capitolo quattro

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Non sai quello che hai finché non lo perdi.

La sveglia sul comodino suonò e Keyra si girò nel letto per cercarla. La voglia di alzarsi diminuiva ogni giorno che passava. Già non vedeva l’ora di avere le vacanze di natale per dormire tremilatrecentosessantaventiquattromila ore senza dover sentire quel maledetto suono che la svegliava quasi sempre sul più bello dei sogni. Quando trovò la sveglia, la prese e la buttò per terra.

«sta zitta, cazzo!» Blaterò, girandosi nel lettone e affondando le mani sotto il cuscino. Stava per riaddormentarsi quando suonò la sveglia del cellulare. Che palle!

Si rigirò di nuovo, prendendo il cellulare dal comodino – ma quello non lo buttò per terra, anche perché costava più di un polmone – e la spense. Grugnì cercando di tornare a dormire, ma era ovvio che oramai fosse più che sveglia. Sapeva che doveva alzarsi e ormai il sogno era andato a farsi benedire.

Rimase nel letto per cinque minuti, a pensare a quel sogno. Continuava a sognarlo. Sognava che lui tornava sui suoi passi, ritornando con lei e dicendole che in realtà l’amava follemente. Che cazzo di sogni faceva! E quando faceva quei sogni, si svegliava sempre con il piede sbagliato. Si girò, prese l’ipod attaccato alle casse, abbassò leggermente il volume e azionò la musica. Mise una canzone di Katy Perry e si ributtò nel lettone.

«Buongiorno!» Saltò come un petardo, mettendosi a sedere.

«Ohmmioddio!» Ansimò portandosi una mano al cuore per poi girarsi verso Niall, che se ne stava seduto sul letto a grattarsi la cute, con un occhio aperto e uno chiuso. La guardò stranito. Le uscì una risatina nervosa, mentre lo guardava. Si, si era dimenticata della presenza di Niall nella sua stanza.

«Per te mi dovevo ricordare che eri qui?» Niall la scrutò, cercando di dare un senso a quella frase, visto che il cervello non aveva intenzione di svegliarsi quella mattina.

«Eh?» Keyra ridacchiò e mosse la mano come se ci fosse una mosca fastidiosa.

«Lascia perdere!» Ridacchiando si alzò e rabbrividendo dalla differenza di temperatura, si avviò all’armadio, muovendosi a ritmo della musica cercando di riscaldarsi. Niall, seduto sul letto si chiedeva chi gli era capitata come compagna. Qualcuno bussò alla porta e Keyra diede il permesso di entrare. Si affacciò dall’armadio a muro e vide sua madre con il caffè.

«Tu donna, sarai fatta santa da me!» esclamò, e sua madre dandole il buongiorno le consegnò la sua tazza di caffè.

«In quanto non sapevo se prendevi il caffè come quella caffeinomane di mia figlia, ti ho portato sia caffè che tea!» Lui sorrise, ancora seduto sul letto.

«La mattina prendo il caffè, ma è l’unico!» Sua madre annuì, sicuramente scrivendoselo mentalmente.

«Allora oggi cosa farete?» Chiese sedendosi sul letto di Niall che si riscaldava le mani sulla tazza di caffè caldo.

«Abbiamo l’incontro a scuola. Facciamo due ore di lezioni e poi ci fanno uscire per andare in giro.» La voce arrivava dai meandri dell’armadio.

«Hai intenzione di fare sega in quelle due ore?» Chiese sua madre, sorridendo a Niall che sorseggiava il suo caffè con tutta calma. Erano in vasto anticipo. Keyra metteva la sveglia un'ora prima del previsto perché sapeva che si riaddormentava la maggior parte delle volte.

«Posso?» Chiese la mora sbucando dall’armadio.

«Ovviamente no! Tu entrerai e porterai Niall all’incontro e poi a lezione!» La sentì mugugnare contrariata da quella cosa. Era risaputo quanto non piacesse la scuola a Keyra. Anche se aveva buoni voti odiava quelle quattro mura più di qualsiasi altra cosa al mondo.

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