9~ Istantes

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Prendere un aereo per me ha sempre avuto un unico significato: Libertà
A diciotto anni il mio primo vero viaggio verso l'indipendenza, così lontana da casa a gestire la mia vita per conto esclusivamente mio.
Poi l'incontro con Paulo, e con lui negli anni non ho mai avuto la vera possibilità di contare il numero di aerei presi, avevamo girato il mondo e ormai quella sensazione di vuoto che provavo le prime volte era diventata inesistente.
Amavo il brivido del decollo, l'adrenalina che saliva quando si acquistava velocità e la strana ma piacevole sensazione di essere sospesa nel vuoto.
La tratta Milano/Madrid non durava più di due ore, il tempo che serviva alla mia mente per programmare i tre intensi giorni di lavoro in territorio Spagnolo e incastrare un momento per incontrare Marco.
Già, Marco...
Per quante ore avevamo parlato ininterrottamente? Io non riuscivo a staccare gli occhi dal telefono, era come una calamita e mi sentivo tanto come una quindicenne alla sua prima cotta. La differenza è che di anni ne ho ventitré e sono uscita da una relazione importante con quello che doveva essere l'uomo della mia vita. Neanche la ricordavo questa sensazione scomoda alla bocca dello stomaco, mi sentivo quasi in colpa a flirtare con lui, in difetto... poi però ricordavo immediatamente la realtà dei fatti, la vittima di tutto quanto accaduto in passato ero io, non Paulo, e avevo tutto il diritto di rifarmi una vita lontano da lui e dal rimorso e la delusione che provavo.

Mi affretto a prendere la mia valigia, il taxi che avevo prenotato era già fuori dall'aeroporto ad aspettarmi e, a fatica, riesco ad arrivarci tra vari slalom fra la gente e cercando di non far cadere nulla dalle mie mani.
Ero invasa di roba, in più Mariano mi aveva già fatto tre telefonate dal momento in cui ero ancora sull'aereo, alla fine ironicamente ho chiuso la chiamata chiedendo se tra tutti i suoi impegni, poteva trovarmi un nuovo agente.
Trovo anche un attimo di tempo per rispondere al messaggio che era appena arrivato da Marco

Da: Marco Asensio

"Pensavo di farcela a venire a prenderti all'aeroporto, però purtroppo sarei arrivato in largo ritardo agli allenamenti. Spero di riuscire a farmi perdonare, se ti va possiamo cenare insieme questa sera"

Quel messaggio mi aveva tanto lusingata quanto fatta divertire. A volte sembrava così impacciato nel dire le cose, andava a periodi, o si presentava come un ragazzo davvero, davvero timido, o era un concentrato di spavalderia.
Mi piaceva da impazzire perché sapeva come sorprendermi.
Aveva pensato anche di venire a prendermi, si è da subito dimostrato disponibile nei miei confronti, la cena gliela dovevo proprio.

La mia giornata parte super carica non appena varcata la soglia dell'uscita del mio hotel.
La mia agenzia aveva organizzato tre diversi eventi promozionali in una settimana, avrei dovuto tenere una breve lezione, presentare la mia nuova collezione di abbigliamento e alla fine incontrare i presenti.
Mi faceva piacere rapportarmi con il mio pubblico, anche se per pochi secondi, vedere quanto la gente mi supportava era gratificante.
Appena ho messo piede in quell'enorme sala sono stata invasa dai flash delle persone che a gran voce pronunciavano il mio nome.
C'erano più presenze di quanto francamente mi aspettassi, erano due anni che bene o male mi muovevo in giro per l'Europa per tenere lezioni o presenziare ad alcuni eventi, però tutto ciò andava oltre le mie aspettative.

La lezione era andata tanto bene quanto l'evento, amavo il mio lavoro e amavo svolgerlo con persone che avevano la mia stessa passione. La danza mi ha salvato la vita e in un certo senso me l'ha cambiata, sono riuscita a costruire un business, un'immagine -che volente o nolente, si era sviluppata velocemente anche grazie a Paulo- e un lavoro stabile che riusciva ad arricchirmi l'anima di nuove sfide ed emozioni sempre forti.
La danza mi aveva aiutata ad andare avanti.

<<Sei una persona splendida, dentro e fuori, sono venuta da Valencia solo per vederti>> le parole ricche di entusiasmo e dolcezza dell'ultima ragazza della fila mi hanno scaldato il cuore
La abbraccio in maniera calorosa prendendomi qualche secondo in più rispetto al resto delle persone e ci mettiamo subito in posa per la foto.

<<Grazie mille, in bocca al lupo per tutto e fai buon viaggio>> ringrazio la ragazza che ho scoperto chiamarsi Alma e finalmente scendo i quattro gradini del piccolo palco

Scambio quattro chiacchiere con Rebeca e Saùl gli organizzatori dell'evento, anche loro meravigliati dalla marea di gente venuta da tutte le parti della Spagna. Stavamo bevendo un the freddo e discutendo sui prossimi progetti e le collaborazioni che intendevo stringere in futuro quando qualcosa -o meglio qualcuno- mi spiazza del tutto.

<<Caspita! Sono arrivato in ritardo anche per la foto?>>

Mi giro lentamente sapendo perfettamente a chi appartenesse quella voce dal tono sarcastico e trovo conferma ai miei sospetti.
Mr. Sorriso Smagliante era appoggiato ad un tavolino rialzato e mi guardava aspettando una risposta

<<Guarda mi dispiace, però l'evento è terminato>> ribatto facendo la finta dispiaciuta

<<Non si può fare neanche una piccola eccezione per un amico?>> mi si avvicina

Eccolo lì.
L'ansia che sale e il cuore che se potesse raggiungerebbe le mille palpitazioni al minuto.

<<Beh, se la persona in questione è questo bel ragazzo davanti a me forse potrei anche pensarci>>

<<Stai flirtando con me per caso?>> mi chiede inarcando un sopracciglio e non posso far a meno di pensare quanto sia figo in questa posizione

<<Ay Asensio, me has atrapado!>> alzo le mani sopra la testa facendo il segno della colpevole

Non mi aspettavo di vederlo lì, non mi aveva avvisato che sarebbe passato, in teoria non avevo avuto il tempo di rispondere al suo ultimo messaggio che mi chiedeva a che ora finissi con l'evento.

<<Andiamo a mangiare qualcosa, forza>> mi fa un occhiolino e inizia a camminare qualche passo lontano da me

So perfettamente in che uragano mediatico finirei se qualcuno mi vedesse in sua compagnia, e lo sapeva benissimo anche lui.
A parte qualche volta, non c'erano bisogno di parole per descrivere la mia situazione, non potevo permettermi al momento di essere travolta dallo "scandalo", se così si vuole chiamare. Sarei stata additata come la poco di buono e l'arrivista di turno, non ero tutto questo e non lo sarei mai stata.
La mia precedente relazione era sulla bocca di tutti, spiattellata ovunque e, alla fine, messa completamente a nudo davanti al mondo; io non lo avrei più permesso, avevo giurato che se con Marco -o chi per lui- in futuro fosse successo qualcosa, avrei tenuto il tutto per me il più possibile, a costo di viverla segregati in casa.

Ci ha pensato lui a togliermi questi strani pensieri dalla testa, ha acceso la radio in un momento di silenzio prolungato, mi ha dato un'occhiata di sfuggita e ha continuato a guidare.
Sono stata come ipnotizzata da ciò che vedevo, era così bello, così semplice e dannatamente giusto, se potete passarmi il termine.
Mi ero fatta mille pare anche prima di conoscerlo, avevo paura di innamorarmi di nuovo, di conoscere altre persone e di non trovarmici; avevo paura di non riuscire ad amare ancora.
Con lui però tutto veniva naturale, sentivo il bisogno di spingermi oltre in ogni senso possibile.

Lo Que Necesitas // Marco AsensioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora