Capitolo 4

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Non ci posso credere, mi ha piantata in asso!

Prendo la borsa e mi avvio alla cassa per pagare il conto.

"Oh no signorina, il conto è stato già pagato dal signor Sharman" mi dice gentilmente Antonio.

Beh, almeno questo.

Lo ringrazio ed esco dal locale.

Guardo l'orologio, sono le 23:00. Non posso chiamare mio fratello, con tutte le cose che ha da fare in questi giorni non voglio creargli altri problemi.

Non ho idea di dove io sia in questo momento e non so come tornare a casa.

Mi rassegno e decido di impostare il navigatore.

"Dio, Sharman... Appena ti vedo ti spacco quel bel faccino che ti ritrovi" dico dopo aver visto che per arrivare a casa impiegherò 20 minuti.

Inizio a sentire freddo e mi stringo le braccia al petto.

Dopo circa 10 minuti passo davanti un locale con un gruppo di ragazzi fuori che iniziano a fischiarmi quando passo davanti a loro.

Continuo a camminare ignorandoli fino a quando mi sento afferrare per un braccio.

Mi giro di scatto e mi trovo davanti un ragazzo biondo, molto più alto di me, con l'alito che puzza d'alcol.

"Lasciami" dico a denti stretti e guardandolo in cagnesco.

In questo momento mi pento di non aver dato ascolto a mia madre quando a 11 anni voleva farmi fare il corso di arti marziali.

"Una signorina non dovrebbe girare da sola a quest'ora" mi dice sorridendomi maliziosamente.

Cerco di strattonare il braccio, ma lui mi tiene troppo stretta.

"Mi stai facendo male" gli urlo.

"Andiamo Ryan, lasciala stare" dice un ragazzo moro sue spalle.

Ryan scoppia a ridere e allenta un po' la presa.

Ne approfitto per sferragli un pugno dritto in faccia e lui indietreggia.

Si riprende subito e inizia ad avanzare verso di me, ma il ragazzo moro lo prende per il cappuccio della felpa e lo ferma.

"Ho detto lasciala stare" dice il moro guardandolo in cagnesco.

Ryan si libera dalla presa dell'amico e dopo avermi fulminato con lo sguardo rientra nel locale.

Faccio un respiro profondo e chiudo gli occhi pensando a cosa sarebbe potuto succedere se quel ragazzo non fosse intervenuto.

"Stai bene?" mi chiede il moro avvicinandosi.

"Si, più o meno" dico guardandomi la mano. Non riesco a riconoscerla, ho le nocche gonfie e piene di sangue.

"Fa vedere" dice prendendomi la mano.

"Passerà, stai tranquilla" continua sorridendomi dolcemente.

"Io...non so come ringraziarti" gli dico sincera.

Lui mi guarda e mi sorride.

"Dove vai tutta sola? E' pericoloso camminare di notte" dice lui.

"Stavo tornando a casa. Mi sono appena trasferita a Londra e non ho ancora la macchina" gli rispondo.

"Capisco. Andiamo, vengo con te. Non mi fido a farti continuare il tragitto da sola" dice iniziando a camminare.

"Io sono Colin comunque" mi dice sorridendomi dolcemente.

"Alex, molto piacere" gli dico ricambiando il sorriso.

Prima dell'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora