6 · End...

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«Hai preso tutto?»

«Credo di sì.»

Eren chiuse lo zaino, coprendone la vista a Carla. Doveva ammettere di averci messo dentro meno vestiti di quanti ne sarebbero normalmente serviti, ma data la natura del suo "viaggio" non prevedeva di indossarne poi così spesso.

I primi sintomi del calore si erano fatti sentire la notte prima quando, pur essendo luglio inoltrato, si era svegliato a causa di vampate di caldo fin troppo forti. La diagnosi era stata semplice: entro un giorno, sarebbe iniziato.

Entro un giorno sarebbe andato di nuovo a casa di Levi, per passare con lui l'intera settimana di calore. E forse, non solo quella. Questo ai suoi genitori però ancora non lo aveva detto.

L'idea di andare a vivere insieme aveva solleticato la fantasia della coppia per diversi giorni, dopo il diploma. Il marchio era ormai una certezza per entrambi e l'idea di restare separati, dopo essersi reclamati a vicenda, non sembrava avere alcun senso. Diciotto anni erano pochi forse per uscire di casa, ma in fin dei conti, solo pochi metri lo separavano dai genitori e Levi non era certo un ragazzino inesperto. Aveva vissuto da solo per anni e bramava quanto l'Omega il poter spendere il resto del tempo insieme.

Nonostante fosse una follia, quella notte Eren aveva mandato un messaggio a Levi, avvisandolo dell'imminente inizio del suo -loro- calore. Non si era aspettato alcuna risposta, naturalmente. Levi faceva parte di quelle persone sagge che spegnevano i cellulari, quando andavano a dormire. Invece, incredibilmente, la sua risposta era arrivata neanche una manciata di secondi dopo.

[03:12] Levi❤ : Allora ti aspetto a casa, domani.

[03:13] Non mi aspettavo che rispondessi.

[03:13] Levi❤ : Ho lasciato il cellulare acceso.

[03:14] Oh. Strano, perché?

[03:15] Levi❤ : Avevo un presentimento.

Eren aveva sorriso a quella risposta e gli aveva dato la buonanotte, aggiungendo un esagerato numero di cuori. Diventava sempre sdolcinato, anche troppo, quando il livello dei suoi ormoni si alzava.

«Cara, calmati. Sta andando a neanche mezzo minuto di distanza, non sta espatriando.»

«Oh, lasciatemi preoccupare. Queste cose fanno parte del mio dovere di mamma premurosa!»

«Sei una madre premurosa anche se non conti le mutande che si mette in borsa. Come se gli servissero, tra l'altro.»

«Papà!»

«Grisha!»

Madre e figlio gridarono contro l'Alpha, arrossendo all'unisono. L'uomo mise le mani sui fianchi, sollevando una delle sopracciglia.

«Oh, wow, scusatemi. Non mi ero accorto che fosse un segreto, come una coppia spende il calore.»

«Nessuno sta nascondendo niente, ma stai dimenticando un aspetto fondamentale: il tatto!»

Eren si passò una mano sul viso, sospirando prima di mettersi lo zaino sulle spalle. Perlomeno quelle battute erano in famiglia. Non osava immaginare cosa sarebbe stato capace di dire a Levi... Rabbrividì.

«Vado» disse, sporgendosi per baciare Carla sulla guancia.

La donna non perse tempo a catturare tra le braccia il figlio, ormai decisamente più alto di lei. «Ci vediamo presto, ricordati di bere molto, amore.»

Eren strofinò per qualche secondo il viso tra i suoi capelli. «A presto, ma'.»

Quando si girò, per rivolgere al padre lo stesso salutò, lo trovò però fermo in piedi con le braccia incrociate. Confuso, sbattè le ciglia, attendendo che dicesse o facesse qualcosa. Scambiò anche uno sguardo con Carla, altrettanto perplessa, ma prima che uno dei due Omega potesse fare qualcosa per risolvere quel mistero, Grisha si sistemò gli occhiali.

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