capitolo 4

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I minuti passarono con una velocità inaudita e il campanello non tardò a suonare.
Poco prima che il fattorino bussasse, Abigail mi aveva fatto tutto un discorso di incoraggiamento, ricordandomi che questa era anche casa mia, che era un mio diritto scendere al piano di sotto e che soprattutto, citando le sue testuali parole, "Johnathan è un coglione e non ha il diritto di comandarmi a bacchetta come una bambola di pezza".
Cosa che, tecnicamente, non è corretta essendo che mio padre gli ha affidato il compito di 'educarmi in sua assenza e di ricorrere a punizioni se necassario'.

"Su forza, Hayley, muoviti - Abigail dietro di me, mi spinge leggermente la schiena incitandomi a fare più in fretta- ho fame"

Prendo coraggio e ricomincio a scendere le scale, percorrendo con il palmo della mano il corrimano color ciliegio.
Poggio il piede sull'ultimo gradino e intravedo le gambe delle sagome che chiacchierano sedute comodamente sul divano, mentre Johnathan è in piedi alla porta che parla confuso con il fattorino.
Abigail osserva la scena e poco dopo mi supera andando alla porta, stanca ormai della mia lentezza.
"Johnathan levati sono per noi." Lo guarda con un sorriso falso stampato sul volto.
Johnathan sposta lo sguardo improvvisamente serio ed incredulo verso di me ed è in quel momento che l'ansia si fa da parte lasciando il posto all'adrenalina.
"Haysel..." mi guarda stringendo i pugni.
Il mio sguardo resta fisso, e con aria di sfida avanzo verso di lui spingendolo leggermente, spostandolo in modo da poter pagare il fattorino.
Abigail prende le pizze in mano divertita mentre io consegno i soldi al ragazzo delle pizze: "Grazie mille, buona serata" gli sorrido per poi chiudere la porta.
Johnathan è ancora immobile dietro di me silenzioso e probabilmente estremamente incazzato.
Non oso girarmi verso i suoi amici, non avendo la giusta sfrontatezza per guardarli in faccia ma sono sicura di aver sentito dei sogghigni soffocati.
Mi volto verso Johnathan riattaccando lo sguardo al suo:
"Bene noi andremo a mangiarcele in cucina, se non ti dispiace ovviamente" sorrido beffarda mentre lui mi guarda impassibile, continuando a stringere i pugni.
"Oh non ti preuccupare va pure - faccio qualche passo ma poco dopo mi prende per la spalla stringendomela per poi avvinarsi al mio orecchio - dopo facciamo i conti" fa per rimettersi dritto e mi lascia la spalla.

Prendo ad attraversare la sala con lo sguardo basso e un mezzo sorrisetto soddisfatto sul volto, seguita da Abigail che sorride divertita.
Entro in cucina accompagnata da Abigail, e chiudo la porta scorrevole alle mie spalle lanciandomi poi sugli sgabelli posizionati davanti alla penisola della cucina.
Rilascio finalmente tutta l'aria che ho trattenuto nei polmoni fino ad adesso, lasciando spazio a un lungo silenzio, che viene interrotto dalla risata assordante di Abigail, la quale seguo a ruota.
"Hai visto la sua faccia!" Parla continuando a ridere
"Si.. penso di averla notata" ridacchio e inizio a mangiare la pizza mentre faccio segno ad Abigail di parlare più piano essendo consapevole di quanto sia sottile la porta che ci separa da Johnathan e di quanto si senta tutto allo stesso modo da una parte all'altra.
"Haysel - addenta un morso della sua pizza - sei stata fantastica! Cioè... insomma non capisco perchè tu prima ti sia fatta tante paranoie, è andato tutto liscio!" sorride eccitata mentre morde nuovamente la sua pizza.
"Per ora.." guardo incerta Abigail.
Nel frattempo nella stanza accanto è ripreso il brusio dei ragazzi, e a quanto pare Abigail non è stata l'unica a trovare divertente la scena, considerando le risate che si odono.

Mentre continuiamo a mangiare tranquillamente, mi incanto a guardare il vuoto ripensando alla scena appena accaduta e scuoto la testa non credendo ancora di esserci riuscita;

"Sei stata capace di vedere le faccie degli amici di tuo cugino? - mi guarda speranzosa mentre divora l'ultima fetta - io non ci ho fatto neanche caso ero troppo presa dalla faccia sconvolta di John." mette il broncio pensierosa e finisce la pizza.
"Beh ad essere sincera non ci ho fatto tanto caso, quando sono passata per andare alla porta erano tutti di spalle e quando siamo andate in cucina, beh, ero troppo presa dal momento per girarmi a guardare gli amici di John" parlo mentre piego e butto i cartoni, oramai vuoti, della pizza.

"Haysel ed Abigail venite un attimo!" la voce brusca di Johnathan interrompe la nostra conversazione, facendomi alzare gli occhi al cielo

"Ma cosa vuole..." mormoro tra me e me, sperando non voglia farmi la predica dinnanzi a tutti.

"Beh deduco che avremo modo di vederli adesso" sussurra Abigail ridacchiando e aprendo la porta della cucina senza neanche aspettarmi.

Prendo un respiro profondo e varco la soglia del salotto, tenendo lo sguardo basso.
Succede tutto in brevissimi istanti: John inizia a dare aria alla sua bocca dicendoci che ci presenterà ai suoi amici e poi dovremo sparire, ma viene interrotto da una voce familiare:

"Abigail? Ma che ci fai qui?" Il ragazzo con il numero 17, o meglio il cosiddetto Chuck o Charle, o come diavolo si chiama, parla fissando intensamente Abigail mentre è stravaccato sul divano.

"Charles?"

Ah ecco! È così che si chiama.

Abigail arrossisce e lo guarda confusa "Cioè io emh... sono la migliore amica di Haysel e lei è.. cioè... la cugina di John e noi... noi.." parla impanicata e colta di sorpresa.
"È una lunga storia, niente di troppo interessante." la interrompo salvandola e rivolgendo a Charles un sorriso sbrigativo.

"Aspetta ma voi vi conoscete?" John sposta lo sguardo da Abigail a Charles e da Charles ad Abigail ripetutamente, con una faccia frastornata.

"Beh diciamo di si, ci conosciamo" ridacchia Charles mentre Abigail lo guardo sorridendo arrosita.

"Oh perfetto - sbuffa ironico John - comunque loro sono Haysel, mia cugina, e Abigail la sua amica. Credo che dopo questo rapido giro di presentazioni, e specifico sotto vostra richiesta - alza gli occhi al cielo sbuffando - potete tornarvene da dove siete venute."

"Oh andiamo John, lasciacele conoscere" mormora uno dei ragazzi, seduti probabilmente alla mia destra, in modo pacato.

"Non le mangiamo mica" sogghigna l'altro.

Istintivamente mi giro di scatto verso le 2 voci che ci hanno appena invitato a permanere con loro.

E di nuovo quei due, quel riccio e quel moro, che incastonano nuovamente i loro occhi nei miei.

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Buon pomeriggio a tutti quanti!
Spero che il capitolo sia stato gradito, e apprezzato sopratutto per le ore impiegate a riesaminare l'ortografia e a scriverlo.

[]𺰘¨˜°ºð[] ᴀ []𺰘¨˜°ºð[]

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