♧ Capitolo 7 ♧

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Da quando Nico era arrivato in quel appartamento erano passati giorni.
Aveva deciso di vivere lì.
Ogni tanto usciva per andare a comprare le cose di cui aveva bisogno.

Aveva trovato un bar bellissimo: l'arredamento era sui toni del nero con tavoli di legno colorato, divanetti di pelle nera e rossa. Era quasi sempre vuoto.

Nei giorni che passava in Italia pensava molto a quello che era successo con Will: come aveva fatto un ragazzo così solare e felice a innamorarsi di lui che era tanto timido e scontroso con tutti?
Nico aveva molti dubbi sui suoi sentimenti, non sapendo come venirne a capo, aveva optato per reprimerli e ignorarli come già in passato si era ritrovato a fare.

Un giorno, mentre si trovava nel solito Bar, entrarono due ragazzi pieni di tagli ansimanti dalla corsa:
<< VELOCI, CHIAMATE LA POLIZIA. C'È UN MOSTRO CHE CI VUOLE
UCCIDERE >>
<< Cazzo, un semidio non si può neanche godere un anno sabbatico senza imprevisti mostruosi >> borbottó Nico tirando fuori la sua spada di ferro dello Stige che fino a qualche attimo prima si trovava al suo fianco e uscì mentre il barrista tentava di calmare i ragazzi.

In strada trovó una chimera che uccise con non chalance, dopodiché tornó nel bar dai ragazzi: erano una ragazza non troppo alta, dai capelli corti  e neri con occhi azzurri, e un ragazzo moro dagli occhi verdi alto come Nico.

<< Ora dovrete venire con me >>  toccó entrambi i ragazzi e sparirono.

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