveva intorno. «Questi non sono affari che vi riguardano» esordì con voce cavernosa. La cicatrice sul suo collo spiccò alla luce delle candele, esattamente come i suoi occhi gialli. «Io sono Igor. Sono qui per lasciarvi un messaggio da parte dei figli della Luna». Prese, con le sue mani guantate, una sacca dalle sue spalle, che prima la ragazza non aveva notato.

«Hai violato il Trattato di San Lorenzo, secondo le leggi dovremmo ucciderti all’istante. Perché non dovremmo farlo?».

L’uomo sorrise nuovamente. «Le streghe mi hanno detto qualcosa sul vostro conto. Vedete, le streghe sono famose per essere le più sincere tra di noi… Se si sa bene come ripagarle».

Cordelia scoppiò in una piccola risata, continuando a lavare il boccale per non farsi sopraffare dalla voglia di sangue. «Quindi, hai mancato al Trattato, per una diceria?».

«Dopo quello che ho da mostrarvi non avrete più voglia di ridere» rispose senza scomporsi. Mise una mano nella sacca. «Vedete, è successa una cosa che ha lasciato il mio popolo molto…arrabbiato. Mia moglie è scomparsa, e adesso il mio branco è senza una Regina a comandare al mio fianco». Con un movimento fulmineo prese qualcosa dalla borsa e la tirò sul pavimento, facendola rotolare fino al davanti del bancone. «Siamo sicuri che la colpa è vostra, e per questo ve la faremo pagare».

Cordelia strozzò un urlo in gola nel riconoscere la testa di suo fratello: aveva gli occhi spalancati, i capelli grondanti di sangue colorati di un rosso innaturale, mentre i suoi denti sbucavano dalla bocca aperta in un'espressione sorpresa.

«Uriele…» sussurrò osservando sgomenta quello che rimaneva del suo caro fratello. I suoi denti si allungarono nel momento in cui i suoi occhi si accesero di una rabbia mai provata prima. «Come avete potuto?».

«Morte chiama morte, sangue chiama sangue» ripetè a memoria l’uomo, poi si girò di spalle. «È ancora possibile riportarlo in vita, avete tempo fino a mezzanotte o verrà bruciato, e morirà per sempre».

E uscí nel buio della notte.

(498 parole)

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