Un trattato di economia recava, in prefazione, una frase che per me riassume tutta la storia dell'essere umano. "L'uomo è egoista." Appare ora chiaro che la pubblicità e il principio del consumismo stesso è il far leva su quell'egoismo di base, proponendo una via più semplice e fallace, per rendere felice l'uomo di una vanità terrena. Ecco, la parola "vanità", riassume tutto, perché proprio di ciò si tratta. Pensate alle pubblicità del 1960. Il ragazzo in moto con la ragazza felice. O, pensiamo alle molteplici pubblicità dei profumi odierne, dove il ragazzo riesce a conquistare la ragazza solo con l'ausilio del profumo stesso. Purtroppo però, come dice Paolo Borsellino, "le strade semplici non portano da nessuna parte."
Il filosofo e sociologo Durkeim, parla del rapporto umano con la società come "imitazione e differenziazione". Alla fine, a pensarci, il consumismo è proprio questo: conformismo, perché nel momento stesso in cui una persona compra un oggetto, spesso lo fa perché "ce l'hanno tutti", per il principio del senso comune; al contrario, differenziazione, perché ognuno di noi pensa "questo non ce l'ha nessuno". Ovviamente, una vita senza pubblicità in un mercato di tipo concorrenziale come il nostro, è impossibile, ma tanto vale essere consapevoli dei rischi in cui si potrebbe incorrere.
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L'utile e l'inutile. Il consumismo: cos'è, chi ci guadagna e come difendersi
Non-FictionPassando per un supermercato o per un negozio ognuno di noi dovrebbe chiedersi: ciò che cercano di vendermi è veramente utile? Se la risposta è un no o un sì poco convinto, o anche solo un "ni", allora sarebbe bene fermarsi a riflettere.