Prologue

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«KRISTINE!»

Mi sveglio di colpo. La mia pelle imperlata di sudore, il respiro veloce e affannato.

Un altro incubo, lo stesso incubo.

Le solite immagini appaiono ripetutamente nella mia mente ogni volta che mi addormento.

Solo morte, soltanto anime che non respirano più, mentre, prima di esalare il loro ultimo respiro, pronunciano il mio nome. Chiedono disperatamente il mio aiuto, senza avere la consapevolezza che la loro fine è stata causata dalla mia esistenza.

La loro assenza mi tormenta. Facevano parte di quel gruppo ristretto di persone che sono capaci di farmi sorridere veramente. Ed è un fatto risaputo ormai che quando qualcuno che ami muore, muori un po' anche tu.

Perché forse senza tutti i ricordi, non farebbe così male. La lacrime scorrono sul mio volto, non riesco a fermarle, sono priva di forze.

Il mio sbalzo d'umore viene bruscamente interrotto dallo sbattere violento di una porta. Sono consapevole di chi si trova al piano inferiore perciò mi affretto a scendere le scale, mentre asciugo le lacrime ancora fresche.

«Ciao» dico prima di sedermi sul divano affianco a lui.

«Stasera devi esibirti, lo sai vero?» Annuisco. Non potrei mai dimenticarmi di uno spettacolo, nemmeno se il luogo in cui si svolge è la discoteca del mio odioso fratellastro.

«Allora, che aspetti? Vai a cambiarti» dice, interrompendo i miei pensieri. Corro in camera mia e dopo quindici minuti sono pronta. Indosso un abito bianco corto da danza fino a metà ginocchio, rivestito di pizzo sulla schiena, mentre frontalmente è cosparso di brillantini. Ho raccolto i miei capelli in uno chignon ordinato ed usato un trucco leggero. Esco fuori di casa e salgo in macchina.

---

Ed ora eccomi qui. Pronta per esibirmi. Le luci sono spente, mentre sento gli occhi dei presenti, dei quali metà sono già ubriachi, guardarmi come ogni sabato sera aspettando l'inizio dell'esibizione. La musica parte ed incomincio a danzare sulle note della canzone "Un angelo disteso al sole" di Eros Ramazzotti. Questa canzone mi piace particolarmente, la sento parte di me come il ballo e mi rispecchia in molti aspetti. Un brivido percorre la mia pelle prima della conclusione del brano.

Le luci si accendono completamente, chiudo gli occhi assaporando gli applausi. Il mio momento è appena terminato, però sento lo sguardo insistente di qualcuno. Apro gli occhi e tra il pubblico trovo un paio di iridi azzurre come il mare osservarmi.

La mia fine.

***

Ciao a tutti, mi chiamo Francesca e intanto vi chiedo scusa per eventuali errori grammaticali e volevo premettere che questa è la prima storia che scrivo.

Dedico questa partenza principalemente alla mia Dinosara senza la quale non avrei mai iniziato a scrivere oggi, e poi anche a altre quattro ragazze speciali che hanno sopportato tutt'oggi i miei scleri: Eleonora, la mia Bonelli ( grazie per la copertina

Stupid life, stupid love || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora