Le sue gambe sono lunghe, e si muovono a grandi falcate verso di me.
I suoi capelli lunghi ciondolano alle sue spalle, ad ogni suo passo.Con atleticità, salta gli ultimi due scalini e si ferma davanti a me, lasciando una scia di profumo. Probabilmente deve essere Armani.
"Dio scusa, per il ritardo. Ma stasera me ne sono successe di tutti i tipi." Boccheggia, sistemando i propri capelli con un colpo della mano.
Io sorrido, addolcita dal suo atteggiamento, e gli faccio capire che non importa del suo ritardo, con un gesto della mano.
"Io sono Harry Styles." Mi sorride, facendo sbucare due giovani fossette alle guance, mentre appoggia le labbra sulla mia mano.
Affascinante.
"Donna Wintour." Sorrido al suo gesto, percependo il calore della sua mano, in cui noto diversi tatuaggi.
Con un sorriso, che farebbe sciogliere qualunque donna sulla faccia della terra, mi porge i fiori.
Peonie gialle e tulipani rossi.
Mi scosta la sedia, come un vero gentiluomo per poi accomodarsi di fronte a me.
Il suo viso, subito viene nascosto dal menù in cui si è tuffato, e io non posso far altro che pensare a quanto sia bello. Ma soprattutto, quanto siano belle e maschili le sue mani, che al momento stringono gli angoli della carta, facendo trasparire piccole venuzze. Le sue dita sono lunghe e ossute, e la croce tatuata sul palmo, le rende ancora più magnifiche.
Niente da dire, Harry è un uomo avvenente, la cui fisicità parla per sé.
"Bene Donna, parlami di te." Mi guarda dritto negli occhi, dopo aver lasciato le nostre ordinazioni al cameriere.
Appoggio il mento sulle mani, iniziando a riflettere su da dove cominciare.
"Sono braziliana, sono nata a San Paolo. Ho vissuto lì, fino alla maggiore età, poi ho ritenuto giusto che io mi stabilissi e muovessi con le mie gambe. Così, sono arrivata a Miami, ho lavorato per qualche mese come barista. Facevo dei turni di lavoro assurdi, e mentre lavoravo un fotografo si è accorto di me. Mi ha proposto di iniziare una carriera da modella, perché ne avevo tutte le più grandi potenzialità, ma non ho fatto in tempo ad accettare che ho scoperto di essere incinta. Così ho abbandonato tutto e mi sono spostata a New York, da sola. Sai, il padre della bambina appena ha saputo della gravidanza, ha ritenuto giusto scappare, ma ora posso garantirti che è giusto così. Non volevo nessuno che non disponesse della quantità giusta d'amore per la mia bambina." Lui mi ascolta preso, con i suoi fari lucenti attenti ad ogni mia parola.
"Dopo la nascita di mia figlia, il destino ha voluto che io rincontrassi lo stesso fotografo, di qualche anno prima, e questa volta la mia risposta positiva è stata immediata. Quindi, ho iniziato a inserirmi nel mondo della moda, intorno ai vent'anni. Ero molto apprezzata, e solcare le migliori passerelle del mondo era un onore per me, ma allo stesso tempo era tutto difficile da conciliare con mia figlia. Lei era piccola, richiedeva tutte le mie attenzioni, e non potevo lasciarla sola. A quel punto, ho cercato lo stesso di far andare avanti le cose, sai, finché non mi sono resa conto che quello non era il mio mondo. Odiavo che la mia vita fosse costantemente sotto i riflettori, che non avevo nemmeno un minimo di privacy. Tutto quello che facevo veniva immediatamente sbattuto dai media. Quella vita non mi apparteneva, così ho deciso di fare la mamma a tempo pieno. Però alla fine, visto che ero l'unica a dover pensare al nostro sostentamento, ho trovato un lavoro come segretaria per uno studio di avvocati. E nulla, credo di averti detto tutto." Ridacchio, alzando le spalle, mentre taglio con il coltello il petto d'anatra.
"Sono stupito, Donna. Sei una persona piena di risorse." Mi dice, pensieroso, fissando ancora il mio volto.
"Tua figlia deve essere bellissima." Afferma, facendomi ridere imbarazzata.
"Oh si, lei è veramente stupenda." Annuisco, pulendo le labbra con il tovagliolo in stoffa.
Stringo le mani tra di loro, facendogli capire che adesso è arrivato il suo momento.
"Bene, prima che io inizi è giusto che tu sappia che la mia vita non è stata così avventurosa." Mi punta un dito contro con un piccolo sorriso, facendomi ghignare.
"Sono tutt'orecchi."
Schiarisce la voce, per poi iniziare a parlare.
"Sono nato in una piccola cittadina dell'Inghilterra, Holmes Chapel. Ho seguito un lungo percorso di studi, che poi mi ha portato a trasferirmi qui. Sai, ho sempre provato una certa passione verso i vecchi classici, e solo acquisendo una laurea in filosofia, avrei potuto fare veramente quello che mi piace. Voglio dire, avvicinarmi a Aristotele, Socrate, Schopenhauer, era un sogno per me. Così, dopo la laurea presi diversi master, che poi mi hanno portato ad ottenere una cattedra al liceo."
"Quindi sei una professore." Mordo il labbro, immaginando la sua figura slanciata dietro una cattedra, con una paio di occhiali neri, sugli occhi. Schiarisco la voce, muovendomi leggermente sul posto.
"Si, sono un professore del cazzo, Donna."
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Blind Date🔥h.s
FanfictionDove una madre single, decide di partecipare a un appuntamento al buio. "Alle fine è solo uno stupido appuntamento", mi sono detta ma non sapevo che mi avrebbe cambiato la vita.