9.

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Linda:

Lo guardo attentamente dall'alto al basso per ben verificare che sia Luca Garcia e non qualcun altro.
Lo riconosco dalla cicatrice sulla fronte. Mi ricordo molto bene come se l'è fatta.
Aveva sei anni, Mathias era appena nato, correndo per raggiungere la stanza della madre e vedere il nuovo arrivato, inciampa e cade sbattendo la testa contro un tavolino basso. Mi ricordo ancora il suo pianto e le sue urla. Era un bambino così innocente, vivace e pieno d'amore. Adesso è cambiato, pieno di tatuaggi e piercing con uno sguardo privo da ogni emozione.
Lo guardo dritto negli occhi e lui mi fa un mezzo sorriso. Abbasso lo sguardo e guardo il pavimento.
《Allora zia, dimmi un po', ti sono mancato?》 sento la sua voce che mi fa sollevare gli occhi dal pavimento.
Lo guardo ancora scioccata. Credevo fosse morto oppure nascosto da qualche parte nel mondo. Invece no, è qui. Però la domanda più grande è: Perché?

Porto completamente l'attenzione su di lui , mi sistemo i capelli e asciugo le lacrime versate prima della sua apparizione.
《Cosa ci fai qui? Dove sei stato tutto questo tempo? E perché appari solo ora?》chiedo tutto d'un fiato.
《Zietta un attimo, una domanda alla volta》dice con sempre quel sorrisino.
《Rispondi e basta》 replico con tono rigido.
《Okay calmati sono venuto in pace, allora adesso ti rispondo. Son-》
Sento qualcuno entrare, mi alzo allarmata per vedere chi è, abbandonando mio nipote.
Prendo il mestolo rosso che era sul tavolino,non so neanche perché si trovasse lì, e con passo leggero mi avvicino al muro che separa il salotto dall'entrata.
《Zia non c'è bisogn-》 sento Lucas quasi urlare.
《Shhhhhhhh》 dico girandomi.
Appena sento dei passi esco dal mio "nascondiglio" e mi precipito sul individuo che è entrato a casa mia.
《Diooo, zia sono io calamati》.
Vedo Mathias con le mani sul viso per coprirsi dal mio eventuale colpo.
Abbasso il mestolo e sospiro.
《Mathias mi hai fatto paura》dico.
《Scusami, ho visto la porta aperta quindi sono entrato. Credevo fossi ancora con Thomas 》 dice togliendosi le cuffiette.
《Ah no, è andato via. Sono da s-sola》dico grattandomi la nuca.
Lo vedo avanzare per andare in camera sua. Ho due opzioni: o lo fermo e invento qualcosa per far sì che non veda suo fratello, o lo lascio andare e gli faccio scoprire tutto.
No, non voglio ferirlo un'altra volta.
Così decido di optare per la prima opzione.
《M-Mathias aspetta》 dico superandolo e mettendomi davanti a lui.
《Dimmi》dice.
《Non abbiamo il pane. Per piacere potresti andare a prendere due baguette?》chiedo con un sorriso, sperando che non si ricordi del fatto che abbiamo abbastanza pane anche per sfamare una popolazione intera.
Sento un rumore provenire dal salotto.
Oddio, quel deficiente non sa essere discreto.
Tossisco per coprire il suono appena sentito.
《Sicura di essere da sola zia》 chiede inarcando il sopracciglio e provando a guardare dietro il muro che separa l'ingresso dal salotto.
《Sì sì sono da sola. Adesso vai che ho fame》dico prendolo da un braccio e andando verso la porta.
《Okay okay vado. Uso i miei soldi non ti faticare a darmi i tuoi》dice riprendendo il telefono e le cuffiette.
《Bene dai su, ci vediamo dopo》dico.
《Sì ma zia devo andare a prendere il portafoglio in camera mia, quindi per piacere spostati》dice.
《Ehm non preoccuparti. Tieni. Ora vai.》 Dico tirando fuori dalla tasca del pantalone dei soldi.
《Si ma-》dice.
《Sì ma niente, adesso vai su su》 lo interrompo.
Dopo l'uscita di Mathias chiudo la porta a chiave e torno in salotto.
《L'hai mandato via cosicché non mi veda, astuta》afferma Lucas alzandosi dal divano.
《Non ti deve vedere, non deve sapere della tua presenza qui e, soprattutto, non deve sapere chi sei, nel caso ti noti》dico alzandomi a mia volta e puntando un dito contro di lui.
《Tranquilla zietta. Se non l'ho distrutto io, ci penserà il nostro carissimo papà》 mi risponde con un tono sarcastico.
《Ascoltami bene Lucas, tuo fratello non ha mai fatto nulla di male e questo so che ti frustra. Però lo devi lasciare in pace. Non se lo merita. E ti assicuro che, nonostante gli manchi tutto, ti vuole bene. Quindi lascia perdere e prova a ricominciare da zero》gli spiego.
Lui si avvicina a me e si china alla mia altezza, avvicinandosi al mio orecchio.
《Non lo farò mai manco fosse l'ultima cosa che dovessi fare》 mi sussurra.
Lo vedo partire verso l'ingresso.
Lo vedo andare verso l'ingresso. Però due domande mi tormentano.
Dove abita ora? E come ha fatto a sapere che vivo qui?
《Aspetta un attimo, una domanda》dico
Si  gira e mi guarda.
《Cosa vuoi》mi risponde con tono sgarbato
《Come fai a sapere che abito qui?》chiedo
《Semplice, abito al piano inferiore》risponde per poi girarsi e aprire la porta.
《Abiti da solo?》chiedo ancora.
《Troppe domande zia, fatti gli affari tuoi》risponde per poi sbattere la porta.
Torno in salotto e mi siedo.
Abita qui. L'unica cosa che li separa è un piano, un fottuto piano che potrebbe mandare a puttane tutto.
Non sarà così, ho fatto una promessa a mia sorella e la manterrò a costo di dare la mia vita.

LA MIA LUCE NEI TUOI OCCHI (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora