Capitolo Primo

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" Tutti i tulipani gialli nati ai bordi dei prati, e tutti gli altri tulipani variegati, per te, ancora: ora puoi sfogliarne il color di velluto così che tu possa, nella notte quieta, aspirarne la tenera presenza".

* * *

PRIMA PARTE: BERLINO.

Berlino, 28 Gennaio 1942.

Tutto ebbe inizio con la neve.

Quel giorno il cielo plumbeo gravava pesante e minaccioso sui tetti innevati delle case di una strada come tante nella fredda Berlino.

I comignoli fumavano stanchi, e fiotti di nebbia grigia si vaporizzavano nell'aria.

La strada era candida, e di tanto in tanto, qualche bambino tirava addosso a un altro una bella palla di neve.

Si divertivano.

Non sapevano ancora che cosa stesse per accadere.

« Edith, va a prendere altra legna ».

La voce di mia madre mi risvegliò dai pensieri in cui mi ero smarrita per qualche momento, e staccai gli occhi dalla finestra che dava sulla via.

La sera stava per arrivare, e piano piano, le luci fioche dei lampioni si accendevano una dopo l'altra.

« Sì, mamma » risposi, pigramente.

Scesi giù, nella cantina, e accatastai qualche pezzo di legna da ardere. Mi scostai i capelli neri che si stavano impigliando tra le schegge, e malamente, risalii i gradini.

Buttai con un tonfo i ciottoli nel fuoco, e mi lasciai cadere sulla poltrona.

« Mamma, dov'è Gabriel? » chiesi, sfregandomi la fronte.

« E' andato con tuo padre al negozio, non voleva rimanere a casa ».

La mia famiglia ed io eravamo italiani, ma ci eravamo trasferiti a Berlino da sette anni, per iniziare una nuova vita.

Avevo continuato gli studi in Germania, e stavo imparando ad ambientarmi. Dopo sette anni, però, non potevo dirmi completamente a mio agio con quella nazione.

Parlavo tedesco, sì, ma non perfettamente, e molte frasi ancora non le capivo a fondo.

I miei genitori mi avevano fatto frequentare una scuola per ragazzi stranieri, ed avevo potuto studiare, fortunatamente, in italiano.

Una volta trasferitoci a Berlino, ci eravamo rimboccati le maniche e mio padre, su tutti, si era dato da fare. Adesso possedeva un negozio di stoffe, ed era uno dei più prestigiosi di Berlino.

Ogni tanto andavo a dargli una mano, ma il più delle volte rimanevo insieme a mia madre ad occuparmi della casa. Quando non ero insieme a mia madre, o non aiutavo papà in negozio, facevo qualche turno a un locale poco lontano per racimolare qualche soldo in più e comprare il cibo di cui avevamo bisogno.

Avevo finito la scuola, e con i miei ventitré anni di età, non potevo dirmi proprio una ragazzina.

Mia madre insisteva perché rimanessi insieme a loro, e mandassi avanti l'azienda di famiglia, ma il mio sogno era quello di continuare i miei studi e un giorno andare via da quella Berlino troppo grigia per i miei gusti.

Forse per tornare in Italia, o Londra, o Parigi a trovare i miei nonni paterni.

Mio nonno era francese, e in Italia aveva conosciuto mia nonna.

Si erano innamorati follemente l'uno dell'altra, e mio nonno aveva deciso di abbandonare tutto rimanendo in Italia con lei. Solo nella vecchiaia, avevano deciso di tornarsene in Francia, a Parigi.

Il tulipano che fiorì tra la neve || CARTACEO DISPONIBILE!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora