Capitolo 52.

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Camilla si è finalmente addormentata e non appena mi chino verso la culla per poterle lasciare un bacio sulla fronte, il suono del campanello risuona improvvisamente in tutta la casa. Sospiro piano e spengo la lampada, attraversando il corridoio per raggiungere la cucina. Noto immediatamente Riccardo all'ingresso, mentre abbassa la maniglia della porta.
"Sono appena arrivati i tuoi genitori. Stanno salendo" Mi avvisa, grattandosi la nuca piano. Io annuisco, mentre un qualcosa molto simile alla tristezza mi pervade. Vorrei che in questo momento fossi da sola con lui, per poter parlare di tutto e passare un po' di tempo insieme. Dio, non voglio essere fraintesa, amo i miei genitori e sono felice di vederli, ma in questo istante, vorrei solamente lui. Solamente il mio Riccardo. "Non mi avevi detto nulla del loro arrivo" Osserva a bassa voce, avvicinandosi piano.
"In realtà non lo sapevo neanche io. Mi dispiace" Faccio spallucce. Il suo braccio mi circonda la vita senza che io me ne renda conto, mentre mi attira contro il suo petto muscoloso e duro. Io mi lascio andare, appoggiando entrambe le mie mani sulle sue spalle.
"Va bene, non è colpa tua. Rimanderemo tutto a più tardi" Mi dice, sollevando le spalle. All'interno delle sue iridi riesco a cogliere tanta dolcezza, ma anche un pizzico di malizia e desiderio. Forse desiderio di avermi.
"Tutto? Perché, Marcuzzo? Cosa vuoi fare?" Gli sussurro. Mi porto il labbro inferiore fra i denti, rilasciandolo il secondo dopo.
"Boh, forse l'amore o forse nulla. Vedremo cosa succederà"
"Hai le idee molto chiare. Ma non penso proprio che siano corrette" Rispondo, sorridendogli. Lui sospira, per poi curvare un angolo delle sue labbra verso l'alto, disegnando un piccolo sorrisino.
"Lo so... infatti scherzavo, piccola. Non voglio far assolutamente nulla"
Annuisco semplicemente, prima che un suo bacio sulla punta del naso mi faccia intenerire. Ignoro quella sensazione che si fa spazio dentro di me non appena sento il nomignolo che mi ha appena assegnato, e continuo a guardarlo. "Non con i tuoi genitori di fronte, almeno..." Aggiunge poi, facendomi l'occhiolino. Io alzo gli occhi al cielo e colpisco bruscamente il suo braccio, facendolo scoppiare a ridere come un bambino. Lo supero il secondo dopo, ma il suo braccio circonda con prepotenza il mio bacino per la seconda volta, spingendomi contro la parete. Sembra il nostro piccolo nascondiglio e per un momento, mi sembra di ritornare a qualche anno fa, quando ci appartavamo soltanto per scambiarci qualche bacio, una carezza più intensa o un avvolgente abbraccione. "Baciami un istante, ti prego" Nella sua voce riesco a cogliere soltanto tanto bisogno.
Mi alzo sulle punte per raggiungere il lobo del suo orecchio, prima di morderlo dolcemente con i denti. Lui chiude gli occhi di scatto, aumentando la presa sul mio corpo che man mano si fa più intensa.
Gli regalo un veloce bacio sul collo. Un bacio semplice che arricchisco con una sfumatura più 'selvaggia', appoggiando la lingua proprio sulla superficie della sua pelle. Lo sento risucchiare un respiro, e vorrei fermare il tempo per un secondo, per poterlo vivere adesso, in questo momento, senza filtri e senza nessuna paura. Lascio scivolare le dita fra i suoi capelli, tirandoli un po' dalla radice.
Non appena mi guarda negli occhi, sorrido senza rendermene conto. Siamo stati lontani diversi mesi, ma in questo momento mi sembra di aver dimenticato tutto. L'alchimia, l'amore e quella passione incontrollabile che avevamo, sembrano essere ritornati come ritorna un'onda lungo la riva, o forse non sono mai andati via.
"Adesso puoi lasciarmi?" Gli chiedo con un filo di voce, un attimo prima di modermi il labbro inferiore.
"Si, non vorrei che i tuoi genitori ci trovassero in questa situazione poco casta" Osserva, maliziosamente. Io ridacchio, mentre le sue braccia scivolano lungo il mio sedere, colpendolo piano. La cosa mi fa scoppiare letteralmente a ridere, ma prima che possa essere troppo tardi, mi allontano raggiungendo l'ingresso. I miei genitori e mia sorella varcano la soglia della porta con dei sorrisi felici e alquanto sereni. "Ciao, figliola. Come sta Camilla? Dov'è?" Chiede mia madre, abbracciandomi di slancio e con calore. Io le accarezzo le spalle, stringendola a me.
"Sta molto meglio. Adesso dorme, era molto stanca"
Saluto mio padre e mia sorella, invitandoli a raggiungere la cucina. Quando stiamo per farlo, Riccardo avanza verso di noi, con un sorriso esplosivo sul volto. Il respiro mi si spezza all'improvviso non appena noto i suoi capelli scompigliati ricadergli disordinatamente sulla fronte e proprio di fronte agli occhi. M'imbarazzo all'istante quando ricordo di essere stata io la causa di tutto ciò. Oh mio Dio.
"Oh Riccardo, ciao! Non mi aspettavo di trovarti qui" Esclama mia mamma. Lui si avvicina, salutandola educatamente.
"Si, ho accompagnato Federica e Camilla a casa. Penso andrò via più tardi" Mi lancia una leggera occhiata di complicità, che mi rende la donna più felice e rilassata del mondo intero.
Arianna lo saluta e mio papà fa lo stesso, regalandogli una lieve pacca sulla spalla.
Si sono già visti più volte in ospedale, ma penso che questa volta sia lievemente diversa dalle precedenti.
Vedere Riccardo così affiatato con la mia famiglia nonostante tutta la nostra situazione, è una cosa che mi scalda il cuore.
"Ci fa molto piacere che tu sia qui con loro. È bello sapere che non siano da sole" Afferma mio padre, sorridente.
Lui annuisce, ricambiando il sorriso e abbassando lo sguardo.
Arianna mi lancia uno sguardo malizioso che riesco ad afferrare immediatamente. Alzo gli occhi al cielo, facendomi scappare un piccolo sorriso.
"Volete un caffè?" Propongo. Mi rispondono di si immediatamente, per cui mi metto ai fornelli e inizio a prepararlo.
Loro si abbandonano a quante più chiacchiere possibili, e dopo qualche minuto li raggiungo, sedendomi proprio accanto a Riccardo.
L'intenso profumo del caffè inizia a pervadermi le narici, segno che fra qualche secondo la caffettiera sarà completamente piena.
Mentre parlo con mia madre del più e del meno, sento la mano di Riccardo poggiarsi sulla mia coscia. Mi scosta il leggero vestitino fiorato con le punte delle dita, riuscendo a sfiorarmi la pelle nuda. Lo fa lentamente, facendomi spezzare il respiro con una velocità davvero assurda.
Mi regala delle piccole carezze, e nonostante i secondi passino, vorrei che lui continuasse ad accarezzarmi. La mia pelle nuda contro le sue dita morbide e calde, sono davvero una combinazione assurda che non riesco a superare in nessun modo.
Mi ritrovo a girare il capo verso la sua direzione, notandolo apparentemente tranquillo. Invece io, a differenza sua, sono agitata e non faccio altro che tremare come una piccola e indifesa foglia.
Non appena la caffettiera inizia a gorgogliare, sono costretta ad alzarmi. Dalle sue labbra scappa un leggero sbuffo, ma continua comunque parlare con mio padre, a sua volta interessato dall'argomento.
Dopo aver versato la bevanda calda all'interno delle tazzine, appoggio il vassoio sulla superficie del tavolo, sentendo lo sguardo di mia sorella continuare a persistere su di me.
Improvvisamente, ogni nostra azione viene interrotta dal pianto leggero di Camilla che risuona in tutta la casa all'istante.
"Vado a vedere cosa succede. Torno fra poco" Esclamo correndo verso la cameretta di mia figlia.
"Ti seguo" Continua Arianna, raggiungendomi. Non appena varco la soglia della stanza, noto Camilla un po' arrossata a causa del pianto e in cerca di qualcuno che la faccia calmare.
"Tranquilla, amore. La mamma è qui"
La prendo in braccio, mentre mia sorella ci raggiunge e inizia a riempirla di tante piccole carezze che la fanno immediatamente calmare.
"Dimmi la verità, Fede... tu e Riccardo state provando a tornare insieme?" Sussurra a bassa voce, guardandomi negli occhi.
Io faccio lo stesso, fermandomi a fissare quell'intenso luccichio che attraversa le sue iridi castane.
"Si, non possiamo assolutamente far finta di essere felici. Stiamo cercando di mettere da parte l'orgoglio e riprovarci"
Mi abbraccia di slancio, facendomi ridere. Io faccio lo stesso, stringendola con amore.
"Sono felicissima per voi. Vi meritate solo del bene. Potevate decidere di fare due vite distinte e separate, ma io i veri sorrisi li vedo solo quando state insieme e penso che non ci sia cosa più bella" Le sue parole mi fanno realmente capire che sto facendo, stiamo facendo, la cosa giusta. Io e lui non possiamo stare separati, e di questo ne sono certa. "Velocizzate i tempi! Fate l'amore al più presto che ho bisogno di un altri nipotini" Ride abbandonando quel pizzico di serietà per un secondo. Io alzo gli occhi al cielo, scoppiando a ridere il secondo dopo.
Camilla ci guarda come se fossimo due pazze, ma quando sorride, sono orgogliosa di far sorridere almeno un po' la mia bambina.
"Magari più in là, non mi sembra il momento giusto per concepire un altro fagiolino"
"Beh, certo. Ma fate l'amore comunque... ne avete bisogno"
"Oh beh certo, se lo dici tu dobbiamo assolutamente fidarci" Borbotto, divertita.
"Assolutamente, sorella. Quell'uomo non vede l'ora di scoparti, riesco a notarlo dal suo sguardo"
"Oddio, grazie per avermelo detto... non l'avevo ancora capito"
"Ma di niente"
"Vieni, andiamo a prenderci il caffè" La invito, afferrando la sua mano, mentre continuo a stringere Camilla fra le braccia. Lei mi segue all'istante, mentre scoppiano a ridere sonoramente proprio come due bambine.

Amore infinito 2 - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora