Tobias.

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Ho voluto saltare le parti lunghissime in cui Tobias sceglie di non resettare la madre, e tutto il discorso che ne scaturisce con Johanna e Marcus. Ho deciso anche di tagliare la scena con Zeke e la madre, così come gran parte del viaggio di ritorno. Penso che sappiamo tutti cosa succede, per cui ho riassunto brevemente per dare un  minimo di senso a ciò che avrei scritto dopo e ho continuato con il mio "finale alternativo". Spero sia comunque di vostro gradimento, e al prossimo capitolo.

 

(Tobias.)

La spedizione in città è andata bene. Johanna ha accettato le condizioni poste da Evelyn, e Marcus non ha potuto fare altro che accettarle di conseguenza.

Alla fine non ho avuto il coraggio di resettare la memoria di mia madre. Lei ha scelto di cambiare, di mettere da parte il risentimento e la sete di vendetta, per me.

Ha scelto me.

* * *

Guardo l'orologio sul mio polso e sospiro di sollievo, l'ora X è passata. Caleb e Tris a quanto pare sono riusciti a disattivare il dispositivo, la memoria della gente della città è salva.

Guardo fuori dal finestrino e sobbalzo di tanto in tanto, quelle volte in cui Amar non riesce a schivare con le ruote del furgone le buche della strada disastrata. Ho lo stomaco sottosopra ma cerco di non farci caso, e mi concentro su altro.

Penso a Tris. Penso a com'è cambiata la mia vita da quando lei ne fa parte, e non posso fare a meno di lasciarmi sfuggire un sorriso.

* * *

Al nostro arrivo alla residenza nessuna guardia ci viene in contro, nessun allarme suona, entriamo indisturbati con la consapevolezza di essere, finalmente, in un posto realmente sicuro.

Mi volto verso Christina e dai suoi occhi sorridenti capisco che è tutto finito, che ce l'abbiamo fatta. Che Tris e Caleb ce l'hanno fatta.

Salto giù dal furgone e supero tutti quanti, lasciando al mio passaggio una pacca sulla spalla di Amar che, in risposta, alza il pollice verso l'alto come segno di vittoria.

Cammino veloce fra i corridoi vuoti, silenziosi. Forse fin troppo silenziosi.

« Ma dove sono tutti quanti? » domanda Christina. Cammina dietro di me, ma un passo avanti al resto del gruppo, guardandosi intorno quasi smarrita.

Scuoto la testa e continuo a camminare a passo spedito verso i dormitori, dove sono sicuro di trovare Tris. Faccio per svoltare l'angolo, quando una figura dal volto conosciuto mi appare davanti.  « Cara! » esclamo, andandole incontro.

Si avvicinano anche gli altri ma io resto ad osservare il suo sguardo che, seppur libero dall'angoscia con cui l'avevamo lasciata, ha comunque qualcosa che non va.

« Tobias.. » sussurra quasi, guardandomi negli occhi. « E' andata bene in città? »

Rielaboro la sua domanda nella mente e mi limito ad annuire, chiedendomi per quale assurdo motivo Cara non sia davanti a me a fare capriole e festeggiare, invece di guardarmi con lo sguardo compassionevole di chi deve dare una brutta notizia.

« Bene.. » annuisce, e si sforza di accennare un sorriso nella mia direzione.

E allora capisco, qualcosa è andato storto. « Caleb non ce l'ha fatta, vero? » domando.

Lei mi osserva, osserva i miei compagni di missione alle mie spalle, e scuote la testa.

« No, no. Caleb sta bene. » La osservo. « Dov'è Tris? »

Sento lo sguardo di Christina bruciare alle mie spalle. Cara abbassa lo sguardo, non risponde. L'ansia incomincia ad impossessarsi di me, le mani mi prudono e faccio un passo verso di lei, sovrastandola con la mia figura imponente.

« Tobias mi dispiace. Stiamo facendo del nostro meglio, ma.. » la blocco, scuotendo la testa.

« E' viva? ». Annuisce. « Portami da lei. »

* * *

Non so da quanto tempo sono impalato a fissarla davanti il letto sulla quale è stesa. Sembra ancora più minuta, inerme con le braccia lungo i fianchi magri.

Accanto a me Christina la fissa con la mia stessa espressione persa, incapace di mettere insieme i pezzi di un puzzle in origine facile da completare e adesso quasi impossibile.

Dopo qualche minuto di assenza Cara rientra dentro la stanza con una cartelletta in mano, pronta a darci una spiegazione a tutto questo. Sangue erudita non mente.

Prima che apra bocca, Christina la precede. « Si riprenderà? », chiede.

« Lo spero. » risponde, calcandosi ancora di più gli occhiali sul naso. « Vedete, il siero della morte ha avuto un effetto del tutto inaspettato su Tris. Nelle ore scorse abbiamo effettuato delle analisi lampo su di lei e i risultati ci hanno confermato quello che più temevamo. » ci guarda per un secondo e sospira. « Tris è in una specie di simulazione della sua morte. Non ci sente, non ci vede. Sta vivendo da spettatore esterno ciò che sarebbe accaduto se lei fosse morta realmente».

Cerco di comprendere a pieno ciò che mi è stato appena detto, senza riuscirci del tutto. Osservo il volto di Tris e vedo i suoi occhi muoversi dietro le palpebre calate, la sua bocca contrarsi, le mani stringersi e poi rilassarsi nuovamente.

Mi volto verso Christina, ha una mano davanti la bocca e gli occhi lucidi.

« Non ci resta che aspettare » aggiunge poi Cara, prima di uscire dalla stanza e lasciare me e Christina impalati qui, ad osservare increduli Tris.

La mia Tris.

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