Capitolo 6.

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"Fede, dove sei?" Esclama Riccardo, varcando la soglia di casa.
"In cucina" Rispondo immediatamente. La luce del mattino illumina l'intera stanza, regalandole quel pizzico di brillantezza che ha bisogno.
Mi raggiunge velocemente e non appena si posiziona proprio al mio fianco, non posso non guardare il suo corpo, perfettamente m fasciato dal completo nero. Mi alzo immediatamente, baciandolo sulle labbra.
"Dov'è Camilla?"
"In camera, sta dormendo. Ha pianto per l'intera mattinata" Sospiro, esausta.
"Vado a darle un bacio e torno"
Io annuisco. Lo vedo sparire nel corridoio, prima che ritorni seduta a spulciare sullo schermo del computer. Negli ultimi due giorni, non faccio altro che cercare dei buoni voli per la nostra vacanza, anche se fino ad oggi, direi che ho trovato ben poco. Dopo diversi dubbi, abbiamo scelto la Sicilia e onestamente, non vedo l'ora che arrivi il giorno della nostra partenza.
Sento la candida voce di Riccardo, che risuona dal baby monitor, risvegliare ogni mio pensiero e la cosa mi fa immediatamente sorridere. "Ciao, bambolina di papà" Le dice. Penso che il loro rapporto sia la cosa più bella e tenera del mondo.
Qualche istante dopo mi raggiunge, sedendosi al mio fianco. "Cosa stai facendo al computer, angelo?"
Appoggia la mano sul mio ginocchio scoperto, pressando la testa contro la mia spalla. Io faccio lo stesso, accarezzando il suo ciuffo di capelli.
"In realtà stavo cercando alcuni voli per la nostra vacanza"
Lo vedo ricomporsi all'istante e la cosa non fa altro che far nascere una leggera confusione dentro di me.
"Ecco, Fede... riguardo a questo, beh, avrei una piccola cosa da dirti" Inizia a voce bassa. Posso notare un po' di tristezza varcare la soglia del suo viso, e riesco a capire tutto immediatamente.
"Non possiamo più andarci, vero?"
"Già, la prossima settimana devo partire per Roma, ho un congresso e non posso assolutamente rimandare"
Un leggero sbuffo scappa dalle mie labbra, facendomi aumentare notevolmente la voglia di urlare per delle ore infinite.
"Perché i nostri piani devono sempre fallire? È una cosa normale?" Chiedo. Poi mi alzo di scatto, chiudendo bruscamente il mio pc.
"Cazzo, mi dispiace! Credimi. Non volevo succedesse, ma purtroppo non dipende da me"
"Lo so che non dipende da te, ma purtroppo per colpa del tuo lavoro è crollato tutto. Poteva essere un'occasione per cancellare ogni problema per qualche giorno, ma purtroppo non possiamo fare nulla di tutto ciò!" Esclamo, un po' delusa e arrabbiata.
"Ti prego eh, non voglio litigare" Mi avvisa, accarezzandosi la fronte lentamente.
"Non stiamo litigando, stiamo soltanto parlando e chiarendo questa situazione"
"Mi stai praticamente urlando contro, come se la colpa fosse mia" Si difende, alzando lievemente il tono della voce. Io sospiro.
"Sono soltanto incazzata" 
"Non è un mio problema, calmati" Mormora. Si porta il ciuffo di capelli all'indietro, scoprendo all'istante il suo viso. È nervoso e teso. Proprio come me.
"Sei irritante!" Sbotto. Non so per quale ragione, forse per tutto.
"Lo sei anche tu, cazzo! Forse più di me. La vacanza possiamo farla anche a fine Agosto, o l'anno prossimo. Non è una cosa di immensa importanza" Afferma, come se fosse la cosa più normale del mondo.
"Beh, per me lo era" Urlo. L'improvviso pianto di Camilla fa bloccare la nostra discussione, rendendoci molto fragili ed instabili. Lui mi guarda stringendo la sedia con forza. Le sue nocche diventano bianche e la cosa mi fa sospirare. "Vado a farla calmare, controlla la cottura della pasta"
Non mi risponde, semplicemente ruota il capo verso i fornelli, dandomi le spalle. Io raggiungo Camilla, che continua a piangere ininterrottamente. "Scusami per le urla, amore. Non lo faremo più" La prendo in braccio, cullandola con amore e dolcezza. Cerco di avere quanto più contatto con lei, provando a fare calmare i suoi respiri e questa intensa agitazione che le pervade ogni angolo del suo corpo.
Dopo qualche istante, si tranquillizza; io raggiungo di nuovo la cucina, trovando Riccardo proprio come l'avevo lasciato.
"La pasta non è ancora pronta" Mi avvisa, non guardandomi negli occhi. "Ne approfitto per fare una doccia"
"Okay"
"Questo pomeriggio starò a casa con voi, per oggi ho terminato il mio lavoro" Mi svela. Nonostante non possa guardare l'espressione che riempie il suo volto, riesco a percepire quanto sia felice di tutto questo.
"Bene, ne sono contenta"
Si gira all'improvviso, riuscendo a far incrociare i nostri sguardi freddi ma terribilmente persi l'uno dell'altro. Il mio labbro inferiore trema e lo stringo possessivamente fra i denti, sentendo ancora il sapore dei suoi baci. "Riccardo, i-io... mi dis-" Inizio, raggiungendolo. La sua voce mi fa bloccare, facendomi rabbrividire.
"Ne riparliamo dopo, ho bisogno di calmarmi" Ammette senza troppi giri di parole. Io annuisco lentamente, senza dire o fare nient'altro. Si allontana da me in un istante, mentre vedo la sua figura rifugiarsi in bagno.
So che adesso passerà lì dentro gran parte del tempo, riuscendo a non riprendere la nostra discussione presto.
Uccido il tempo che segue, apparecchiando la tavola e controllando con costanza la cottura del nostro pranzo. Devo dire che sono alquanto tesa e arrabbiata, ma devo cercare di mantenere la calma. È meglio per me, per lui e per la nostra famiglia.
La suoneria inaspettata del mio cellulare mi riscuote del tutto, facendomi archiviare ogni cosa. Lo afferro immediatamente, notando un numero a me sconosciuto riempire lo schermo.
Trascino il polpastrello contro di esso, sentendomi lievemente contraria nell'accettare questa chiamata. "Pronto?"
"Federica?"

Quella voce.

Lui.

Andrea.

All'udirla, ogni singolo muscolo cede, provocandomi un forte tremolio un po' ovunque. Il cuore inizia a battermi all'impazzata, facendolo bloccare per un solo istante. Non riesco a provare nessun'altra emozione, a parte la paura. Quella mi sta letteralmente distruggendo. Riesco a non avere il controllo delle mie azioni, infatti sono costretta a sedermi sulla sedia per non cadere sul pavimento.
Una miriade di ricordi vengono risvegliati all'improvviso, trasformandomi in una piccola ed indifesa bambina. Trovo il coraggio di parlare solo qualche secondo dopo e ringrazio il cielo per questo.
"Andrea?"
"Si, sono io" Sussurra, senza paura. Nonostante siano passati diversi anni, il timbro della sua voce è rimasto molto simile.
"Cosa c'è? Perché mi hai chiamata?"
"Volevo soltanto assicurarmi di avere ancora il tuo numero. Potrei averne bisogno"
"Sei tornato a Milano?" Chiedo a bassa voce. Spero che Riccardo non torni, almeno non in questo momento.
"Si, tre settimane fa"
Crollo interamente in tanti piccoli pezzettini, sperando con tutta me stessa che si tratti di uno dei miei soliti e dannati incubi.
È tornato, e con lui è tornato anche quell'immenso terrore che non possedevo da molto tempo. Non sono pronta per affrontarlo di nuovo e sono più che certa che non lo sarò mai.

Buon 2019, bimbe!❤
Dunque, come primo capitolo dell'anno non è il massimo, lo so!
È tornato Andrea, e con lui sono tornati anche i problemi. Federica riuscirà ad affrontare tutto quanto?
Fatemi sapere ogni vostro pensiero! Vi mando un bacio e ancora auguri🌹
-Roberta

Amore infinito 2 - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora