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Durante quell'ultima settimana Y/N iniziò a svuotare l'armadio dai suoi vestiti e a togliere dalle mensole tutti gli oggetti che vi aveva riposto

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Durante quell'ultima settimana Y/N iniziò a svuotare l'armadio dai suoi vestiti e a togliere dalle mensole tutti gli oggetti che vi aveva riposto.

Per imbarcarsi era stato posto il limite di due valigie grandi per persona, quindi Y/N ripose nei bagagli i suoi vestiti preferiti e gli oggetti per lei essenziali, come il suo peluche preferito: un orsetto un po' sbiadito che aveva sin da piccola a cui teneva tantissimo.

I vestiti e gli oggetti che non riuscì ad infilare in valigia, li chiuse in uno scatolone che ripose nell'armadio per non farli impolverare troppo, nella speranza che un giorno, tornando a casa, avrebbe potuto riaprire quella scatola e immergersi nei ricordi.

In quella settimana salutò i parenti insieme ai suoi genitori e tra abbracci e lacrime arrivò il giorno della partenza.

Y/N e i suoi genitori si alzarono molto presto: il volo era fissato per le 12:00, sarebbe durato (scali compresi) 11 ore e, considerato il fuso orario, sarebbero arrivati in Corea alle 7:00 di mattina locali.

La ragazza decise di vestirsi con i vestiti più comodi che possedeva: pantaloni della tuta, una maglietta con una felpa larga e le solite scarpe da ginnastica; poi mangiò qualche biscotto, non perché avesse chissà quanta fame, ma per evitare di avere il cosiddetto buco nello stomaco nella prima parte del viaggio.

Quando tutto fu pronto, varcando la soglia della porta di casa, avvertì una sorta di stretta al cuore. Stava per lasciare tutto dietro di sé.
Le sarebbe mancata la loro casa, luogo dove aveva vissuto i più bei momenti della sua infanzia. Si girò e diede l'ultima veloce occhiata alla casa e sospirò quando suo padre chiuse la porta e girò le chiavi nella serratura.

Fuori da casa li aspettava la macchina di un amico di famiglia (e l'amico di famiglia dentro la sua macchina ovviamente) che li avrebbe portati all'aeroporto, visto che il padre della ragazza aveva venduto la loro auto poiché avrebbero ricevuto una macchina fornita dalla sua azienda una volta in Corea.

Arrivarono all'aeroporto e, sbrigate le burocratiche faccende aeroportuali, finalmente si imbarcarono. Fecero in tutto due scali: uno in Francia e uno in Cina, per il resto Y/N si godette il viaggio leggendo, guardando le nuvole fuori dal finestrino, ma soprattutto dormendo, visto che sarebbe arrivata in Corea di mattino presto.

La ragazza si sentì picchiettare sulla spalla: "Ehi, Y/N, siamo arrivati"
Aprendo gli occhi la ragazza notò le persone scendere dall'aereo, così si alzò dal suo sedile ed insieme a sua madre, che l'aveva svegliata, scese anche lei dal mezzo.

Recuperate le valigie, mentre suo padre parlava al telefono con il suo capo cercando di capire dove dovessero andare, Y/N si guardò intorno: l'aeroporto era pieno di persone che camminavano avanti e indietro in quell'ampio spazio.

Mentre cercava di leggere un cartello indicante la presenza di un angolo bar, una signora la urtò per sbaglio con una borsa e si scusò con lei.
Y/N si sentì un genio ad aver capito tutte le parole di scusa che la signora le aveva rivolto. Si sentì un un po' meno un genio quando un uomo e sua moglie fermarono lei e sua madre per chiedere loro informazioni su dove fosse il bagno. La ragazza capì meno di mezza frase, infatti lasciò rispondere la madre al posto suo. Aveva ancora molto da imparare.

Quando finalmente suo padre e il suo capo riuscirono a capirsi, la famiglia si diresse fuori dall'aeroporto, trovando un taxi con un uomo vestito di tutto punto ad aspettarli. Entrano tutti nel mezzo, che dopo una buona mezz'ora di viaggio li portò davanti ad una villetta molto carina, situata in un paesino distante un quarto d'ora da Suwon.

L'autista fece scendere la famiglia ringraziandola per il viaggio e fermò il padre della ragazza quando prese il portafoglio per pagare il suo servizio, rassicurando l'uomo che aveva già pagato tutto la sua azienda.

Detto ciò si salutarono e il padre tirò un sospiro di sollievo: "Per fortuna ha già pagato tutto la mia azienda, anche perché non ho messo in conto il fatto che qui non si paghi in euro"
"Allora dopo andiamo in banca e sistemiamo questo problema," aggiunse la madre ridendo "ma prima facciamo un giro della casa, sistemiamo le valigie e ci presentiamo ai nuovi vicini!"
"Mamma, sei sicura che i nuovi vicini abbiano piacere a conoscerci?"
"Ma certo! E su, ora entriamo"

Così aprirono la porta della loro nuova casa. Era molto spaziosa e disposta su due piani: al piano terra vi erano la cucina, la sala, un bagno e un ripostiglio, mentre piano superiore un altro bagno, due camere da letto e un piccolo studio.

Y/N dopo aver dato un veloce sguardo a tutte le stanze, si recò in camera sua, era molto carina: il soffitto era alto, in legno e seguiva la forma del tetto, il pavimento era anch'esso di legno, ma di un colore più chiaro. Era già arredata con un letto a destra della porta, un armadio alla sua sinistra e sul lato opposto ad essi una finestra, vicino alla quale era posizionata una scrivania sovrastata da due mensole.

La ragazza aprì la finestra: c'era un sole debole e tirava un leggero vento. Pensò che quel luogo fosse carino in fondo e che le infondese molta tranquillità, quindi, immersa nella felicità e nella calma più totale, svuotò le sue valigie e diede il suo tocco personale alla nuova camera.
Non si dimenticò di sistemare il suo nuovo letto mettendoci le sue lenzuola preferite, perché sì, aveva un paio di lenzuola preferite, e posizionandoci sopra il suo orsetto di peluche.

Contenta del suo lavoro, la ragazza scese al piano inferiore, dove i suoi genitori stavano parlando riguardo alla nuova casa mentre sistemavano le ultime cose in cucina e, dando loro una mano, terminarono di ordinare tutto.

"Finalmente abbiamo finito!" disse il padre di Y/N
"Non ancora" aggiunse sua madre: "Ora dobbiamo andare a presentarci dai vicini!"
Controvoglia Y/N e suo padre uscirono di casa sollecitati dalla donna.

Nella casa che stava alla destra della loro abitava una vecchietta amante dei gatti. Appena aprì la porta di casa fece una smorfia e sgarbatamente chiese alla famiglia cosa ci facesse lì.
Y/N la scrutò dalla testa ai piedi: permanente scura e bigodini nei capelli, camicetta a fiori e un paio di ampi pantaloni viola caratterizzavano questa buffa figura.

La madre della ragazza si presentò a nome di tutti in modo gentile, ma la vecchina non ne voleva sapere di avere relazioni umane quel giorno, infatti pronunciò uno sbrigativo "Va bene" e chiuse la porta in faccia alla famiglia.

"Si prospetta essere una vicina socievole!" Disse sarcasticamente il padre, mentre si recavano alla casa alla sinistra della propria.
Suonarono il campanello e dopo poco aprì la porta una donna molto bella e sorridente sulla quarantina.
"Piacere, siamo i nuovi abitanti della casa qui a fianco, volevamo salutare e conoscere i nostri nuovi vicini." disse la madre della ragazza.

La donna sorrise e disse: "Benvenuti nel nostro vicinato! Piacere di conoscervi, il mio nome è JinAe"
Poi si sporse all'interno della propria casa e ad alta voce chiamò: "Minho, vieni a conoscere i nuovi vicini"

La donna sorrise e disse: "Benvenuti nel nostro vicinato! Piacere di conoscervi, il mio nome è JinAe"Poi si sporse all'interno della propria casa e ad alta voce chiamò: "Minho, vieni a conoscere i nuovi vicini"

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Ave uomini,
eccoci in Corea!
E tra poco entra in scena il nostro Minho, u ready?
Mi sto divertendo un sacco a scrivere questa storia che spero vi stia piacendo.

Cats_Doped

Same or different -Hwang Hyunjin- [✔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora