Cap. 8 - Off the Chain

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Dopo un breve viaggio a piedi -poiché Adrien aveva convenientemente "dimenticato" di chiedere alla sua guardia del corpo di portarli al forno-, Adrien aprì le porte della villa di Agreste, scortando con entusiasmo la sua nuova ragazza accanto a lui. Voleva passare più tempo con lei in privato e parlare liberamente con lei, ridefinire i parametri della loro relazione in via di sviluppo. Cos'erano le cose che facevano sentire a loro agio Adrien e Marinette? Cosa volevano che fossero Ladybug e Chat Noir? Come avrebbero detto ai loro amici e familiari di "loro"? C'era così tanto da discutere.

Adrien era ancora incredulo riguardo a ciò che era accaduto negli ultimi giorni. Mai nei suoi sogni più sfrenati avrebbe potuto pensare che sarebbe diventato più felice di quel che era, soprattutto grazie ad una serie di strani eventi, ma estremamente fortuiti, accaduti da un giorno all'altro.

«Dopo di te, mia principessa» disse mentre l'accompagnava in casa, sorridendo timidamente.

Marinette lo seguì nella villa, ridacchiando piano. Risatine che vennero prontamente interrotte dalla sagoma in piedi nell'atrio.

Gabriel si schiarì la voce rumorosamente, sembrando contrariato come al solito. La coppia si bloccò non appena lo udì. «Pensavo di averti chiesto di chiamare la tua guardia del corpo ogni volta che avevi bisogno di mezzi di trasporto, Adrien».

Marinette afferrò la mano di Adrien, sentendosi in ansia per i suoi precedenti incontri con l'uomo. Invece di indietreggiare e ritirarsi di fronte a suo padre, Adrien si sentì improvvisamente alto tre metri. Marinette, Ladybug, si stava aggrappando a lui per sentire coraggio. Ora era il momento di essere più assertivo e diventare l'uomo che meritava.

Adrien raddrizzò la schiena, alzandosi fino alla sua piena altezza -che a questo punto era alto quasi quanto Gabriel- e lo guardò negli occhi. «Scusa padre, ma il forno non è così lontanao da casa, ed io e Marinette ci divertiamo a camminare insieme. Non ho ritenuto fosse necessario disturbarlo».

E Gabriel Agreste fece improvvisamente qualcosa che non faceva da anni. Forse perché Adrien chiamò la villa "casa" per la prima volta da anni invece che "la villa"? Forse perché Gabriel notò il modo in cui il pollice di Adrien continuava ad accarezzare il lato della mano di Marinette, cercando di rassicurarla? Era a causa del modo in cui Marinette si era inconsciamente appoggiata ad Adrien, le loro spalle si sfioravano l'una con l'altra e la sua testa si inclinava così leggermente verso di lui?

Qualunque fosse la ragione, Gabriel scese le scale con le mani unite dietro schiena come al solito, e sorrise.

«Io...» Gabriel si interruppe mentre si avvicinava a loro. «Io sono orgoglioso di te, Adrien. Mi dispiace se ti ho fatto sentire diversamente. Sei diventato un ragazzo eccezionale e sono davvero felice che tu ti sia trovato una ragazza che ti ama per quello che sei e non per il tuo cognome. Una persona che si prende cura di te abbastanza da opporsi a chiunque cerchi di farti del male, anche se quella persona fosse tuo padre».

Marinette e Adrien si scambiarono un'occhiata sbalordita e Gabriel emise una risatina sommessa. «Non comportarti in modo così scioccato, Adrien. Potrei non essere il padre perfetto, ma mi interessa profondamente di te. Vedendoti in una relazione con una ragazza che ha la testa sulle spalle e che è disposta a discutere con me, anche quando sa che potrei rovinare la sua futura carriera con lo schiocco delle dita,» Adrien sentì Marinette sussultare. «è tutto quello che avrei potuto desiderare per te».

Adrien fissò il padre in modo assente, quelle parole lo lasciavano sbigottito. «P-Padre? Questo significa che approvi... "noi"?»

Gabriel sorrise, un'espressione che sembrava fuori posto rispetto alla sua mimica solitamente severa. «Certo. Penso che Mademoiselle Dupain-Cheng abbia molto da offrirti, Adrien. Ora se mi volete scusare, ho degli affari da sbrigare. Buona serata ad entrambi».

Under lock and key - ITALIANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora