La neve era dappertutto. Ma non era una bella neve, non era candida e degna di una poesia. Era sporca. Polvere, terra, e sotto fango.
La colonna di fantaccini si mosse in mezzo a quello scenario di desolazione.
Da oriente, a Stalingrado, si sentiva il tuonare dell'artiglieria.
Tedesca o sovietica?
L'aiutante si sistemò l'elmetto con il bordo blu e la croce che, più che l'incrociarsi di due linee, erano tre. Si ricordò che le operazioni in Polonia erano state semplici e avevano fruttato alla Slovacchia delle mance territoriali.
Mance.
Ora c'era l'avventura in Russia, la quale era un po' più impegnativa.
Il capitano latrò: «L'operazione Anello. I sovietici vogliono isolare Stalingrado».
L'aiutante rifletté che sarebbe stata una situazione strana. La 6° di von Paulus che prima aveva combattuto per impadronirsi della città, poi ci sarebbe rimasta intrappolata. Era meglio evitare.
Distante, passò una serie di corazzati e blindati.
«Ma sono russi!» declamò un fantaccino.
La colonna si sciolse.
Sguazzare nella neve e nel fango, le fasce mollettiere sporche, e tutti si distesero.
Gli VZ24 schioccarono all'unisono. Colpi in canna.
«Fuoco! Fuoco! Fuoco!». Il capitano si agitò.
Schiocchi più forti e poi tintinnare di sette virgola novantadue per cinquantasette millimetri, il meglio dei Mauser.
Scintille sulle corazzature.
Come giganti, i mezzi pesanti si bloccarono e le torrette sventolarono in loro direzione.
Demenziale.
Una compagnia di fanteria contro... cosa? Un'intera compagnia corazzata o blindata che fosse?
E gli ZV24 continuarono a sparare.
L'aiutante strinse i denti e si dileguò.
«Ehi, che fai?».
«Raggiungo il capitano» fu la giustificazione.
Il comandante del reparto era poco distante ed era esaltato. Agitava la P38 e inveiva. «Dategli! Dategli ai comunisti!».
Poi, sembrò che l'aria stesse subendo un risucchio.
Tutto si cristallizzò.
Gli sguardi si incollarono sui mezzi russi.
Da principio furono delle mitragliatrici.
Seguirono i cannoni.
Parve che la neve fosse in preda a una tormenta. Spruzzi di acqua bollente a versarsi ovunque, zolle di terra e sassi a vagare ovunque, corpi frammentati in quelle spire di vento.
L'aiutante fu respinto per decine di metri e si ritrovò dolorante fra dei cespugli scheletrici. Urlò, poi smise. Dunque si mise a sedere, lo zaino con una cinghia rotta, dello ZV24 nessuna traccia. Si sentì la faccia bruciata e sporca, mentre della compagnia non ne restava che nulla, neppure l'ombra.
Quella era l'operazione Anello.
Quella era la sconfitta.
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La Seconda Guerra Mondiale in racconti Capitolo 8 Altri paesi dell'Asse
Short StoryVentuno racconti brevi sugli altri paesi dell'Asse nella Seconda Guerra Mondiale, ognuno tratto da un'illustrazione di un libro sulle uniformi del conflitto.