L'avvento della magia - I Tarocchi

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Damie si svegliò di soprassalto, sentendosi ancora stordita dopo essere svenuta misteriosamente nel suo salotto, ma guardandosi intorno si accorse che non si trovava più a casa sua, era in posto mai visto prima che assomigliava a uno di quei grandi magazzini abbandonati, e si rizzò subito a sedere.

Una donna era in piedi al centro dello spazio, con le mani strette una all'altra davanti a sé, come ad aspettare qualcosa. In disparte notò altre tre persone, che vociferavano in sottofondo ma sembravano confuse quanto lei.

«Dove mi trovo? Chi siete voi?» chiese, avvicinandosi alla donna vestita d'oro, come se fosse uscita da un quadro di Klimt.

Quella sorrise. «Capisco la tua confusione, ma adesso vi spiegherò tutto. Stavamo aspettando che ti risvegliassi» disse indicando gli altri tre, che si avvicinarono a loro volta. «Forse non crederete a quello che sto per dirvi, ma state bene a sentire» li guardò uno per uno. «Il fato vi ha scelti per prendere il posto tra le schiere degli Arcani morti in battaglia, questo vuol dire che in voi adesso scorre la magia arcana».

Uno di loro scoppiò a ridere, un ragazzo della sua età che sembrava essere divertito da quelle parole, l'unico a non essere rimasto stupito da quella rivelazione. «È uno scherzo vero?».

«Nient'affatto. Voi siete stati scelti non per essere maghi qualunque, prendere posto degli Arcani Maggiori». Osservò i loro volti increduli prima di continuare, «esiste una congrega di maghi e streghe, chiamata I Tarocchi, suddivisa in Arcani minori, divisi tra i quattro semi in base ai loro poteri, e gli Arcani Maggiori, più rari ma molto più potenti. Voi siete tra quest'ultimi».

Damie scosse la testa. «Tutto questo non esiste! Non può essere reale!».

«Invece è così. Io sono la Giustizia, colei che vi preparerà a questo nuovo mondo. Voi siete la Luna, la Forza, il Giudizio e la Stella» disse, indicandoli uno per uno, fino ad arrivare a Damie.

«Adesso abbiamo anche nomi da supereroi? Ma per piacere» sbuffò Damie.

«No, io sono soltanto un ragazzo che sta perdendo la pazienza» disse nuovamente il biondo.

«Se non mi credete, provate» rispose semplicemente la Giustizia.

Si guardarono senza dire nulla, poi Damie si fece avanti. «Come vuoi, ti farò vedere che ti sbagli di grosso».

Si posizionò davanti a tutti, osservando una cassa di legno non troppo lontana, come aveva visto fare nei film, aspettando che la scossa di potere arrivasse, sotto lo sguardo compiaciuto della donna, per colpirla. Ma con sorpresa della ragazza quella scossa arrivò quasi subito, come se avesse attinto a una fonte di magia in lei, la sua pelle cominciò a brillare di uno strano bagliore e il suo corpo si illuminò come se fosse fatta veramente di stelle. I suoi occhi divennero bianchi, mentre si girava incredula, e spaventata, verso gli altri, che erano rimasti colpiti quanto lei. Tornò immediatamente normale, sentendo le forze venire meno e il fiato diventare corto e affannato.

Oh merda... riuscì solamente a pensare.

(495 parole)

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