Dio della Polvere è il mio primo romanzo che verrà pubblicato qui di seguito a puntate, una volta a settimana ogni settimana pubblicherò un nuovo capitolo. Se vi piace o se avete consigli o opinioni fatemelo pure sapere con un commento che fa sempre piacere.
Buona lettura.
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Il vento urlava forte quella mattina mentre le prime luci dell'alba gettavano i loro raggi sulla città grigia.
Come ci era arrivato là sopra? Zero non ricordava di nemmeno di essersi alzato quel giorno, forse aveva camminato nel sonno o forse si era semplicemente mosso senza rendersene conto. Gli faceva un po' male il braccio sinistro che gli formicolava, ma per il resto stava bene.
Guardò verso il basso, l'edificio in cui si trovava, e in cui abitava, era un vecchio caseggiato che doveva avere almeno un secolo e mezzo, era uno di quei palazzi dell'età post-industriale senza infamia e senza lode: aveva, o almeno aveva avuto, le comodità minime degli standard del tempo e nulla più: uguale a cento altri palazzi di quelle zone di periferia che nell'insieme davano a tutto il paesaggio una sensazione imperante di deja-vu che faceva sembrare tutto il mondo una pallida fotocopia di sé stesso e un'ancora più misera parodia di ciò che avrebbe potuto essere.
"E avrebbe potuto esserlo se non fosse stato per quei mostri che ce lo hanno strappato."
Una folata di vento più violenta delle altre minacciò quasi di farlo cadere di sotto. Zero si strinse più forte al parapetto guardando nel vuoto davanti a sé dove la luce cominciava ad illuminare le strade, abbastanza intensamente da permettergli di vedere chiaramente le vie completamente vuote, che, se non fosse stato per qualche sporadico cubo della punizione sparso qua e là, sarebbero sembrate quasi normali.
Il vento autunnale continuava a soffiare dandogli quella sensazione d'aria fresca e pura sulla pelle che gli piaceva nonostante il freddo. Doveva essere più o a meno ottobre a giudicare dalla luce e dalla temperatura, o per lo meno, doveva essere il periodo che nel tempo prima del Collettivo era stato chiamato ottobre e che oramai era stato cancellato assieme ai calendari. Alla natura però quello non importava e continuava a mandargli quella sensazione di aria fra i capelli assieme all'urlo del vento fra i palazzi, Zero adorava quel periodo, gli dava l'impressione che esistesse ancora qualcosa di selvaggio in quel mondo, di incontaminato.
"Quindi c'è ancora qualcosa che sfugge al loro controllo, qualcosa che combatte con le unghie e con i denti, qualcosa che sopravvive senza piegarsi" pensò, senza però crederci davvero.
Il suo orologio da polso iniziò a suonare. "Sono già le sette?" Si alzò gettando un'ultima occhiata all'alba e si diresse verso la porta che permetteva l'accesso al terrazzo su cui si trovava.
L'interno del caseggiato era volutamente deprimente: chiuso in una decadenza che un tempo sarebbe stata quasi imbarazzante.
Originariamente quel palazzo aveva dovuto ospitare almeno una decina di famiglie, ma ora era deserto a parte lui, per lo meno per quanto ne sapesse. Non che, in realtà, come cosa fosse un male dato che non ci poteva più fidare che le poche persone che di tanto in tanto si potevano incontrare nelle strade, al lavoro, o da ogni altra parte fossero davvero persone. Zero scese le scale sporche e piene di polvere fino a raggiungere il suo appartamento al secondo piano. Entrò chiudendosi la porta alle spalle.
L'interno era abbastanza sudicio e disordinato, non diversamente da tutto il resto della città e del mondo dopotutto. Un tempo ricordava di essersi occupato di più dell'appartamento che aveva avuto prima che gli venisse assegnato quello, e aveva provato ad occuparsi anche di quello all'inizio, poi progressivamente aveva smesso, non ne trovava il senso.
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Dio della Polvere
Science Fiction"Dare una speranza e poi toglierla, strappare ogni cosa che rende umani" questa è la legge del Collettivo, la mente diffusa che è andata formandosi fra gli esseri umani dopo la diffusione della tecnologia chiamata Polvere. Gli assorbiti, coloro che...