okay..this look bad

cicatrici

Stava lì, difronte allo specchio. Osservava in silenzio. A volte gli piaceva guardarsi, guardare quelle cicatrici che segnavano la sua storia, fatta di fughe, botte e vittorie. Ad alcuni di quei segni indelebili sulla pelle aveva persino dato il nome di chi l'aveva procurato. Ripensava a tutto in quei momenti, gli attimi prima di iniziare una missione erano cruciali per lui. Si guardava dritto negli occhi e si prometteva di tornare vivo da quell'inferno, come ogni volta, anche se spesso significava riportare qualche segno in più.

In quel momento qualcuno bussò alla porta
-Falco, preparati, la riunione sta iniziare!
Senza nemmeno distaccare lo sguardo dallo specchio annuì.
-Arrivo subito Tony, fammi mettere qualcosa.
-Clint, sei al corrente che quello di fronte a te è il tuo riflesso? Narcisista, sbrigati che manchi solo te.
Mi lascia scappare un sorriso prima che Tony chiudesse la porta.

Presi la prima maglietta che aveva a portata di mano e la indossai.
Raggiunsi il resto della squadra nel salone della stark tower. Gli Avengers, la mia famiglia.
Da quando mi ero unito a loro mi sentivo a casa, anche se a dire la verità, una vera casa, non ce l'ho mai avuta.
Vidi spuntare da dietro una delle tante colonne che circondavano la sala Nick Fury.

-Agente Barton, vedo che è finalmente uscito dal suo nido.
Al monocolo deve piacere questa battuta.
-Scusi Fury, stavo facendo una cosa.
Per tutta risposta sentì Steve, con un sarcasmo pari a quello di un prete la domenica mattina, rispondere alla mia frase.
-Scuse accettate Clint, adesso che ci siamo tutti iniziamo?
Non ebbi il tempo di rispondere che Fury iniziò a spiegare ciò che avremo dovuto fare una volta sul campo
-Signori! Aprite bene le orecchie. Qui abbiamo un trafficante di armi e persone che se la spassa con i soldi sporchi, ama fare la bella vita, il suo nome è Daniel Storm, -e non ci penserebbe due volte a fare fuori persone innocenti. Il vostro lavoro è avvicinarlo, e farsi confessare tutto, voglio sapere ogni minima cosa di lui.
-E come vorrebbe fare? Voglio dire, da come ne parla sembra uno ben protetto, che non si lasciarebbe avvicinare nemmeno da sua madre.
Natasha Romanoff. L'assassina russa. La vedova nera. Per me solo Nat. Abbiamo una strana relazione io e lei, amore e odio come si suol dire. C'è sempre stata per me e se le succedesse qualcosa non riuscirei mai a perdonarmelo.
La voce squillante di Fury mi riporta alla realtà.
-È qui che entra in gioco il nostro falchetto.
Tutti mi fissavano. Tony aveva un sorrisetto stampato in faccia, non so se per il nomignolo affibbiatomi dal mio capo o se per il fatto che molto probabilmente rischierò il culo anche questa volta. Steve mi scrutava mentre Nat, beh lei sembrava alquanto preoccupata da quella frase.
Mi sentivo tirato in causa, senza che nessuno mi avesse interpellato.
-Cosa dovrei fare?
-Clint, parliamoci chiaro. Te sei l'unico adatto a questo ruolo che ha vissuto una vita da criminale. E poi diciamocelo, la tua sfacciataggine ti aiuta molto in questo ruolo, potresti essere il suo migliore amico per quanto riguarda il tuo carattere, anzi lo dovrai diventare.
Voi altri stategli addosso, sarete tutti collegati con l'agente Barton tramite auricolari speciali messi a punto dallo SHIELD. Qualunque cosa succeda vi voglio in azione, alla prima confessione entrate e spaccate tutto. Lo voglio sulla picca quel figlio di puttana.
Domani sera il nostro amico sarà al club non molto distante da qua, sarà lì che Barton entrerà in azione. Ricorda! Quel tipo è disposto a tutto.

Gonfiai il petto, mentre sentivo tutti gli sguardi su di me e senza pensarci due volte risposi a Fury.
-Anche io.

●angolo autrice●
Salvee amici, sono tornata dopo un bel po' di tempo a scrivere.
Volevo da tantissimo scrivere una fanfiction su occhio di falco, l'avengers che più amo in assoluto!
Come sempre vi auguro una buona lettura! Al prossimo capitolo ;)

□vogliatene bene a chi l’ha scritta, e anche un pochino a chi l’ha raccomodata. Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta.□