Avevo appena finito di discutere con gli altri su come assaltare la fortezza, non mi reputo un genio ho solo dato un idea visto che nessuno riusciva a trovarne una, mentre aspettavo che si preparassero me ne andai a fare un giro, un po' per vedere le truppe, il motivo è che sentivo spesso dire dalle altre persone dell'esercito degli alleati e di come rappresentasse l'espressione di libertà, beh non avevano ragione per la minima parte, si qui c'erano persone da ogni parte di questo mondo, dalle lande fredde uomini giganteschi e forzuti; alle città orientali del sud con uomini abili nella spada; cioè da ogni singolo territorio che aveva abbastanza uomini e desiderava riprendersi la propria terra, tono epico a parte si capiva che quegli uomini erano qui pensando di liberare un regno, ma sapevo che dietro ciò stava qualcosa di più grande, me lo disse Kris prima di partire o meglio lo stava dicendo alla sua cugina, Rilay, io gli stavo spiando tramite un piccolo spiraglio nella porta, era l'unica frase che avevo capito nel loro discorso e che mi era rimasta impressa, "qui non c'è solo il destino di un regno, ma parliamo di cose oltre le nostre più semplici conoscenze", avevo capito poco di ciò che aveva detto o il significato, non che fosse difficile ma l'aveva detto in modo molto complicato e io non ero stato molto attento; mentre camminavo cercando di pensare a cosa fare sul ponte vidi un trio di soldati intorno a qualcosa, stavano tirando calci al terreno bestemmiando o insultando qualcosa con aggettivi del tipo "mostro" o "demone", mi avvicinai e dissi: - ehi voi tre che diavolo state facendo-, uno di loro, il quale era molto grosso e in un armatura pesante disse: - e a te che importa ragazzo? -, serio: - mi importa, visto chi sono-, quello alla sua sinistra, molto magro e snello e con una faccia da tonto, disse: - lui ha ragione che vuoi? -, il terzo era basso e tarchiato, con un viso un pochino gonfio e bruciato dal sole, disse: - noi non prendiamo ordini da te-, quello grosso: - quindi smamma-, scrocchiando le mani dissi: - Joker che devo fare? -, Joker apparendo sulla mia spalla disse: - vediamo tre tizi in armatura, io direi di dargliele? -, il babbeo vedendolo: - un uccellino! -, il grosso: - ma che uccello una cornacchia-, Joker infuriatosi volò verso la faccia del grosso e guardandolo dritto negli occhi, sbuffò dal becco una nuvola di vapore bianco come la neve, con una furia cieca: - ascoltami bene, brutto ammasso di carne e muscoli, inutile spreco di spazio in questo mondo, ameba che cammina strisciando sul terreno e crede di essere superiore agli altri; io sono una persona paziente, il mio amico non lo è- e con l'ala mi indicò, partendo a mille disse: - stampatelo in quel ammasso di materia che chiami cervello e ricordatelo, io sono una fenice, chiaro? UNA FENICE! Non una schifosa cornacchia o un canarino o un pettirosso, UNA FENICE, l'uccello immortale chiaro? – e diventando una daga puntò la propria lama alla gola del uomo e disse: - quindi se non vuoi diventare uno spezzatino di carne o un ammasso di escrementi puri, ti consiglio vivamente, anzi ti ordino vivamente di andartene e di fare il tuo cavolo di lavoro come soldato, ergo di andare su quel maledetto ponte e di combattere, o Zen si divertirà a tenertici per un piede decidendo se lasciarti cadere oppure no! – e tornò in forma di fenice sulla mia spalla, il grosso disse: - chi ti credi di essere tu con quell'uccel- vedendo Joker che gli lanciava un occhiataccia tremenda si corresse: - tu e quella fenice-, serio evocai l'armatura: - io sono Zen e se uno come te è un soldato, beh ti spacco la faccia-, lui disse: - prendiamolo! – e si scagliarono contro di me, evocai l'armatura e non schivai, i loro pugni mi colpirono ma non mi fecero niente, non si poteva dire lo stesso per loro, indietreggiarono tenendosi la mano e lamentandosi per il dolore, vedendomi dissero: - ma che diavolo? -, serio presi il grosso ad una gamba e lanciandolo in aria lo ripresi mettendogli una mano sulla schiena e tenendolo in alto, serio dissi: - io sono Zen, il cavaliere del crepuscolo! – e caricando il lanciò lo scagliai oltre i suoi compagni come fosse un pallone da calcio, lui colpì il terreno con un tonfo, gli altri due lo guardarono spaventati, ringhiai come una bestia infuriata e i due prendendo il compagno per le mani scapparono a tutta velocità; mi avvicinai con indosso l'armatura, vidi per terra un qualcosa raggomitolato a ciambella grossa quanto un gatto, mi avvicinai per capire cosa era, era una ciambella blu piena di squame, si vedevano un paio di zampe squamose dagli artigli neri e delle ali con degli artigli sulla cima; da lì si alzò una testa, poi un'altra e un'altra ancora, finché non furono sei, erano le teste di un idra, ognuna aveva un aspetto diverso, una aveva una criniera di corna; un'altra con una serie di piccole corna che partivano dal naso fino alla fronte, lì erano più piccoli; ad una mancava l'occhio destro e aveva una cicatrice dove si doveva trovare; un'altra aveva delle squame appuntite sui lati della testa; un'altra invece aveva un enorme squama a forma di cuore sulla sommità della fronte; una aveva delle corna che sembravano di legno; avvicinai la mano ma l'animale mi sibilò contro, Joker disse: - è un idra, non sono molto socievoli-, serio tolsi l'armatura e lui disse: - che diavolo fai? -, sorridendo: - ehi piccolino, stai calmo, quei tre se ne sono andati a morire o a piangere, stai pure calmo- usai la mia voce più calma e rilassata, la bestia sembrò calmarsi ma appena avvicinai la mano provò a mordermi, velocemente Joker lo bloccò con l'ala e disse: - calmo bello, calmo! -, lui ritirò la testa con le corna a criniera, la quale sembrava essere quella che comandava diede una testata a quella che mordeva l'ala, cioè quella senza l'occhio destro, la quale colpita si ritirò ringhiando, era interessante ogni testa aveva una propria personalità, quella con la criniera doveva essere quella seria, quella senza l'occhio quella un pochino arrabbiata, quella dalle corna di legno aveva uno sguardo rilassato, quella con le squame appuntite ai lati della testa sembrava sorridere, quella con la squama a forma di cuore arrossiva; quella con la serie di cornetti era distratta e persa tra i suoi pensieri; in un certo senso mi faceva tenerezza, dissi a Joker della mia intenzione e iniziò a dire spaventato: - vuoi tenerti quella cosa? Serio? -, dissi: - è carino, hanno stile-, tutte le teste si alzarono e si misero in posizione fiera come dei generali, gli indicai: - vedi la pensano come me, vero piccolo? -, tutti tranne quella senza l'occhio emisero un piccolo versetto, guardando Joker: - dai posso tenerlo! Ti prego-, lui coprendosi il becco disse: - e va bene, ma dovrai occupartene tu, dargli una casa, pulirlo, dargli da mangiare e cose del genere-, confuso: - ehm che mangiano le idre? -, la fenice tornando dentro disse: - io non lo so, chiedilo a qualcuno-, serio: - e va bene-, avanzai la mano e il lucertolone salì sopra con grazia regale, ok aveva proprio stile per essere un animale detto porta sfortuna, ma mi piaceva come si comportava; mentre stavo lì vidi apparire un cerchio nero e uscire la figura di Atreus, vedendolo rimasi sorpreso, non immaginavo sapesse fare ciò; lui disse: - gli altri sono pronti- e vedendo l'idra disse: - ti sei fatto un nuovo amico? -, l'idra alzando le teste non disse niente e io sorridendo: - lui è-, il mago sorridendo: - non gli hai dato un nome eh? Poca inventiva? -, scossi la testa: - niente inventiva-, lui pensandoci: - uhm che ne dici di Solerte-, l'idra scosse le teste e dissi: - non gli piace-, lui: - uhm vabbè andiamo dagli altri, mi avevano mandato a prenderti- e avvicinandosi a me venni assorbito dalle ombre.
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Il Cavaliere del Crepuscolo: La Furia Del Cielo
FantasyL'oscurita guardò il guerriero:-non puoi cancellare chi sei, tu ed io siamo la stessa cosa e possiamo conquistare il mondo; niente più Landshade, solo un mondo perfetto con noi come unico dominatore- Ma lui rispose:-potrei accettare, ma dopo mi pre...