Capitolo sei.

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Michael’s POV:

Eravamo tutti riuniti in soggiorno, tranne Alis ovviamente. Salutai le ragazze con un velo di tristezza sul volto, avevo aspettato fino all’ultimo che la mora scendesse a salutarmi, ma non fu così. Presi la mia valigia tra le mani e la sollevai quasi senza forze, come se pesasse quintali, come se quello che c’era dentro la valigia fosse più pensante e importante dei vestiti stessi, in realtà era così. Dentro quella valigia c’erano i miei vestiti che odoravano di vaniglia e cardamomo, il bagnoschiuma di Alis, dentro la valigia c’erano ancora i miei boxer bagnati segno della mia prima notte passata con lei, la ragazza di cui mi ero praticamente affezionato come mai avevo fatto prima.

Mi sentivo normale, Alis mi faceva sentire in questo modo, era tutto così semplice con lei, e no, non era  affatto diverso, niente era strano con lei, niente era stravagante, niente era esagerato, tutto era Alis. In genere la relazione tra persona famosa e normale viene intesa come un rapporto ‘diverso’ perché ovviamente quella persona che sembrava così irraggiungibile, ti aveva notato tra tanti quindi si tende a sentirsi ‘diversi’ dagli altri, ma con Alis non era assolutamente così, lei aveva un carattere difficile, era dolce solo con chi voleva che le donasse affetto mentre rispondeva e trattava male solo chi le dava fastidio e non faceva altro che rimproverarla, un esempio evidente era Lauren. Quella ragazza era proprio ottusa, stava sempre a sgridare Alis come se fosse una bambina di dieci anni, ma Lauren non aveva capito proprio niente, era troppo presa da Calum per accorgersi che la sua amica trattava male tutti perché non si fidava, aveva paura, si sentiva giudicata.

Ero ancora dispiaciuto per quella volta che Lauren disse a Alis se sapesse cosa fosse l’educazione e lei fece fermare la macchina, la vidi piangere per terra, seduta sul marciapiede, a raccontare chissà cosa a Mark, la parte più brutta fu sicuramente l’aereo, dovetti stare seduto due ore e mezza accanto a Daniel che non faceva altro che dormire e fu così frustante osservare Alis appoggiata a Mark, singhiozzare e vedere lui accarezzarle la testa per conforto. Mi ricordai di quando le passai davanti per andare al bagno, lei non alzò nemmeno la testa, si strinse ancora di più a Mark e il mio cuore perse un battito per l’eternità non volevo che lei stesse così a causa mia, non volevo farla soffrire, sapevo che aveva avuto un passato difficile, ma non volevo donarle un futuro a dir poco disastroso.

Ero ormai sulla soglia della porta quando sentii dei passi scendere dal piano superiore e arrivare direttamente in salotto, mi voltai per un secondo e la vidi, sorrideva e stava aspettando che io la notassi per parlare. Mi girai completamente verso di lei e mi guardò negli occhi, quegli occhi che mi facevano impazzire, erano così belli, marroni, con sfumature di nero attorno, li adoravo e adoravo lei.

Un secondo prima che Alis parlasse, Luke si girò verso di me e mi fece un sorriso rassicurante, lo ringraziai mentalmente, il biondo mi era stato accanto tutto il tempo, mi aveva consolato e anche aiutato.

‘Parto con voi’

Era lei, era la mia Alis, aveva parlato e finalmente sentii il suono della sua voce forte e chiaro dopo due giorni di inferno.

‘C-cosa?’ balbettò lsa, la ragazza con i capelli rossi seduta su una sedia accanto al divano.

Alis annuì e venne verso di me con passo deciso, quando fu sotto a due centimetri di distanza, catturò le mie labbra tra le sue e mi fece emettere un gemito. Dio, se mi erano mancate, sia le sue labbra che lei. Non mi accorsi del fatto che tutti ci stavano guardando così, di malavoglia, mi staccai da lei e le misi le mie sulle sue spalle. Lauren fece un colpo di tosse e Alis si voltò, guardandola.

‘Ho parlato con Paul’ iniziò a parlare la ragazza davanti a me di cui sovrastavo la sua piccola statura. ‘Ho chiesto di poter annullare il mio contratto e lui mi ha risposto che andava bene, d'altronde non abbiamo molto pubblico di come c’eravamo aspettati all’inizio e io’ continuò facendo un respiro profondo ‘Io mi sono stancata di voi, mi avete annoiata tutto il tempo e se loro sono stati la causa per avermi fatto capire che voi non siete mie amiche, beh li devo solo ringraziare, partire con loro sarà solo un inizio per me, spero che Michael mi voglia insieme a lui per sostenerlo e nel frattempo pensare a cosa fare della mia vita.’ Concluse appoggiando le spalle e la schiena al mio petto e con un gesto del genere farmi risentire quel dolce calore che il suo corpo emanava.

Don't || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora