5. Insicurezza

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Louis

Voleva vedermi. Anche solo per restituirmi il cappello, ma voleva vedermi. Vedere me. Ancora. Magari mi aveva cercato giusto per quello, per una gentilezza che si sentiva in dovere di compiere verso qualcuno. Me, in quel caso. Voleva restituirmi il cappello e mi aveva cercato. Sembrava semplice. Il fatto è che una qualsiasi persona non ci avrebbe neanche provato, non si sarebbe affatto presa tale disturbo solo per restituire uno stupido cappello. Allora perché? Perché quel ragazzo sembrava provare in tutti i modi ad avere un contatto con me? Chi ero io, se non un semplice sconosciuto incontrato per sbaglio alla fermata degli autobus? Nessuno. Eppure Harry aveva provato a parlare con me, a tirar su una conversazione e mi aveva persino cercato su un social network - e dovevo ancora capire come, in effetti, fosse riuscito a trovarmi, visto che non gli avevo detto il mio cognome e, sicuramente non ero l'unico Louis in tutta Londra - prendendosi il disturbo di riferirmi che aveva trovato il mio cappello perduto stupidamente mentre, appunto, come un perfetto stupido avevo iniziato a correre, a scappare da lui e da ciò che sentivo, in una corsa tra gambe e cuore galoppante.

Poi mi aveva cercato, mi aveva scritto, e voleva vedermi. E io non sapevo cosa fare. Perciò avevo fatto ciò che mi riusciva meglio, dopo che me lo aveva proposto, ero scappato, ancora. Avevo chiuso di scatto il pc e mi ero buttato sul letto, a chiedermi cosa ci fosse di sbagliato in me. Voglio dire, non mi aveva mica proposto di sposarlo o chissà che cosa, aveva solo chiesto gentilmente se poteva restituirmi il cappello. Una cosa da niente, una cosa normale. Una cosa per la quale nessuno - nessuno - si sarebbe fatto tutti quei problemi, ma io non ero come gli altri, ed era esattamente questo il mio problema. Sospirai. Perché mi sentivo così sbagliato in tutto ciò che facevo?

Mi trovavo ancora sul mio letto a guardare il soffitto, perso nei miei pensieri. Zayn sarebbe arrivato in serata, quel pomeriggio aveva il turno al pub in cui lavorava. In quel momento mi chiesi cosa avrebbe fatto lui al mio posto. Lui era così sicuro si sè... magari, anzi, sicuramente, non si sarebbe fatto tutti quei problemi. Sospirai. Dovevo smetterla di essere un codardo. Dovevo, eppure c'era qualcosa che mi bloccava. Solo che, se continuavo a complicarmi la vita anche per sciocchezze simili, come mi sarei trovato in futuro? Fu allora che presi la mia decisione: afferrai il pc ed aprii Facebook, finalmente intenzionato a dare una risposta a quel ragazzo che non si meritava di essere ignorato come se niente fosse. Aprii la sua chat dove vi era ancora il suo ultimo messaggio privo di risposta, e pensai a cosa scrivergli senza sembrargli uno stupido più di quello che mi ero già dimostrato. Chissà che cosa avrà pensato di me.

Harry Styles: In realtà vorrei restituirtelo... credi che potremmo rivederci? :)

Con mani tremanti ed il cuore a mille, digitai la prima cosa che mi venne in mente.

Louis Tomlinson: Non vorrei disturbarti, in fondo è solo un cappello

Non giustificai il mio ritardo, come avrei potuto? Sospirai angosciato. Sgranai gli occhi quando notai che stesse scrivendo. Era online! La conversazione, quindi, sarebbe continuata subito e non sapevo come comportarmi. Troppa ansia. Troppo stupido.

Harry Styles: Nessun disturbo, figurati! E poi è carino, sarebbe un peccato separarsene :)

Sorrisi senza neanche rendermene conto. Forse, se mi fossi sciolto un po', saremmo potuti anche diventare amici, perché no. Sussultai al pensiero, che cosa mi prendeva? Scossi la testa.

Louis Tomlinson: Se ti piace puoi tenerlo, davvero! :)

Mi torturai le mani. Sembrava tutto così facile, attraverso uno schermo. Chissà se sarei riuscito a tenere una conversazione del genere con lui dal vivo, senza venire invaso dall'ansia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 19, 2015 ⏰

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