Capitolo 30.

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Per il pranzo della domenica, mia sorella mi costringe a raggiungerla a casa. Sento il calore della mia famiglia riempirmi il cuore piano piano, e provo a dimenticare la mia attuale situazione con Riccardo. Mio padre è silenzioso per diverse ore, ma quando sto per andare via, mi abbraccia e mi sussurra che lui sarà sempre al mio fianco qualsiasi cosa succederà. Vorrei scoppiare a piangere, ma mi trattengo all'istante, correndo verso la macchina.
Il tragitto è alquanto silenzioso e calmo, e per tutto il tempo non faccio altro che guardare Camilla che fissa il tramonto attraverso il vetro pulito dell'auto.
Non appena raggiungiamo la nostra destinazione, mi precipito in bagno per poter fare il solito bagnetto alla bambina. Sono quasi le sette di sera, per cui devo cercare di fare presto, in modo da farla cenare con tranquillità.
I minuti passano in fretta e quando mi ritrovo in cucina a prepararle il latte, vengo completamente sommersa dal panico. Lei piange, il suo viso è rosso a causa della rabbia e l'atmosfera è davvero molto triste e scombussolata. In questo momento avrei voluto che ci fosse Riccardo, che con la sua simpatica, avrebbe fatto calmare nostra figlia. Eppure, mi ritrovo da sola ad affrontare ogni singola cosa negativa che la vita mi mette di fronte.
Provo a cullarla, appoggiando il ciuccio fra le sue labbra che immediatamente stringe con sicurezza. "Hai fame, eh piccina? Aspetta un altro minuto che è quasi pronto"
Lei mugola, guardando le sue piccole dita muoversi dolcemente. Sorrido all'istante. Da un paio di giorni sta iniziando ad esplorare il suo corpo. Si fissa i piedini, le manine, o il suo riflesso allo specchio. Vorrei rimanere a guardarla per sempre. Giuro.
Ad interrompere questo momento è proprio il suono del campanello, che la fa scoppiare a piangere per l'ennesima volta. Cerco di farla smettere, ma fallisco miseramente.
"Chi è?" Chiedo attraverso il citofono. La voce di Andrea risuona all'interno di quest'ultimo, e mi ritrovo a sospirare. Gli mormoro un veloce 'si' e apro la porta.
Sinceramente, mi aspettavo che fosse Riccardo, ma penso che oggi non verrà a trovarci. Forse si trova ancora a lavoro o forse non vuole vedermi.
"Si può?" Chiede Andrea, varcando la soglia di casa mia.
"Si, entra! Sono in cucina"
Afferro il biberon e mi siedo, aspettando che mi raggiunga.
"Ciao, Fede"
"Ciao"
Mi lascia un veloce bacio sulla guancia, per poi spostare lo sguardo verso Camilla, che beve il suo latte con una velocità davvero immensa.
"Ciao, piccolina. Come stai?" Le lascia una delicata carezza sul viso, facendole socchiudere le palpebre lentamente.
"Sta abbastanza bene, anche se a volte si comporta male" Sospiro, completamente esausta.
"È giusto che ogni tanto lo faccia" Ridacchia, facendomi alzare gli occhi al cielo.
"Grazie per la tua positività"
"Ma di niente" Esclama. "Mi dispiace essere venuto a quest'ora, ma ti ho riportato tutto ciò che mi hai prestato" Dalla tasca del suo giubbotto afferra una busta di carta, contenente, immagino, i cinque mila euro.
"Potevi benissimo fare con calma"
"No, mi sembra giusto restituirti ogni singola cosa" Mi dice, profondamente sincero.
"Va bene, grazie"
"Grazie a te"
Guardo mia figlia in silenzio, che a sua volta mi osserva con calma e amore. "Tu come stai, Federica?" Mi chiede all'improvviso, facendomi fermare il cuore. Non mi aspettavo una domanda del genere, almeno non da lui e non in questa circostanza.
"Abbastanza bene"
"Sei triste?" Sussurra, chinando il capo verso di me. "Il tuo viso non ha quella luce di sempre"
"Io e Riccardo non stiamo più insieme, Andrea"
Le sue labbra si schiudono lentamente, segno di quanto sia sorpreso.
"Perché?"
"Ha scoperto ogni cosa: il tuo ritorno, le nostre chiamate, i nostri messaggi, il bacio, e tutto ciò che ho fatto per te" Gli spiego, completamente a pezzi. In questo momento, Riccardo è il mio tasto dolente. Parlare di lui mi fa male. Anche pensarlo mi fa male.
"Ma tu gli hai detto che tra noi non c'è stato nulla, vero? Non puoi permetterti di perderlo."
"Si, gli ho detto ogni cosa. Ma si sente tradito e ne ha tutte le ragioni"
"Lo so, penso che avrei fatto la stessa cosa. Ma tutti meritiamo una seconda opportunità nella propria vita" Fa spallucce. Dal suo sguardo riesco a notare quanto sia scosso a causa della notizia e la cosa mi rende davvero molto fragile.
"Non si parla di nessuna seconda possibilità, non vuole più avere niente a che fare con me, e io..."
"E tu? Tu cosa farai? Lo lascerai andare così?" Chiede retoricamente. Io abbasso lentamente lo sguardo, provando ad avitare il suo, scuro e forte.
"Cosa vuoi che faccia? Ha preso la sua decisione, ed è giusto che io la rispetti. Ho sbagliato, e devo pagare"
"Non ti rendi conto di ciò che dici" Sbuffa, passandosi una mano fra i capelli.
"Va bene, non mi rendo conto..." Sospiro rumorosamente, contraria ad ogni sua parola. Tampono gli angoli della bocca a Camilla, prima di sollevarmi. Gli occhi verdi di Andrea si incrociano ai miei, ma io distolgo lo sguardo ignorandolo.
"Stai tranquilla, però. Sono certo che si sistemerà tutto" Cerca di consolarmi, fallendo all'istante.
"Sappiamo tutti che non si sistemerà un bel niente"
"Devi dargli tempo, Federica."
"Vedremo cosa succederà..." Mormoro, socchiudendo le palpebre con lentezza. Raggiungo il bancone della cucina, sentendo i suoi passi e i suoi respiri. Metto il biberon all'interno del lavandino, girandomi verso la sua direzione.
Vedo che guarda mia figlia, sorridendole con una dolcezza davvero infinita. Lei fa lo stesso, muovendo le braccia verso la sua direzione e continuando a guardarlo, felice.
"Vuoi venire in braccio, piccolina?"
Appoggia le mani sul bacino di Camilla, stringendola piano. La sua voce è attenuata, quasi debole. Mi lascio andare velocemente, porgendogli la bambina fra le braccia. La stringe e la culla, e io guardo la scena con un pizzico di serenità.
Mi scappa un piccolo sorriso, ed entrambi lo notano all'istante.
Andrea le fa la linguaccia, che lei prova ad imitare goffamente. Passano alcuni istanti di tranquillità, ma quando mia figlia scoppia a piangere riesce perfettamente a rompere questo momento. Mi precipito da loro, e quando sto per afferrarla, rigetta una piccola quantità di latte sul maglione di Andrea, che scoppia a ridere divertito.
"Cazzo, mi dispiace" Mi scuso velocemente, accarezzando la testolina di mia figlia, che si rilassa immediatamente, strusciando il nasino contro l'incavo del mio collo.
"Non fa nulla, non è successo niente"
Afferro un tovagliolo e lo poggio sulle sue mani, scoppiando a ridere. Lo aiuto a ripulirsi, ma non appena il rumore del lucchetto si propaga all'interno dell'appartamento, i miei muscoli si bloccano improvvisamente, ghiacciando la mia anima.
Rimango pietrificata, sperando che si tratti soltanto di un sogno.
Andrea deglutisce e mi guarda, sentendo lo stesso identico pensiero varcare la soglia delle nostri menti. Ogni possibile idea viene completamente eliminata, quando i miei occhi si incastrano con due azzurri, belli ed intensi, che fino a qualche giorno fa esprimevano soltanto amore nei miei confronti.

Sbam!😏
Sorpresa🐣
Credo di poter fare il doppio aggiornamento. Pronte?
Un bacio🍿
-Roberta

Amore infinito 2 - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora