21 SCONTRO IMPARI

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La neve era dappertutto. Ma non era una bella neve, non era candida e degna di una poesia. Era sporca. Polvere, terra, e sotto fango.

La colonna di fantaccini si mosse in mezzo a quello scenario di desolazione.

Da oriente, a Stalingrado, si sentiva il tuonare dell'artiglieria.

Tedesca o sovietica?

L'aiutante si sistemò l'elmetto con il bordo blu e la croce che, più che l'incrociarsi di due linee, erano tre. Si ricordò che le operazioni in Polonia erano state semplici e avevano fruttato alla Slovacchia delle mance territoriali.

Mance.

Ora c'era l'avventura in Russia, la quale era un po' più impegnativa.

Il capitano latrò: «L'operazione Anello. I sovietici vogliono isolare Stalingrado».

L'aiutante rifletté che sarebbe stata una situazione strana. La 6° di von Paulus che prima aveva combattuto per impadronirsi della città, poi ci sarebbe rimasta intrappolata. Era meglio evitare.

Distante, passò una serie di corazzati e blindati.

«Ma sono russi!» declamò un fantaccino.

La colonna si sciolse.

Sguazzare nella neve e nel fango, le fasce mollettiere sporche, e tutti si distesero.

Gli VZ24 schioccarono all'unisono. Colpi in canna.

«Fuoco! Fuoco! Fuoco!». Il capitano si agitò.

Schiocchi più forti e poi tintinnare di sette virgola novantadue per cinquantasette millimetri, il meglio dei Mauser.

Scintille sulle corazzature.

Come giganti, i mezzi pesanti si bloccarono e le torrette sventolarono in loro direzione.

Demenziale.

Una compagnia di fanteria contro... cosa? Un'intera compagnia corazzata o blindata che fosse?

E gli ZV24 continuarono a sparare.

L'aiutante strinse i denti e si dileguò.

«Ehi, che fai?».

«Raggiungo il capitano» fu la giustificazione.

Il comandante del reparto era poco distante ed era esaltato. Agitava la P38 e inveiva. «Dategli! Dategli ai comunisti!».

Poi, sembrò che l'aria stesse subendo un risucchio.

Tutto si cristallizzò.

Gli sguardi si incollarono sui mezzi russi.

Da principio furono delle mitragliatrici.

Seguirono i cannoni.

Parve che la neve fosse in preda a una tormenta. Spruzzi di acqua bollente a versarsi ovunque, zolle di terra e sassi a vagare ovunque, corpi frammentati in quelle spire di vento.

L'aiutante fu respinto per decine di metri e si ritrovò dolorante fra dei cespugli scheletrici. Urlò, poi smise. Dunque si mise a sedere, lo zaino con una cinghia rotta, dello ZV24 nessuna traccia. Si sentì la faccia bruciata e sporca, mentre della compagnia non ne restava che nulla, neppure l'ombra.

Quella era l'operazione Anello.

Quella era la sconfitta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 03, 2020 ⏰

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