Don't || Michael Clifford

Capitolo quattro.

Fui svegliata da un forte mal di testa, aprii lentamente gli occhi e vidi i raggi di sole bruciarmi su tutto il corpo. La mia temperatura corporea si alzò ancora di più appena mi scostai dalle coperte e voltai lo sguardo alla mai destra, un Michael dolcemente addormentato mi fece tornare ai ricordi della scorsa notte, ero stato a letto con lui e fu fantastico. Ripensai ad ogni dettaglio, e pur essendo brilla, mi ricordai di come il mio corpo reagì ai suoi tocchi, di come mi fece sentire bene mentre mi procurava piacere, di quanto fosse stato gentile sussurandomi quelle dolci parole.

Mi avvicinai al suo volto cautamente, senza svegliarlo, e gli accarezzai le guance arrossate, forse per il caldo, per poi passare le mie dita ai suoi capelli. Gli lasciai un bacio dolce sul naso e mi alzai senza fare rumore e presi tutto l’occorrente per la doccia, Appena entrata in bagno feci riscaldare l’acqua e sistemai la biancheria intima che avevo lasciato per terra prima di mettere il costume e trovare Michael in camera.

Controllai l’acqua e mi accorsi che ancora non era riscaldata abbastanza, così aprii la porta e cominciai a guardare il ragazzo sul mio letto che dormiva beatamente. Quanto poteva essere bello svegliarsi con un ragazzo del genere accanto, ogni mattina? Era davvero dolce eppure non lo conoscevo nemmeno, fui subito attratta da lui la prima volta che lo vidi, ma non gli diedi la soddisfazione di farglielo capire visto che lo trattai così male da farlo allontanarlo da me contro il mio stesso volere. La cosa che mi piacque di più a primo impatto, furono le sue labbra, avevo immaginato per tutta la serata come fossero stringerle tra i denti oppure baciarle dolcemente, ne ebbi la prova quando mi avvicinai a lui e quel bacio mi prese pure l’anima. Era un misto di emozioni, fu molto passionale.

Un rumore mi distrasse dai miei pensieri, il braccio della doccia era finito per terra, lanciai un ultimo sguardo a Michael e notai che si stava stiracchiando, così chiusi la porta di scatto e mi ficcai in doccia.

Nemmeno il tempo di insaponare i capelli che sentii la porta aprirsi, ma non mi voltai e feci finta di niente, poco dopo le porte del box doccia si aprirono e delle braccia mi circondarono i fianchi, sentii le labbra di Michael poggiarsi sul mio collo e così ridacchiai buttando la testa all’indietro.

‘Buongiorno’ mi disse mentre mi accarezzava la pancia.

Mi voltai e gli sorrisi debolmente ‘Buongiorno’ ricambiai il saluto e gli baciai dolcemente le labbra.

Lui mi rivolse un sorriso e io mi rigirai intenta a prendere la bottiglia dello shampoo, ma non mi resi conto di averla messa troppo in alto e così non riuscii a prenderla, mi alzai sulle punte, ma scivolai sul piatto e le mani di Michael mi presero in tempo prima che il mio sedere toccasse terra.

‘Dio, Alis! Non voglio che ti rompi una gamba mentre sei tutta nuda sotto la doccia’ Disse con un tono che non aveva mai usato e di questo me ne meravigliai e abbassai lo sguardo, quasi con aria offesa.

‘Tieni’ mi disse più dolcemente porgendomi lo shampoo. Gli feci un cenno di capo e cominciai ad insaponare i capelli, lui si spostò accanto a me e si passò il bagno schiuma per tutto il corpo. Quando ebbe finito, uscì dalla doccia in silenzio e si avviò in camera. Dopo che chiuse la porta del bagno, lanciai lo shampoo contro il muro e imprecai. Come si era permesso a parlarmi in quel modo? Mi diede così fastidio che decisi di non parlargli più per il resto della giornata. Mi sciacquai e uscii velocemente dalla doccia, dopo essermi asciugata, mi preparai vestendomi e truccandomi e quando ebbi finito uscii dal bagno. Mandai un messaggio alle ragazze con scritto ‘Programmi per la mattinata? x’ Posai il cellulare e mi buttai sul letto a peso morto. Di Michael nessuna traccia ‘Buon per me’ Pensai. Stamattina era stato davvero dolce, ma dopo ‘’l’incidente’’ dello shampoo cambiò umore, come se fosse bipolare. Infondo non lo conoscevo, non ero al corrente di cosa gli piaceva fare, cosa non, qual’era il suo cognome, perché aveva i capelli tinti di verde e altre mille cose. La mie mente si riempii di domande di cui non avrei avuto risposta a meno che non le avessi formulate al diretto interessato.