14 TRADITORI E TRADITORI

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Marcia nel fango gelato. File e file di soldati verso occidente e file e file di soldati verso oriente. Fra i primi c'era lui, che si sentiva in imbarazzo. Soldato di seconda classe che stava entrando in Austria, o meglio una parte della Germania. In direzione contraria soldati tedeschi che sputavano al vedere i rumeni.

Era imbarazzato, molto imbarazzato.

D'accordo, venti giorni prima la Transilvania era stata ceduta alla Romania.

Ma quale Romania!...

Quando il 31 agosto dell'anno prima l'Armata Rossa era entrata a Bucarest, il suo paese era entrato in una fase di stallo, senza contare l'arresto di Antonescu otto giorni prima. Alla fine, era stato deciso che la Romania si sarebbe schierata al fianco dell'Unione Sovietica.

L'Unione Sovietica!

Le divisioni di Stalin erano lì, sul Danubio, e poco ci mancava che dilagassero in tutti i Balcani.

Disfatta completa della Romania? Meglio di no; meglio che non restasse accanto a un cadavere perché la Germania era alle soglie della distruzione.

Va bene che negli ultimi mesi c'erano state nuove battaglie. Le operazioni Market e Garden fallite, la controffensiva sulle Ardenne, la dichiarazione di fedeltà alla Germania da parte dell'Ungheria. Ma tanto gli Alleati stavano entrando in Germania e, Ungheria o meno, l'Unione Sovietica stava vincendo.

L'Ungheria, sì. Quella che era stata appena occupata dall'Armata Rossa.

La marcia proseguì e i tedeschi sputavano al riconoscere le uniformi kaki dei rumeni.

«Ehi, tu! Tu, tu e tu!» arrivò il tenente.

Il soldato di seconda classe si fece avanti. «Agli ordini». Assieme a lui, altri tre commilitoni.

«Venite». Fece un cenno, per poi avanzare, stivali a spezzare il fango ghiacciato.

Dopo un breve tragitto, dietro alcuni casolari di campagna c'erano altri soldati rumeni e un ufficiale tedesco malandato. E quest'ultimo, al vedere i nuovi arrivati, iniziò a blaterare in rumeno: «Compatrioti, non obbedite».

«Zitto!» latrò il tenente. «Al muro».

L'ufficiale fu schiaffato accanto a una parete. Si stava agitando. «Non uccidete un compatriota. Ribellatevi al comunismo».

«Tu sei un traditore!». Si rivolse ai soldati. «In linea».

Il soldato di seconda classe aveva intuito tutto e obbedì.

Costituirono una linea precisa.

«Caricate!».

«No...».

«Puntate!».

«Vi prego!».

«Muori da uomo, traditore. Fuoco!».

Ci furono delle fiammate e il rumeno in divisa da ufficiale tedesco capottò.

Il soldato di seconda classe si chiese chi fosse sul serio il traditore.

La Seconda Guerra Mondiale in racconti Capitolo 8 Altri paesi dell'AsseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora