5. Alla buon'ora Hyuna.

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Hyojong's pov

Dopo essermi svegliato e rimesso a sesto a causa della sbornia, ho lasciato l'appartamento di Taehyung e Jimin, così, gli altri due mi hanno riportato a casa.
Ora sono sul divano a cazzeggiare, navigando su internet e sui social vari; finché non mi arriva una chiamata da Taehyung:
-Ohi dimmi.- rispondo io;
-Sì senti, allora: Taeyong si è preso la febbre quindi ho bisogno che qualcuno copra l'angolo della ventiseiesima strada; ci stai?-
-Non ti preoccupare, ci penso io tanto stasera non avrei avuto niente da fare. Domani sera però si lavora comunque giusto?- mi informo visto che il mio turno vero e proprio sarebbe stato domani sera.
-Sì domani turno regolare; poi però ti diró se ci sarà ancora bisogno di te nella postazione di Taeyong- e dopo la risposta ci salutiamo e chiudo la chiamata.

...

Hyuna's pov

-Sono 150.- dico rivestendomi.
- Beh, ti fai pagare: e non poco.-
Dice il cliente di stasera, non so nulla di lui: né il  nome, né l'età, né se ha famiglia.
Dopo essermi rimessa l'intimo mi lascia i soldi in mano ed esce usando la porta sul davanti, passando attraverso la tenda: la stessa dal quale ho visto arrivare decine e decine di uomini affamati di sesso.
Io conto i soldi, mi accendo una sigaretta e mi siedo nella poltrona vicino al letto ormai disfatto; ancora con solamente addosso la camicetta bianca che mi tiene scoperte le gambe; dopo aver finito di far passare tra le mani le banconote scarico la cenere della sigaretta nel portacenere azzurro sopra il tavolino affianco a me, e mi accarezzo leggermente i capelli, giocandoci.

Non mi è neanche andata male stasera: non aveva poi così tanti anni in più di me, né avrà avuti una quarantina, che non sono troppi contando che ho avuto clienti ancora più grandi e più rudi di quest'uomo.
Vedo la sigaretta consumarsi ad ogni tiro, la vedo accendersi al contatto con le mie labbra, poi quella luce si attenua quando tocca il portacenere.
A volte mi perdo nelle piccole cose, cercando di farmele piacere: di farmi piacere questa vita del cazzo che mi è  capitata; spero solamente di non avere mai dei figli, per non fargli passare quello che ho passato io e che stanno passando i miei fratellini.
Se avessi dei figli, il loro destino sarebbe inevitabile: andrebbero a lavorare presto per portare a casa un po' di soldi, e diventerebbero adulti prima rispetto agli altri loro coetanei.
Capirebbero prima che significa povertà e responsabilità, ma soprattutto sopravvivenza: se li facessi crescere in questo ambiente, dovrebbero imparare a cavarsela da soli, e non vorrei che vivessero infelici e non si godessero quella cosa bellissima chiamata infanzia che io non ho avuto.

Il mio turno finisce alle 3, poi devo lasciare la camera a Momo, così mi alzo prendo le mie cose e disfo il letto infilando le lenzuola nel sacco nero datomi da Jin come tutte le sere.
Spengo la sigaretta nel portacenere sul tavolo e mi avvio verso la porta sul retro.
-Ciao Hyuna, notte-
- Ciao Momo, buona serata.- dico io. Lei sforza un sorriso ed entra.
Andando verso casa, penso proprio di meritarmi una bella scorta di sigarette e altre lecornie, così mi avvio dal mio spacciatore di fiducia.
Arrivata nel vicolo però, non è Taeyong il ragazzo appoggiato con le spalle al muro, ma un tizio biondo che sta cazzeggiando al telefono.
- Scusa sai dov'è Taeyong?- chiedo io sospettando già che anche lui sia uno della banda; non é la prima volta che lo vedo bazzicare in questi giri ma è la prima volta che ci parlo.
- Si è sentito male, sto io qui al suo posto -
- Ah okay allora tre canne e un pacchetto di paglie-
-Perfetto sono 60- dice lui tirando fuori il tutto e dandomelo in mano.
- Eh no, sono 50.-
- Io le faccio pagare 60-
- E io le pago 50- così gli dò i soldi in mano, accendo la prima canna, mi volto e mi allontano.
- Puttana - dice lui sorridendo.
- Sì esatto.- rispondo io a tono.
Con la coda dell'occhio lo vedo sghignazzare, poi dopo aver voltato direzione non lo vedo più.
Di certo non mi farò fregare da un ragazzino come lui, non ho paura a rispondere a tono e farmi valere, non ho paura delle conseguenze che le mie parole possano portare, tanto non ho nulla da perdere.

- Alla buon'ora Hyuna.- mi dice Min-so, appena entrò in casa chiudendo poi la porta.
- Dai vai a letto Min - rispondo dandole un bacio sulla fronte, lei annuisce, e alzandosi:
- Hyuna quando ti troverai un vero lavoro...?- questa é la domanda che mi sta chiedendo mia sorella, questa è la domanda che mi faccio tutti i giorni quando vado verso quel locale che ha segnato la mia rovina.
-Min, ne abbiamo già parlato: abbiamo bisogno di soldi e la via più veloce è questa: se mi assumessero anche in un bar, o come commessa o altro, mi darebbero al mese la stessa somma che ricevo in una settimana, ci é più comodo così. Vai a letto Min-so.-
Lei sulla soglia della camera da letto sussurra un: buonanotte titubante ed entra nella stanza.
Io mi siedo al tavolo come tutte le sere, appoggiando la mia testa agli avambracci e chiudendo gli occhi, aspettando che la stanchezza mi divori, per poi risvegliarmi la mattina dopo: con un'altra giornata del cazzo davanti.

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Sono Caterina, la scrittrice di questa fanfiction: mi ripresento per chi ha cominciato a leggere questa storia dopo la prima pubblicazione.
Questa è la revisione della prima versione, e sinceramente la preferisco mille volte così che come era prima!
Spero vi piaccia anche a voi... e niente, ci si vede al prossimo capitolo!

P.S. per (Im)Perfect World arriveranno nuovi capitoli...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 08, 2019 ⏰

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