13 BUFFONI

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«O-dessa. O-dessa».

«Finiscila! Che? Vuoi ripetere di continuo 'sto nome?».

«Ma è così bello da ripetere». Fece un accenno di scuse.

«Smettila. Piuttosto, dobbiamo pensare a eventuali contrattacchi sovietici».

Sbuffò. «Ma tanto cosa vuoi che succeda? L'intera Ucraina è nelle nostre mani. L'operazione Blu è andata bene e Stalingrado è stata raggiunta».

«Pensa quel che vuoi, ma c'è una buona parte delle coste del mar Nero che sono ancora in mano sovietica. Il Caucaso non ti dice niente?».

«Montagne e petrolio».

«Sciocco. Ci sono anche le basi navali. E possono benissimo arrivare fin qui». Indicò il mare.

«E va bene. Cosa c'è da fare?».

Gli porse un binocolo. «Ecco. Scruta l'orizzonte».

Brontolò. «Preferirei fare un bagno. Con 'sto caldo...».

«E invece devi darmi retta. Vuoi far vedere a tutti che noi rumeni siamo inaffidabili?».

«No, no, macché».

«Ecco, bene. Già i tedeschi ci disprezzano... non vorrei che proprio tu provocassi chissà quale imbarazzo al nostro re».

«D'accordo». Afferrò il binocolo.

Il commilitone se ne andò via bofonchiando.

Il soldato di seconda classe si sistemò a tracolla il Mauser M1924 e iniziò a controllare l'orizzonte. Trovò la cosa noiosa. «O-dessa. O-dessa». Almeno, il ripeterlo lo estasiava.

«Odessa! Odessa!» gli fecero eco con risate e lazzi.

Al soldato di seconda classe parve strano. Quella voce gli era famigliare. Guardò di sotto. «Uh?».

Sulla spiaggia c'erano altri soldati che esultavano e gridavano improperi.

In mare, invece, si erano spinti due uomini a bordo di una tinozza per uno. Le vanghe erano usate come remi. Erano loro la causa di tutta quella confusione.

Stavano facendo una gara.

Il soldato di seconda classe si sistemò meglio il casco di fabbricazione olandese M1928 e guardò meglio. Uno di quei due manigoldi era il commilitone che prima gli aveva sbraitato contro. E adesso stava sudando per affrettarsi a superare l'altro, pure lui un soldato semplice della loro stessa compagnia.

E come si stavano divertendo, seppur quella fosse una competizione caotica e senza giudici.

Il soldato di seconda classe scosse il capo e sentì rivoli di sudore lungo il volto. Come avrebbe tanto voluto farsi un bagno. Ma doveva obbedire. E quindi continuò a scrutare quell'immensità monotona, mentre di sotto la gara proseguiva.

La Seconda Guerra Mondiale in racconti Capitolo 8 Altri paesi dell'AsseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora