«Te le ricordi, eh, Frank?»
«Mmmh»
«Due belle pollastre, ecco cos'erano. Davvero due belle pollastrelle. Com'è che si chiamavano, Frank, eh? Come si chiamavano?»
«Mmmh»
«Lysa e Amithy, Mr. Graham»
«Bravo, ragazzo! Com'è che lo sai, eh?»
«Avrai raccontato questa storia cento volte, Don, ora taci e fa' dormire quel tuo vecchio culo rugoso.»
«Zitto un po', Frank, il ragazzo vuole sentire»
Aveva raccontato quella storia esattamente centodue volte, Mr. Graham. Era un vecchio fanfarone proveniente dalle lontane lande dell'Est e aveva passato metà della sua vita alla ricerca del suo amore perduto, una prostituta morta nel bel mezzo dell'amplesso per arresto cardiaco. Aveva fatto uso dei suoi favori quattro volte Mr. Graham e alla quinta pensava di chiederla in moglie. E lo avrebbe fatto davvero se, beh... se non fosse morta.
Così, aveva deciso di non provare ad avvicinarsi ad una prostituta per il resto della sua vita. Né di parlare mai più di Dorothy. Anche se, sfortunatamente, l'oste della taverna in cui era accaduto il fatto aveva la lingua lunga e una gran voglia di prendere in giro Donald Graham. E in effetti, quasi tutto il paese lo conosceva come "lo sterminatore di troie". Ecco perché, dopo poco tempo, aveva raccattato tutti i suoi averi ed era partito alla ricerca di una donna che lo rendesse felice e che, soprattutto, non morisse presto. Ma, fino a quel momento, non aveva avuto fortuna.
Tutte le ragazze che aveva incontrato erano già promesse o lo trovavano ripugnante per il suo aspetto. E non a torto: si poteva dir tutto di Mr. Graham, ma non che fosse bello. Tanto meno carino. Gli mancavano due denti da quando aveva dodici anni perché -amava raccontare quella storia- aveva fatto a pugni col figlio del fornaio che gli aveva rubato la ragazza, anche se lei non sapeva di esserlo.
Aveva i capelli sporchi e spettinati e molto spesso impiastricciati di fango e foglie secche. Una brutta cicatrice gli sfigurava il volto dalla mascella importante dal sopracciglio sinistro allo zigomo destro, ricordo di una brutta rissa in un locale di pescatori. E, cosa più importante, puzzava. Sempre. Erano almeno dieci anni che non vedeva un sapone. E si chiedeva ancora perché tutte le signorine gli stavano alla larga.
Non proprio tutte, a dire il vero. Qualche volta era pure riuscito ad entrare nelle grazie di una giovane donna a causa del suo "saper parlare d'amore". Ma era durato poco. Tutte le volte.
«Le portammo a vedere quello stupido spettacolo in fiera, quello dei Greci che... Che uccidevano un cavallo che... Ecco... »
«l'Iliade, Mr. Graham.»
«Sì, una cosa del genere. Pessimi attori, sì, avrei saputo farlo meglio io quel ruolo, Anchilide, ero più portato.»
«Achille, Mr. Graham»
«Sì, lui. Beh, ora ho messo su un po' pancetta, ma all'epoca... all'epoca avrei interpretato un Achillide di tutto rispetto, ne sono certo.»
«Achille» mormorò il ragazzo a denti stretti.
«E quando finì quel maledetto spettacolo, la mia dolce Lysa decise che, per ringraziarmi di averla portata a vedere quell'assurdità, voleva darmi un bacio. Fu il bacio più bello della mia...»
«...miserevole vita.» concluse il ragazzo insieme a lui.
Donald Graham rimase assorto nei suoi ricordi per qualche minuto fissando il fuoco che scoppiettava davanti a lui. Punzecchiava i rametti roventi con un bastoncino di legno, mentre le lingue di fuoco si riflettevano nei suoi occhi azzurri ancora limpidi, nonostante l'età. Allungò la mano libera per prendere una striscia di carne di manzo essiccata che strappò a metà con i denti rimasti.
«Ne vuoi un po', Lucas?»
«Mi chiamo Jake» disse il ragazzo per l'ennesima volta.
«Come ti pare. Devi metterti in forze per il viaggio, Jack, sei rachitico come quel vecchio ronzino che mi porta sul groppo ogni giorno»
E per tutta risposta, come se stesse partecipando anche lui alla conversazione, il vecchio cavallo macilento che Mr. Graham aveva avuto il buon senso di chiamare "Orso" diede un nitrito sommesso e lasciò un bel po' di cacca proprio sul tronco dov'era seduto il suo padrone.
«Ah! Stupido ronzino merdoso! Va' via! Sciò!» urlò imprecando, mentre sollevava la sua mole imponente e scacciava a suon di schiaffetti sul sedere la povera bestia.
«Giuro su tutti gli dei che popolano questa maledetta terra che al prossimo mercato che incontriamo ti...»
«...vendo al miglior offerente. O anche al peggiore, basta che mi liberi di te.» concluse di nuovo Jake, che aveva sentito quelle parole un'infinità di volte ma sapeva che Donald non avrebbe mai rispettato. Era troppo affezionato a quel cavallo e, tra le altre cose, aveva un cuore buono.
Era per questo che aveva deciso di seguirlo verso Fort New Walk, un giorno di tre mesi prima. Quando la sua vita stava prendendo una brutta piega ed erano spuntati lui e Frank a dargli un'altra possibilità.
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Fort New Walk
Adventure"Tutti sono passati da Fort New Walk almeno una volta nella vita. Alcuni ci sono rimasti. Ma nessuno è tornato indietro."