Mi svegliai in piena notte,avevo appena fatto un incubo terribile,ma non lo ricordavo più. Non mi sentivo affatto tranquilla,la cantina era buia,mi spaventava,ma meno delle persone che mi avevano rinhiusa lì dentro.
Erano meno di due gironi che ero a Milano,e già ero finita nei casini. Avevo programmato tutto della mia vita,e invece,eccomi qui,in questo posto che non so neanche dove si trovi,con persone che non conosco,che non vogliono lasciarmi andare perchè mi considerano la loro 'puttana' era così che mi avevano chiamata. Cosa avevo fatto per meritarmi tutto quel male? Non lo sapevo,più ci pensavo,e più non mi capacitavo del perchè io stessi ricevendo tutto questo male.
Ma di certo non potevo stare con le mani in mano,così mi alzai faticando,avevo lividi dappertutto,Luke mi aveva proprio ridotta male. Mi trascinai con forza fino alla porta. Come prevedevo era chiusa da fuori. Ero fottuta,non avevo vie di scampo. Se avessi dato retta ai miei genitori.. Be',tutto questo non sarebbe successo. Se non avessi cercato di aiutare quella ragazza.. Ma so di aver fatto la cosa giusta. Magari ora se la saranno presa con me,e avranno lasciato in pace lei. Sentivo freddo,ero solo in pantaloncini e in canotta,avevo anche fame. Non mangiavo già da un giorno. Provai a dare un calcio alla porta,anche se ero dolorante,ci provai con tutte le mie forze.
*Bam* il primo colpo non aveva avuto nessuno effetto,come il secondo e il terzo.
Mi accasciai dietro la porta,iniziai a pinagere,non sapevo cosa mi aspettava,e di certo non volevo scoprirlo.
Sentii dei passi. Qualcuno stava venendo in cantina,forse per punirmi? Quasi sicuramente si,mi feci piccola piccola e mi nascosi sotto il tavolo,mi coprii con il lensuolo continuando a piangere disperatamente.
La porta si spalancò. Ma nessuno parlava,i passi si avvicinavano,e io non volevo smettere di piangere,e mi ero coperta tutta,per proteggermi.
Con mia grande sopresa nessuno mi picchiò,sentii solamente delle braccia che mi sollevavano,e mi stendevano sul letto. Le braccia erano forti,ma io non volevo saperene di vedere chi fosse. Ma quel qualcuno si stese vicino a me,nello stesso materasso stringendomi con le braccia,e rassicurandomi con delle dolci carezze.
Mi sentii meglio,mi sentivo protetta e al sicuro tra quelle braccia forti. Decisi finalmente a scoprirmi,e a vedere chi fosse il ragazzo. Tolsi il lensuolo dalla faccia,e con mia grande sorpresa trovai Calum lì di fronte,che mi abbraccia,e con il palmo della mano mi accarezzava.
''Calum..'' sussurrai appena.
''Perchè? perchè proprio io,perchè vi divertite in questo modo?'' chiesi iniziando a piangere nuovamente.
''Shh,mi dispiace.. Davvero..'' disse.
''Perchè mi stai aiutando?'' chiesi.
''Non lo so,sei la prima che.. '' si bloccò.
''che..'' lo incitai.
''Non fare domande.'' disse in tono duro.
''Va bene'' dissi.
Mi girai dall'altro lato,confusa più che mai. Con il dolce tocco di Calum riuscii ad addormentarmi nuovamente.
Uno strano rumore mi svegliò. Calum si stava azando,ma aveva sbattuto contro il tavolo.
''Calum'' dissi.
''Nessuno deve sapere che sono venuto da te. E' stato uno stupido errore. Hai capito?'' disse in modo duro.
Non risposi.
''Hai capito?'' disse alzando il tono della voce.
Annuii silenziosamente.
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The Hell
FanfictionTratto dal capitolo 3. Erano meno di due gironi che ero a Milano,e già ero finita nei casini. Avevo programmato tutto della mia vita,e invece,eccomi qui,in questo posto che non so neanche dove si trovi,con persone che non conosco,che non vogliono la...