«Oggi usciamo!» esclamò Amy entrando nella stanza di Lauren.
La ragazza, che si era fatta vestire precedentemente dalla madre, alzò lo sguardo verso la nuova arrivata. «Non voglio uscire, Amy.»
«Perché?»
«Perché no. Non esco in queste condizioni.»
«Oh, andiamo Lauren, smettila di fare i capricci. Usciamo.»
«Se non vuoi fare fisioterapia oggi, va bene, ma io non ho intenzione di muovermi da casa.»
«Chi ha detto che non faremo fisioterapia?» chiese Amy.
Lauren corrugò le sopracciglia. «Ma hai detto di voler uscire...»
«Certo. Lauren, non sono qui solo per la parte fisica della tua disabilità. Voglio aiutarti anche qui, se riesco» rispose Amy toccandole la testa.
«Wow wow wow» disse Lauren scuotendo le mani. «Non ho bisogno di uno psicologo.»
«E io non lo sono, Lauren, ma anche se lo fossi, non vedo dove sarebbe il problema» affermò Amy, spostandosi dietro la sedia a rotelle per spingerla.
Lauren si scansò facendo uno scatto in avanti.
«Amy, non mi serve un cazzo di psicologo, ok? E se dico che non voglio uscire, non esco!»
Amy non si aspettava una risposta del genere, ma, ancora, doveva ricordarsi che quella ragazza di fronte a lei non era la stessa persona che osservava da lontano al liceo.
«Lauren, avevi promesso...» disse Taylor, sbucando all'improvviso dalla porta, rimasta aperta, della stanza di sua sorella maggiore.
«Taylor...»
«No. Lauren, te l'ho già detto. Rivoglio mia sorella maggiore. E Andrew ha bisogno di sua madre! Una volta potevo fidarmi sempre di ciò che dicevi, è ancora così?»
Taylor non aspettò nemmeno una risposta, sbattendo la porta.
«Aspetta!» urlò la ragazza, agitandosi sulla sedia e finendo per terra.
«Lauren non fare così» la rimproverò Amy, avvicinandosi a lei per cercare di rialzarla, senza tuttavia riuscirci. «Puoi farti male!»
«Posso farmi male? Amy, guardami! Pensi sul serio che possa farmi più male di così?»
«Sì, puoi» rispose seriamente la ragazza, riuscendo finalmente a sollevarla e a rimetterla seduta sulla sedia a rotelle.
Quella mattina Lauren pianse come non piangeva da dopo il suo risveglio.
Pianse, senza dire nulla, mentre Amy, seduta in braccio a lei, spinta in quella posizione dalla ragazza stessa, cercava di farla smettere, stringendola e accarezzandole i capelli.
Lauren non fece fisioterapia quel giorno, e nemmeno quello dopo. Si rifiutò di vedere Amy, riuscendo a chiudersi nella sua stanza prima che arrivasse, e non uscendo per tutta la giornata.
La famiglia Morgan si perse d'animo vedendo il comportamento della figlia dell'ultima settimana; pensavano, e speravano soprattutto, che la situazione sarebbe cambiata, ma si sbagliavano.
***
Dopo otto giorni Amy decise che era ora di usare le maniere forti. Come ogni giorno si presentò a casa Morgan, e raggiunse la stanza di Lauren, con il permesso di Britney, armata della solita borsa e di un cacciavite.
Iniziò a svitare le viti della serratura e, dopo circa dieci minuti, riuscì finalmente a entrare nella camera che era completamente immersa nel buio.
Lauren non si trovava nel letto come pensava.
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